22 Ottobre 2024
  • www.footballweb.it e’ una testata giornalistica
  • registrata presso il Tribunale di Napoli Nord –
  • Numero registrazione 22 cronologico 4288/2016.
  • Editore: Gianni Pagnozzi;
  • Direttore Responsabile: Michele Pisani

News calcistiche

News calcistiche

Views: 4

Torino, Zapata si presenta: “Europa e doppia cifra di gol!”

“Il Toro è stata l’unica squadra fortemente interessata a me. I concetti calcistici di Juric sono simili a quelli di Gasperini ma non uguali. L’accoglienza dei tifosi è stata bellissima. Mi piace questa responsabilità. Io sono sempre stato uno che parla sul campo, spero di essere all’altezza di questa responsabilità”, racconta Duvan Zapata, nuovo attaccante del Torino, in sala stampa.

 

Elmas, un gol nella Macedonia per guadagnarsi il Napoli

Segnali di Elmas. E non è fumo, ma grande sostanza. La sosta per le nazionali restituisce a Garcia un giocatore che vuole far di tutto per metterlo in difficoltà nelle scelte future. 90 minuti splendidi contro l’Italia, ripetuti anche a Malta con il gioiello del destro che ha sbloccato la partita.

Primo gol stagionale per Elmas, uno che l’anno scorso ne ha segnati 6 in 36 presenze con Spalletti. E che invece finora con il Napoli il campo lo ha visto pochino. 14 minuti a Frosinone, 7 con il Sassuolo, poi stop. O con la Lazio. Nel finale gli è stato preferito Lindstrom, appena arrivato. Lui con la Danimarca ha giocato meno. 117 minuti totali. Oltre 70 di puro divertimento contro San Marino, e un tempo in Finlandia. Ora potrà perfezionare il suo ambientamento italiano.

Con Garcia ha già messo insieme quasi 200 minuti nelle prime 3, ma ritrovare Spalletti gli ha fatto altrettanto bene. Ora deve solo tornare al gol. Visto l’infortunio di Politano e dando per scontati Osi e Kvara, Raspadori-Lindstrom sembra il ballottaggio per la terza maglia in attacco contro il Genoa. Ma attenzione ai segnali arrivati dalla Macedonia. Quelli mandati da Elmas. Che Garcia di sicuro ha colto e che gli presenteranno quel tipo di problema che ogni allenatore si augura. Avere abbondanza nelle scelte.

 

Quelli che… si fermano: da Mina a Kalulu, quante defezioni

Diversi stop durante la pausa nazionali: l’ultimo del viola Yerry Mina ko con la Colombia (almeno due settimane di stop). Problema muscolare anche per Kalulu che sarà valutato in ottica derby (con Tomori già out per squalifica). Erano convocati ma hanno lasciato la nazionale azzurra Chiesa, Lorenzo Pellegrini, Politano e Mancini. Nella Salernitana si ferma Dia, mentre nel Bologna recupera Skorupski.

 

Dia, caso aperto: non è ancora tornato a Salerno!

Il caso Dia-Salernitana si infittisce di un nuovo misterioso capitolo. Il “giro largo”, si potrebbe intitolare. Quello che l’attaccante senegalese della società campana ha deciso di fare per rientrare alla base dopo la trasferta africana al seguito della propria Nazionale, con la quale ha anche riportato un infortunio muscolare che lo terrà sicuramente fuori per almeno una decina di giorni. Dia, infatti, era atteso a Salerno nella giornata di ieri, martedì 12 settembre, ma al contrario di quanto si aspettavano i dirigenti campani il giocatore non si è presentato in città e si è diretto in Francia da alcuni familiari, per prendersi almeno altre 24 ore in più di stacco dal club e manifestare un altro segnale di insofferenza per la situazione nella quale una delle rivelazioni della passata stagione di Serie A si è ritrovato alla fine del calciomercato. Il giro largo, per l’appunto: tornare dall’Africa passando per la Francia. La situazione, in ogni caso, non è ancora degenerata. La Salernitana, che aveva multato il giocatore per non essersi messo a disposizione per la partita della terza giornata contro il Lecce, ha tutte le intenzioni di ricucire il rapporto col giocatore e lo aspetta fiducioso a Salerno, prima di tutto per sottoporlo agli esami strumentali per stabilire la reale entità dell’infortunio col Senegal e poi per ristabilire una pace che a questo punto, col mercato chiuso, conviene a tutti. La Salernitana non può permettersi di rinunciare a Dia e Dia, se come è lecito vuole fare il grande salto e imporsi alle attenzioni dei club europei, non può permettersi di rimanere fermo per 4 mesi, fino alla prossima finestra di mercato. Ma ora sta soprattutto al giocatore capire cosa vuole fare: tornare (al massimo entro domani) a Salerno e rimettersi a disposizione di Paulo Sousa dopo aver parlato con Iervolino, oppure restare ancora in Francia e diventare ufficialmente un disertore, con relativa deflagrazione del caso e danni per tutti. Insomma, altre 24 ore di passione si aspettano a Salerno. Dove tutti sperano che il caso non Dia più fastidio.

