22 Ottobre 2024
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Una maglia gloriosa non può essere oltraggiata così

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Servizio di Maurizio Longhi @riproduzione riservata

Da quando Carlo Ancelotti si è insediato sulla panchina del Napoli, la squadra non ha fatto altro che deludere. Da dimenticare l’annata scorsa, ricordiamo la maglia lanciata da Callejon ai tifosi e rispedita al mittente? Un chiaro sintomo di malessere e insoddisfazione da parte della tifoseria, non un affronto ad un grande professionista quale è lo spagnolo come qualcuno, evidentemente spinto dalla volontà di deviare l’attenzione dal vero problema, ha voluto far credere. Archiviata la negativa stagione passata, per decenza evitiamo di parlare di anni di transizione (lo dobbiamo alla nostra onestà intellettuale), si pensava che quest’anno le cose potessero migliorare. Mister Ancelotti aveva annunciato senza tanti giri di parole che la squadra era competitiva per lo scudetto. Essere competitivi per un obiettivo non significa raggiungerlo per forza, ma almeno lottare per esso con tutte le proprie forze.

Ebbene, già dalla quinta giornata, dopo la sconfitta subita in casa col Cagliari, il Napoli ha detto addio alla corsa scudetto e, cosa ancora più preoccupante, c’è il serio rischio di non arrivare neanche tra le prime quattro. Sarebbe una sciagura sportiva di dimensioni cosmiche che avrebbe come conseguenza l’implosione di un progetto e la necessità di ripartire da zero.  Con il Napoli di campionato all’inseguimento affannoso di Cagliari, Lazio e Atalanta avanti di tre punti, c’era la Champions a rendere il quadro leggermente più roseo, per il semplice fatto che, battendo in casa il Salisburgo, c’era la possibilità di conquistare gli ottavi con due turni di anticipo. I cortigiani laudatori già avevano il violino pronto per parlare di traguardo storico, mai successo prima, come si può criticare un operato che produce cotanto nobile risultato? Il Napoli è riuscito a piegare il Salisburgo? Macché, dopo poco più di dieci minuti, la squadra austriaca era avanti grazie ad un rigore per un clamoroso e incomprensibile fallo in area di Koulibaly, roba dinanzi alla quale è venuto davvero il sospetto che si stesse giocando tra scapoli e ammogliati.

Il Napoli, però, ha avuto il merito di reagire e di collezionare una infinità di palle gol senza capitalizzarle, ma il pari è arrivato alla fine della prima frazione con un guizzo di Lozano. Tanto criticato il messicano finora, e pensare che non poteva avere impatto migliore con il gol in casa della Juve, sicuramente non può essere un gol a fare primavera, ma era comunque importante che ritornasse protagonista. Nella ripresa, c’è stato il nulla assoluto in campo, evidentemente il Napoli ha accusato le fatiche del campionato, sforzi sovrumani che prosciugano ogni energia. Si dice che il pari sia un risultato positivo, ne siamo proprio sicuri? Il prossimo turno prevede uno scenario dai risultati quasi scontati: Salisburgo che si impone col Genk e Napoli ad Anfield. Probabile che il discorso qualificazione venga rimandato agli ultimi 90′ dove il Liverpool regalerà la partita agli austriaci (un po’ come fece due anni fa Guardiola allo Shakhtar) e mettiamo caso che il Napoli non riesca a sbloccare la gara col Genk, che si dirà? Si conteranno i pali colpiti e si griderà alla sfortuna?

Ma lasciamo stare ciò che si è verificato sul campo, passato in secondo piano per quanto registratosi dopo con l’ammutinamento della squadra contro il ritiro imposto dalla società. Ci atteniamo ai fatti ufficiali, ossia al comunicato della società che ha annunciato di tutelare i propri diritti in ogni sede competente. Morale della favola? I giocatori non hanno rispettato le direttive della società di cui sono dipendenti. Farebbe ridere se non fosse tutto vero. Parliamo di giocatori che guadagnano milioni di euro, stanno offrendo prestazioni imbarazzanti e che fanno? Decidono deliberatamente di andare contro la società, a questo punto devono farsi sentire i tifosi pretendendo che si giochi con la terza maglia, questa gente non è degna di indossare l’azzurro. Con il caos che si è venuto a creare, il rischio che la stagione possa assumere una piega ancora più nefasta non fa che turbare i tifosi napoletani a cui già sono stati spezzati i sogni di grandezza.

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Giornalista pubblicista e' uno dei fondatori di www.footballweb.it

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