22 Ottobre 2024
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Gli ex del calcio, Totò Fresta: “Quando seppi che mi voleva l’Avellino, accettai senza alcuna riserva”

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Intervista di Michele Pisani @riproduzione riservata

Altro giro, altra corsa. L’ennesima. Il treno dei ricordi corre, velocemente, verso l’ennesimo traguardo. Siamo a buon punto ma ci fermeremo e solo dopo averli trovati tutti. Di chi parliamo? Degli ex biancoverdi. Indimenticati campioni che hanno vestito, con onore e sacrifico, la mitica casacca biancoverde. 11 Maggio del 1997. Segnatevi questa data, risulterà determinante ma, suspance a parte, ne parleremo più avanti. Questa volta abbiamo deciso di uscire fuori dagli schemi. Non abbiate paura, sarà sempre un amarcord ma un pò diverso. Diciamo pure a tratti anche particolare. Non vi raccontiamo le gesta di un giocatore ma la storia di una partita che ha reso Totò Fresta un eroe del calcio avellinese. Si, parliamo di uno degli atleti più amati nei cento e passa anni di storia biancoverde, un uomo che da queste parti è in pratica venerato. Un mito, una leggenda. Il personaggio dell’ennesimo tuffo nel passato è proprio lui. Salvatore Fresta, classe 1968, professione attaccante. Tante squadre, altrettanti gol ma resterà per sempre nei ricordi dei supporters biancoverdi per aver dato tanto, tutto quello che ci si aspetta da un giocatore quando indossa la maglia biancoverde ossai impegno e determinazione. “Quando seppi che mi voleva l’Avellino, accettai senza alcuna riserva. Ricordo che giocavo in cadetteria, precisamente nel Taranto, ma volli venire in irpinia, seppure in una categoria inferiore, perchè mi affascinava l’idea di indossare la maglia biancoverde. Ho girato tanto nella mia carriera e mi sono trovato bene dappertutto. Ho tanti amici, non mi sento più come prima ed è anche normale, ho dato tanto in qualsiasi situazione e condizione ma ad essere sinceri penso che in Irpinia abbia trascorso gli anni più belli della mia esperienza calcistica. Stagioni indimenticabili, momenti che mi allietano e mi emozionano ogni qualvolta la mia mente mi riporta a quegli anni”. In ciqne lunghe stagioni abbiamo intervistato moltissimi ex irpini ma una cosa l’abbiamo capita, seppure in ritardo. Lei è un vero e proprio beniamino del pubblico. Perchè le vogliono cosi bene, cosa ha fatto mai di cosi importante ? “Non lo so. Bisognerebbe chiederlo a loro. So e per certo che non mi sono mai tirato indietro, ho sempre lottato su ogni pallone e terminato la gara con la maglia sudata. Questo è quello che volevano da me i tifosi e l’ho sempre fatto. Sono felice di aver dato il mio modesto apporto alla causa avellinese e con orgoglio rivendico di aver indossato quella maglia”. Com’era il pubblico irpino? “Stupendo, non teme alcun confronto. Questa è una città che vive di calcio, amano la propria squadra più di ogni altra cosa”. Il gol più bello? “Mah ne fatti tanti ma credo che quello che mi rimarrà sempre nel cuore è quello realizzato contro il Siracusa che ci ha permesso di fare la finale di Pescara contro il Gauldo Tadino. L’unico rammarico è stato non poter disputare quella sfida in quanto scattò la squalifica a causa di una ammonizione contro i siciliani. Poco male, l’importante era vincere il campionato”. Segue la stagione in corso, le piace questo Avellino? “Grande campionato, sarei davvero felice di rivedere la mia ex squadra in massima serie. Io sono sempre convinto che i biancoverdi meritino altri palcoscenici e che anche la B sta stretta ad un pubblico fantastico come quello