22 Ottobre 2024
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Gli ex del calcio, Gianni Roccotelli: “Voi oggi pagherete il biglietto perché la partita ve la siete vista e non avete proprio giocato”

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Intervista di Michele Pisani @riproduzione riservata

Altro giro, altra corsa. Ennesimo Amarcord. Conti alla mano, li stiamo rintracciando tutti. Ad essere sinceri una mano, non solo in questa occasione, l’ha tesa il grande Fraccapani. E lui che ci da le dritte, noi “eseguiamo”. Il treno dei ricordi arriva a Bari, dove vive Gianni Roccotelli. Non c’è il bisogno di scrivere altro ma e solo per i più giovani che ci preoccupiamo di fare una piccola introduzione. Ala velocissima oltre che tecnicamente dotato, approda ad Avellino nella stagione 1973-74, quella della prima stagione in cadetteria. “Fui notato in un torneo di giovani da alcuni dirigenti irpini. In realtà fu proprio il presidente Sibilia a volermi a tutti i costi. Avevo richieste dal Lecce e pensai che fosse meglio restare nella mia regione. I salentini persero il campionato per un solo punto ai danni dei Lupi. Tutti mi dissero che era meglio giocare in B ed a conti fatti fù meglio cosi. Innanzi tutto perché Avellino era più vicino alla mia città e poi perché fu una esperienza indimenticabile”. Il presidente Sibilia, che ricordo ha del commendatore? “Un grande. Me lo saluti caldamente. Un vero padre. Mi ricordo che quando venni a firmare mi feci accompagnare dal mio papà. Dissi al commendatore che mi ero portato appresso una della famiglia, lui mi guardò e mi disse: “A Roccotè da oggi sono io tuo padre”. Avrei tanti aneddoti da raccontare, eravamo una vera famiglia. Si remava tutti dalla stessa parte.” Aneddoti su Sibilia? Valgono oro, continui. “Una volta giocammo in casa e pareggiammo zero a zero. Sibilia non fu contento del risultato e venne in mezzo ai giocatori. chiamò in disparte due tra i più anziani e disse: “Voi oggi pagherete il biglietto perché la partita ve la siete vista e non avete proprio giocato”. Quando parlava lui si fermavano gli orologi. Se vuoi continuo”. Deve continuare, parliamo del più grande presidente della storia dei Lupi. “Sibilia aveva tolto i premi partita, ad ogni vittoria i miei compagni mi dicevano di intercedere in quanto il patron aveva un debole per me. Ebbene io ci andai, il risultato? Ebbi un buffetto dietro al collo. Mi disse: “ma parli proprio tu che sei il più piccolo ? Tu devi solo pensare a giocare che ti faccio andare in serie A”. Un solo anno ma in tanti la ricordano. “In effetti fu una stagione magica per me. Trentasette presente e sette reti, avevo poco più di vent’anni. Fu una esperienza indimenticabile, ancora adesso custodisco e gelosamente tutti gli attimi passati da voi. Ricordo che con il primo ingaggio comprai un appartamento a Mercogliano. Ebbi venti milioni e diciannove li spesi per una casa costruita proprio da Sibilia.” Tutti ne parlano, anche lei non puoi esimersi. Cos’era la legge del Partenio? “La tana dei Lupi. Chiunque veniva da noi aveva letteralmente paura di fare brutta figura. Non ce n’era per nessuno”. Domanda a bruciapelo, ricorda i suoi compagni ? “Lamia Caputo, Codraro, Piaser, Fraccapani, Fava, Calosi, Roccotelli, Turchetto, Sperotto e Morrone”. Poi il grande volo in massima serie con il Torino di Sala e Pulici. “In realtà mi voleva il Napoli per sostituire Massa ma il presidente mi disse che mi avrebbe ceduto al Torino”. Segue le vicende dei Lupi? “Certo, con affetto. Giocano in lega pro, prima divisione e quest’anno si lotta per tornare in cadetteria. Sono legato a voi tutti da un grande ricordo e spero che l’Avellino torni ai livelli che merita. Il pubblico è unico, caloroso e passionale come solo dalle nostre parti si può trovare”. Altro colpo, l’ennesimo. Contatto effettuato, “vittima” del nostro amarcord il grande Roccotelli. Non perdeteci di vista, potreste pentirvene. Trovare delle foto di quei tempi non è stato facile ma l’archivio storico del forum www.soloavellino.com ci ha dato una grossa mano. Un ringraziamento va a tutti i ragazzi, in modo particolare al grande tifoso Carmine Campanella.

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Giornalista sportivo, iscritto all'albo dopo una lunghissima gavetta. Una passione malcelata per la Formula Uno.

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