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Abbiamo incontrato Alberto Bartali che svolge di preparatore atletico nel calcio. Alberto è un big di questo ruolo avendo lavorato oltre che con Spalletti in Russia anche con il primo Marcello Lippi. Le sue esperienze sono state anche all’estero oltre che in Russia anche in Francia che in Ungheria.
Come hai conosciuto il calcio? L’ho praticato prima in strada tutti i giorni, poi fino all’età di 20 anni nel Pontedera, squadra della mia città. Poi ho cominciato, da iscritto all’ ISEF, a fare il tecnico nel settore settore giovanile sempre del Pontedera. Dopo 2 anni con i giovani, nel 1985, mi fu chiesto di fare il collaboratore in prima squadra con un nuovo allenatore che arrivava dalla squadra primavera della Sampdoria: Marcello Lippi. In quel periodo gli staff tecnici erano molto ristretti rispetto ad adesso, nel nostro caso eravamo in 2 ad occuparci di tutto…
Quando hai capito che potesse diventare un lavoro? Credo proprio di aver avuto da sempre il forte desiderio di diventare professionista, sapevo che c’era bisogno di tanto impegno, studio e tenacia e, un po’ di fortuna. Comunque il primo anno con i “grandi” in serie C2 fu di grande impatto, avevo solo 22 anni e allenavo giocatori esperti, non fu facilissimo…
Dopo l’anno con Lippi che successe? Restai a Pontedera, arrivò come allenatore Adriano Lombardi (grandissimo uomo ed amico), Lippi andò ad allenare il Siena… fu l’hanno che conobbi da vicino il significato di esonero, sia Marcello a Siena che Adriano a Pontedera furono sollevati dai rispettivi incarichi, io continuai a lavorare con Giorgio Canali, allenatore intelligente e molto stravagante… Successivamente lavorai a Siena e lavorai ancora con Adriano Lombardi, poi con Romano Fogli e con Attilio Perotti.
Qual è stato il primo club veramente importante? Nel 1991/92 andai alla Fiorentina Primavera, il direttore sportivo della viola era Moreno Roggi (un amico cui devo riconoscenza che mi è sempre stato molto vicino in tutta la mia carriera), allenatore Mimmo Caso. Vincemmo ad oggi l’ultimo Torneo di Viareggio (era la 44a edizione della coppa carnevale) in finale contro la Roma, pensa che perdemmo la prima partita contro la Dynamo Kiev a Borgo San Lorenzo… Oltre alla coppa vincemmo anche iul titolo di capocannoniere con Giacomo Banchelli, il miglior giocatore con Daniele Beltrammi e il miglior portiere con Emiliano Betti. Fu la prima indimenticabile vittoria in un club importante.
Poi allenasti il Napoli giusto? Arrivai al Napoli dopo una stagione in cui tornai a Pontedera, vincemmo un campionato che resta nella storia della città con un allenatore bravissimo (Francesco D’Arrigo), un presidente amico (Luciano Barachini), un direttore sportivo onesto e di raffinata intelligenza (Bruno Gianfaldoni). Un gruppo di giocatori FORTISSIMI per la categoria, tanto è vero che alla storia è passata un’amichevole giocata contro la nazionale italiana giocata a Coverciano e vinta dal Pontedera per 2-1… Ecco, dopo arrivai al Napoli e fu il mio vero esordio in serie A. Era il campionato 1994/95, in precampionato giocammo partite in Spagna contro Siviglia e Real Madrid, in Inghilterra contro Atletico Madrid e Arsenal nello stadio di Highbury… Quell’anno giocammo la coppa UEFA, ricordo che dopo il pareggio per 1-1 ad Oporto contro il Boavista fu esonerato Guerini per far posto a Vujadin Boskov.
Parlami delle tue esperienze all’estero… il Nizza? Diciamo che la prima in assoluto fu in Ungheria, la squadra era il Videoton, l’esperienza fu breve ma mi servì moltissimo per capire come “non di deve fare”… ergo fu preziosissima. La prima vera esperienza è stata in Francia al Nizza in ligue 2, tre anni importanti culminati nel 2002 con il ritorno del club in ligue 1. Allenatore Sandro Salvioni, Preparatore dei portieri Enrico Pionetti + una squadra di giovani forti e qualche giocatore esperto: fummo promossi meritatamente per la qualità del nostro gioco nonostante tutta una serie di importantissimi problemi che caratterizzarono di club a livello finanziario e di cambio di proprietà. Dopo i 3 anni di Nizza, mister Giuseppe Papadopulo mi chiamò per tornare a Siena che all’epoca era in serie B, accettai perché Siena mi affascina ed avevo voglia di rientrare in Italia dopo 3 anni… era la stagione 2002/03 arrivammo primi contro ogni pronostico iniziale! Fu l’esaltazione del gioco verticale, della velocità e del pressing, della tecnica e dell’estro, del lavoro di squadra, del gruppo. A Siena rimasi ancora nei due anni successivi, 2 salvezze in serie A quando il nostro massimo campionato era universalmente riconosciuto come il migliore del mondo. Dopo Siena ho avuto esperienze, sempre in serie A: Lecce (2 anni) e Catania (2 anni e mezzo).
Lo Zenit San Pietroburgo? Dal 2010 al 2014 c’è stata l’esperienza in Russia, a San Pietroburgo, allenatore Luciano Spalletti, squadra piena di giocatori di talento e quasi tutti nazionali, una proprietà fortissima economicamente ma ancora non molto ben organizzata. In questi 4 anni abbiamo vinto molto: 2 campionati, una coppa di Russia e una supercoppa di Russia. Dopo l’esperienza Russa sono stato un anno alla Sampdoria prima come preparatore atletico con Zenga come allenatore, poi, dopo l’esonero, come responsabile metodologico del settore giovanile.
Il Galatasaray? Al Galatasaray è stato davvero tutto molto intenso… sono stato chiamato con insistenza nella sosta invernale perché c’era da recuperare 8 punti sulla prima in classifica per vincere il titolo, ci siamo riusciti e non solo abbiamo vinto anche la coppa di Turchia e la Supercoppa..! Stadio bellissimo, tifosi fantastici, grande esperienza a fianco di un’icona come Fatih Terim! Sono dovuto venir via da Istanbul con un volo dell’unità di crisi della Farnesina in pieno lockdown per pandemia covid e poi non me la sono sentita di tornare in Turchia.
Ci sono anche i 3 anni di Terni… Il primo anno in serie C lo definirei esaltante. Squadra, allenatore, presidente, D.S., TUTTI MOLTO FORTI! Una galoppata poderosa, primi con tanti record, gioco spumeggiante il tutto, purtroppo, con gli stadi completamente vuoti… Il primo campionato di B abbiamo sfiorato i Play off che con un poco di lucidità e serenità in più avremmo probabilmente raggiunto. Secondo campionato di B di buono terrei solo la salvezza che dopotutto non è cosa banale,,, resto legato affettivamente a Terni e alla Ternana.
Ciao Alberto, carriera fantastica. Complimenti!
I tuoi inizi li ho vissuti con te in quel di Pontedera. Grande prof.
Grande Alberto , un vero professionista appassionato del lavoro