avellinese”. Se dovessimo fare un confronto con qualche giocatore attuale, con chi potremmo farlo. Con Castaldo? “In molti me lo dicono. Forse per la sua sua grinta per il suo fiuto del gol e magari perchè anche a lui piace partire da dietro ma io non credo di assomigliare a qualcuno come del resto nessuno vorrebbe essere paragonato ad un altro. Ognuno ha le sue caratteristiche, i suoi pregi ed i suoi difetti”. Lo sa che i tifosi le hanno dedicato una pagina su Facebook ? “Si. Sono felicissimo per questo. Spesso mi è capitato di incontrare i supporters irpini, quando ero ad Alessandria ho trascorso una intera giornata con alcuni che fanno parte di un club del nord Italia. Al mio compleanno mi arrivano molti sms di auguri. Mi fa piacere sapere che non mi hanno dimenticato”. Più di duemila e cinquecento like, mica bruscolini. “Sono loro che tengono in vita la pagina con foto e commenti e li ringrazio. Io ho poca dimestichezza con il computer ma mi fa piacere vedere che c’è gente che mi vuole bene. Poi ci sono tante foto scattate con loro in varie occasioni”. Quindi, invogliamoli a continuare? “Perché no, lo ripeto a me fa piacere e li ringrazio ancora una volta”. Ma torniamo, adesso, all’11 Maggio del 1997. Stadio Partenio, i lupi sfidano l’Ascoli. In palio c’è la salvezza. L’Avellino ha rischiato grosso, tre allenatori in sella. Prima Zoratto, Poi Di Somma ed infine Pasquale Casale. Il tecnico cervinarese propone un modulo che a distanza di anni è il cavallo di battaglia di Conte e della sua Juventus pluri campione. Quale ? il 3-3-4. Soviero in porta, difesa a tre con altrettanti centrali. Bocchino a destra, Turone centrale e Vecchio a sinistra. A centrocampo tre mediani e vale a dire Di Serafino, Solimeno con ulteriore funzione di stopper e Guida a volte sostituito da Scoponi. Rombo d’attacco formato dalla prima punta Fresta, poi Cecchini alle spalle di Totò con Radice, esterno sinistro offensivo, ruolo inventato di sana pianta da Casale visto che il figlio dell’indimentito allenatore del Torino giocava da terzino in precedenza, una sorta di Mertens attuale, a destra giocava D’Ainzara. Quindici punti in otto gare e l’Avellino centra una insperata salvezza. Si parla poco, troppo poco di quel miracolo calcistico. Siamo del parere che spesso e volentieri non venga tributato il giusto merito al lavoro di mister Casale che meravigliò tutti con il suo modulo ma anche questo è un aspetto, inspiegabile, del calcio. Cosa ricorda di quella gara? “Tutto. Avevo quaranta di febbre, il mister venne a trovarmi in albergo e mi disse che avrei giocato. Tu posizionati in area. Queste le sue parole. Il resto lo avrei fatto da solo”. Quindi ? “tre gol e vittoria che valse la salvezza”. Mister Casale ed il suo modulo. Cosa ci può dire. “Casale era davvero bravo, sempre disponibile al dialogo. Uno di quelli che sa fare il suo mestiere. Il suo modulo ci tirò dalle sabbie mobili e raggiungemmo una meritata salvezza. Contro l’Ascoli facemmo una grande gara, tutto andò per il meglio”. Siamo in chiusura, un pensiero per i tanti tifosi che leggeranno questa nostra chiacchierata? “Un abbraccio a tutti. Resterete per sempr enel mio cuore. Avellino è stata la mai seconda casa e ci sono sempre tornato volentieri. Forza Lupi, sempre e dovunque”. Totò Fresta, un uomo, un mito per i tifosi biancoverdi. Altro giro, altra corsa. Non perdeteci di vista, potreste pentirvene.


About Michele Pisani 2952 Articoli
Giornalista sportivo, iscritto all'albo dopo una lunghissima gavetta. Una passione malcelata per la Formula Uno.

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