 

Voeller rilancia la Germania: “Troppo stress, arriverà presto un nuovo ct…”

Rudi Völler non si è lasciato commuovere dai cori dei tifosi tedeschi: “C’è un solo Rudi Völler”, hanno cantato nell’euforia di una serata che ha visto la Germania tornare al successo (2-1) nell’amichevole di lusso contro la Francia. L’ex attaccante del Marsiglia e della Roma, ​​nominato CT ad interim della Nazionale dopo l’esonero di Hansi Flick , non ha intenzione di restare: “Il risultato non cambia la situazione. Per me è molto chiara: gli ultimi giorni sono stati molto stressanti”, ha dichiarato in conferenza stampa a Dortmund, al termine della sfida.

Völler tornerà ora al suo ruolo di direttore sportivo e inizierà la ricerca di un nuovo allenatore, che ha promesso di trovare entro tre settimane: “Il mio desiderio ora sarebbe quello di potervi presentare il prossimo allenatore tedesco durante la prossima finestra internazionale. Non farò nomi, l’importante è che sia qualcuno che parli tedesco. E poi deve essere un uomo eccezionale”.

Nella ricerca dell’allenatore ideale, Völler ha assicurato che “parlerà al telefono con uno o due giocatori”, probabilmente vecchie glorie della squadra. Philipp Lahm e Bastian Schweinsteiger hanno già espresso la loro preferenza per Louis van Gaal, che però non crede di avere possibilità perché “nessuno straniero è mai stato scelto per il ruolo di allenatore della nazionale tedesca”. Il favorito è Julian Nagelsmann.

 

Arbitri: il milanese Sozza dirigerà il derby Inter-Milan

E’ Simone Sozza l’arbitro che dirigerà Inter-Milan in programma sabato alle 18, big match della 4a giornata di Serie A: per la prima volta nella storia il derby di Milano sarà arbitrato da un direttore di gara milanese, anche se c’è il precedente di Paolo Casarin, nato a Mestre ma della sezione di Milano, che ha diretto Inter-Milan del 27 marzo 1977 (ultimo derby di Sandro Mazzola). Al Var è stato designato Di Paolo, mentre Piccinini sarà all’Avar. Assistenti Carboni e Giallatini, mentre il quarto uomo è Guida. L’altra grande sfida della giornata, Juventus-Lazio, è stata affidata a Fabio Maresca di Napoli.

Il 36enne Sozza ha diretto in carriera tre volte l’Inter, che ha sempre vinto: nella stagione 2021-22 nel 3-1 alla Roma, nella passata stagione nel 2-1 a Mapei contro il Sassuolo e nell’1-0 a San Siro contro il Napoli. Positivo anche il bilancio del Milan: due precedenti e altrettanti successi. Il primo nei quarti di Coppa Italia 2021-22 (4-0 alla Lazio), il secondo il 2-1 alla Fiorentina nel 2022-23.

GLI ARBITRI DELLA 4ª GIORNATA
Juventus-Lazio (16/09, ore 15.00) Maresca
Inter – Milan (16/09, ore 18.00) Sozza
Genoa-Napoli (16/09, ore 20.45) Fabbri
Cagliari-Udinese (ore 12.30) Doveri
Frosinone-Sassuolo (ore 15.00) Prontera
Monza-Lecce (ore 15.00) Marinelli
Fiorentina-Atalanta (ore 18.00) Pairetto
Roma-Empoli (ore 20.45) Sacchi
Salernitana-Torino (18/09, ore 18.30) Giua
Verona-Bologna (18/09, ore 20.45) La Penna.

 

Caso Pogba: idea patteggiamento mentre la Juve gli taglia lo stipendio

Tra dolo e dolore, mai come in questo caso, il passo è davvero minimo. La carriera di Paul Pogba, al netto di controanalisi che in casi come questo confermano quasi sempre la positività, è appesa a un filo e, probabilmente, alla più dura delle decisioni da prendere. Vale a dire, come già fatto con la Juventus, ammettere di aver assunto, sia pure per sbadatezza, un farmaco dopante e tentare la via del patteggiamento. Stando a quanto trapela, la positività del francese dipenderebbe infatti da un integratore acquistato a Miami su consiglio di un medico “amico”. Un integratore vietato e nel quale la presenza di doping sarebbe stata tra l’altro segnalata. E’ evidente, in questo senso, che dimostrare la mancanza di volontarietà sia molto complicato. Come complicato è ottenere una squalifica inferiore ai 4 anni (pena appunto prevista in caso di dolo) a meno di non ridurla della metà attraverso il patteggiamento con il Tribunale Antidoping. 

La strada, insomma, sembra a senso unico, anche se i legali del giocatore non si sono ancora espressi nel merito e attendono, come giusto, la conferma della positività. Certamente una scelta diversa dal patteggiamento porterebbe a uno stop che potrebbe essere definitivo nella carriera di un giocatore già alle prese con diversi problemi fisici e comunque 30enne.

