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Servizio di Gianni Pagnozzi @riproduzione riservata
Nell’anticipo della 23ma giornata il Napoli affonda a Palermo. I rosanero allenati da Beppe Iachini si schierano in una inconsueta difesa a quattro per contrastare gli inserimenti sulle fasce della squadra di Benitez. Fin da subito iniziano a pressare molto alti i primi portatori di palla azzurri. I due centrali Britos e Albiol patiscono sin dall’inizio la pressione degli attaccanti e Jorginho non riesce mai a supportarli come si conviene, anche perché a sua volta viene anticipato puntualmente dai centrocampisti siciliani. La manovra del Napoli risulta subito poco fluida e inconcludente con continui retropassaggi e il conseguente ricorso all’ultima opzione consentita, quella del lancio lungo. Il Palermo dal canto suo riesce a incanalare la partita secondo i piani prestabiliti e ad attendere di ripartire in contropiede ogni volta che Hamsik e compagni vanno ad infrangersi contro il muro eretto a protezione della sua area. Poi nel calcio si sa, più delle gambe, contano gli episodi e la forza di volontà per contrastare quelli avversi, ed allora ecco che il Napoli riesce a fare en plein subendo un gol da quaranta metri dal terzino marocchino Lazaar e precipitando istantaneamente nella condizione mentale post Bilbao. Non più di 24 ore fa durante la diretta della trasmissione Footballweb eravamo tutti concordi sulla necessità di sostituire come titolare Rafael per i continui errori in tutte le ultime uscite del Napoli, ma evidentemente Benitez non ci ha ascoltato e il portiere Brasiliano stavolta è riuscito a fare anche peggio di quello che finora ci aveva mostrato, compiendo una papera che potrebbe essere accettabile solo in partite amatoriali tra dilettanti, forse ripensandoci bene nemmeno in quelle.
Il contraccolpo psicologico dello sfortunato svantaggio non viene assorbito e la reazione che ci si sarebbe aspettati da una squadra che si prefigge di competere per i massimi traguardi, non si è mai vista, si sono continuati a perdere tutti i contrasti a centrocampo e si arrivava puntualmente in ritardo su tutte le seconde palle. Su un altra ripartenza l’inarrestabile Dybala confezionava un assist a Vasquez che piazzava la palla alla destra di un Rafael ormai tramortito, poi nel secondo tempo non cambiando il registro temperamentale degli azzurri, su un altro contropiede molto ben orchestrato sempre dalla coppia Dybala-Vasquez era la volta di Rigoni a spingere in fondo al sacco il 3 a zero che chiudeva definitivamente l’incontro.
Da segnalare solo per il 3 a 1 l’ennesimo e purtroppo stavolta inutile gol di Gabbiadini entrato nel corso del secondo tempo al posto di Hamsik, una marcatura che comunque non ha mai illuso i tifosi fin troppo consapevoli che una rimonta sarebbe stata quanto mai improbabile.
Onore al Palermo che ha meritato la vittoria e che resta forse l’unica compagine capace di aver battuto nettamente e senza appelli la squadra di Benitez quest’anno.
L’allenatore spagnolo dovrà ora lavorare per recuperare prima di tutto la condizione mentale e le motivazioni della squadra andate in frantumi dopo questa batosta e risolvere una volta e per sempre la questione ultimo uomo, perchè se la crescita di un portiere inizia ad incidere cosi pesantemente sui risultati e sulle prestazioni del reparto difensivo si può anche pensare di farla proseguire dalla panchina e affidare la porta al più esperto Andújar, che tra l’altro ha sempre risposto bene quando è stato chiamato in causa.
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