22 Ottobre 2024
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Gli ex del calcio, Antonio Marasco: “Giocare ad Avellino è una grossa soddisfazione ed io sono felice per avere avuto questa opportunità”

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Intervista di Michele Pisani @riproduzione riservata

A volte ritornano. I ricordi, quelli sono sempre i benvenuti. Quante battaglie, quante vittorie. L’Avellino faceva paura a tutti e quando si giocava al Partenio per gli avversari riuscire a pareggiare era da considerarsi come una vera e propria impresa. Erano gli anni del grande calcio. È passato tanto tempo, troppo. In attesa che i tifosi possano ritornare a sorridere, noi continuiamo a cercare coloro che hanno reso grande il calcio in Irpinia. Uno dopo l’altro, con minuziosa caparbietà.  Ennesimo appuntamento. Questa volta non siamo dovuti andare poi cosi lontano. Torre Annunziata è una città di mare e di calcio. Il Savoia è una delle società sportive più vecchia della nostra regione. Antonio Marasco vive nella sua città natale. Ha smesso di giocare, a trentanove anni e circa seicento gare ha appeso le proverbiali scarpe al chiodo ma non ha cambiato vita. Attualmente ha una scuola calcio, insegna ai giovani quello che di buono ha saputo fare in tanti anni di attività agonistica. Mara8 è nome della scuola calcio. Mara come Marasco ed 8 come il numero di maglia che lo ha accompagnato per tanti anni. Trovarlo è stato semplice, anzi un fortunoso caso. E visto che vi riteniamo parte in causa di un’avventura che dura da quattro anni, vi sveliamo anche i retroscena dell’avvenuto aggancio. Eravamo alcuni amici e parlavamo di…calcio. Squilla il telefono di uno dei presenti, lui risponde e dice: Grande Marasco, come va? Non mi perdo d’animo e gli dico di passarmelo. Conoscendo la mia passione per i lupi, mi domanda se anche Marasco ha giocato con l’Avellino. Il mio sorriso vale quanto una risposta affermativa. Parlo con Antonio e gli chiedo di incontrarci. Appuntamento a Torre Annunziata presso la sua scuola calcio. Aggancio effettuato. Ci incontriamo nel suo ufficio, gagliardetti e foto del calcio che conta. Immagini che hanno una storia, un valore inestimabile. Antonio Marasco è cosi come lo vedi, umile e alla mano. Disponibile e tremendamente innamorato di questo sport. Facciamo a gara a ricordare i giocatori di quegli anni, un lungo sorriso alberga sul suo volto. È di nuovo il suo passato che avanza. Avellino non si dimentica ed i tifosi avellinesi hanno sempre amato Marasco. Hai giocato in tante squadre ma possiamo dire che l’inizio della tua carriera è targata Avellino, sei d’accordo? “Cinque anni non si dimenticano. Fanno parte della mia lunga carriera ma sono stati, in assoluto, quelli più importanti. Giocare ad Avellino è una grossa soddisfazione ed io sono felice per avere avuto questa opportunità. Ho indossato tante maglie e giocato oltre cento gare in serie A ma l’Avellino mi è rimasto nel cuore. Fu il mio primo ed importante trasferimento, Avevo poco più di vent’anni. Sono cresciuto con i lupi, con i suoi tifosi che sono qualcosa di eccezionale”. Hai avuto come presidente Antonio Sibilia, uno che la sapeva lunga. Che personaggio. Un grande presidente, uno tra i migliori. Non sbagliava un colpo. Aveva il suo carattere e non era facile fargli cambiare idea ma posso dire ed a distanza di anni che gente come lui manca al nostro calcio”. Raccontaci qualche episodio, una storia ancora inedita ai nostri tanti lettori. “Ne avrei una davvero particolare, riguarda un allenatore che ha fatto storia ad Avellino ma….” Non vuoi dirci chi è? Almeno raccontaci solo l’episodio. “Solo a pensarci mi scappa da ridere. Sai che il presidente amava essere sempre presente, una sorta di padre putativo. Ebbene spesso arrivava negli spogliatoi, all’improvviso. Ancora ho la scena ben presente. Apre la porta ed entra, con la sua proverbiale sigaretta e gli occhiali. Una volta dentro notò i capelli di uno dei presenti nello spogliatoio, si avvicinò e gli girò intorno fissandolo con interesse. Incominciò a ridere e poi disse: “Ma comm ti si fatt sti capill ? “ Noi non potevamo di certo ridere con lui ma ci guardammo in faccia e facemmo fatica a trattenerci. Don Antonio era cosi, diceva quello che pensava. Un personaggio unico e credo che sarà difficile poterlo sostituire nel cuore dei tifosi”. Una domanda, di rito. Tutti i calciatori ricordano e con affetto il pubblico irpino per quel suo modo di fare il tifo. “Lo so a cosa ti riferisce e del resto non è difficile intuirlo. Tutto vero. Quel grido di battaglia mi rimbomba ancora in mente. Pensa che già dal sottopasso che si udiva e gli avversari avevano paura. Devi sapere che ho giocato in tutti i campi della massima serie ma quando stavo per scendere sul rettangolo di gioco del Partenio avvertivo sensazioni uniche, era una vera e propria bolgia. Chi se lo dimentica, quel LUPI  LUPI era unico, inimitabile”. Il gol più bello che hai realizzato con la maglia dei lupi ? “Io ne ho segnato dieci e quasi tutti di testa. Non c’è per me uno più importante ma posso dirti che i sei realizzati nell’anno della promozione restano di certo quelli che ricordo con maggiore affetto”. Il momento più brutto? L’anno della retrocessione. Appena la stagione dopo la vittoria del campionato. Fu quella  dei diciannove gol di Pasquale Luiso  e della Mercedes. Ricordo che c’era  Corrado Orrico, poi subentrò Bruno Pace. Perdemmo la cadette ria con il Chievo, una brutta sconfitta ma vedo che ricordi tutto alla perfezione. Parliamo di altro, quella retrocessione ancora mi fa male”. Bene, allora mi corre l’obbligo di farti tornare il sorriso. L’anno della promozione, parlami ancora di quella memorabile stagione. “Ricordo che avevamo una squadra fortissima, tanti giocatori che hanno dimostrato tutto il loro valore. Carmine Esposito, Landucci, il duo Carannante, Cudini, Fioretti, Fonte e tanti altri. L’ allenatore era Papadopulo ma fu esonerato ed al suo posto arrivò Boniek. Facemmo la finale a Pescara contro il Gualdo di Novellino e ci giocava anche Di Napoli. Vincemmo ai rigori, l’ultimo lo segnò Antonio Carannante”. Cosa mi dici dell’Avellino che ha difficoltà ad affermarsi in Lega Pro ? “Ti dico che non ci avrei mai creduto se me lo avessero detto in anticipo. E’ stato un duro colpo anche per me. L’Avellino merita i grandi palcoscenici. Vedi e lo sai bene quanto me, li si respira aria di grande calcio, di sfide epocali. Spero che vincano il campionato e che possano essere protagonisti anche l’anno prossimo. Tengo molto all’Avellino e auguro grandi soddisfazioni a tutti i suoi tifosi”. A presto ad Antonio Marasco, un altro grande calciatore al quale i tifosi sono molto legati.

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Giornalista sportivo, iscritto all'albo dopo una lunghissima gavetta. Una passione malcelata per la Formula Uno.

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