Nel frattempo, come sua facoltà, la Juventus ha sospeso lo stipendio a Pogba, che riceverà solo il minimo sindacale, vale a dire 47mila euro e spiccioli, per uno stipendio mensile che si aggirerà attorno ai 2mila euro. In pratica i soldi di un impiegato di medio livello. Non rimarrà sul lastrico, ma la distanza dai 10 milioni netti previsti dal suo contratto è abissale.

 

Spalletti: “Fischi a Donnarumma? Zitti, siamo privilegiati…”

Conferenza stampa di Luciano Spalletti. Dalla sala stampa di San Siro il ct dell’Italia commenta la partita contro l’Ucraina.

“Mi porto dietro da questi giorni tutti ciò che è successo. Certo, quando poi c’è il risultato a tutti i costi diventa più difficile da gestire ma noi si vuol giocare partite con questa pressione qui. Poi magari per qualcosa di più importante, non per la qualificazione, ma sono queste partite qui e queste tensioni qui che ti danno la misura di che uomo sei. Ormai è un calcio così con la montagna del risultato a tutti i costi da perforare. Dobbiamo dimostrare che calciatori e che uomini siamo, a chi ci guarda ma soprattutto a noi stessi”.

La squadra stasera ha giocato e s’è mossa bene in campo
“Vero però quando poi si decide di cambiare, di fare un calcio più moderno, rischi qualche volta di rimanere con spazi un po’ più larghi. Loro dopo il 2-0 giocavano sulla riconquista palla e sul due contro due. Ci hanno creato problemi in due situazioni e nella ripresa Di Lorenzo è stato bravo a giocare più stretto. Con tutte le ipotetiche palle gol create, però, la partita andava chiusa prima altrimenti poi si arriva col fiato sul collo. Nel primo tempo ci sono state 8-10 riaggressioni sulla palla persa che fanno la differenza perché tolgono fiducia all’avversario, coinvolgono lo stadio e danno sicurezza”.

Emotivamente può tirare le somme sulle differenze tra il calcio del campionato e quello della Nazionale?
“Bisogna essere bravi a fare delle sintesi, però poi bisogna credere che ci si può mettere ugualmente qualcosa di nostro. Questo fatto di gestione, che non puoi fare l’allenatore, è un qualcosa che non trova riscontro nella mia realtà. Il tempo va usato bene, devi fare una ricerca ben precisa delle cose da dire e non si può andare a intasare la testa e la libertà dei calciatori, non gli si toglie niente ma un po’ di organizzazione va data e i video diventano fondamentali perché coi video si può lavorare anche a distanza. Spesso noi si racconta un calcio differente da quello attuale, ora i calciatori vengono al campo e vogliono essere pronti, vogliono essere allenati e partecipare. Non è vero che si vanno a rifare le stesse cose di 20 anni fa, quello era un altro calcio. Ora vengono, si preparano e vogliono sentirsi dire cose in cui si riconoscono e credono. Bisogna indicare dove bisogna andare, sono loro che lo chiedono. E poi il tempo va usato bene, è la cosa più importante che abbiamo. Il tempo è la cosa più importante di tutte, quando vuoi bene a qualcosa gli devi regalare il tuo tempo e noi dobbiamo dedicare tutto il nostro tempo alla Nazionale, anche se sono solo dieci giorni”.

Qual è la sua posizione sui fischi a Donnarumma?
“Ne abbiamo parlato ieri… Vedere un ragazzo a cui viene donato questo talento e a volte ne fa un uso improprio è un qualcosa da attenzionare, perché altrimenti la gente ha questa vogliettina di aspettarti al varco. Siamo privilegiati, se fischiano è perché non ci siamo meritati gli applausi. Uno nella personalità che ha non va a reagire mai: a volte si può reagire con gli atteggiamenti, altre volte con le parole. Altre volte ancora si sta zitti e si va a lavorare ancora meglio. Probabilmente se ci hanno fischiato hanno anche visto qualcosa che non va bene. Si fa quelli che sono umili perché c’è stata data una possibilità che tutti vorrebbero vivere, ma non possono. E non mi stanno bene quelli che poi reagiscono sui social con delle frasettine. Noi abbiamo il dovere di comportarci come professionisti, non come bambini viziati. Si sta zitti”.

Come s’è trovato su questa panchina? Qual è l’immagine che si porta a casa?
“Mi ci sono trovato benissimo, per me è una roba incredibile. Mi sembra di essere in Paradiso, tutto avvolto dall’azzurro. Mi porto dietro con grande piacere l’attenzione dei calciatori, dal primo momento che li ho incontrati ho visto una partecipazione totale. Ho visto tutte quelle cose che abbiamo richiesto. Poi tutti abbiamo anche delle difficoltà, ma ci sono anche degli obblighi. E gli obblighi li dobbiamo assorbire e mettere in pratica. Dobbiamo saper reagire nelle difficoltà: l’Italia dei mitici ci ha fatto vedere che anche quando aveva grandi giocatori era figlia soprattutto di un gruppo unito. E su questo non si può sbagliare: mi porto dietro la disponibilità di tutti i giocatori e bisogna stare attenti a fare le convocazioni perché poi quando lo lasci fuori gli fai del male. Noi lavoriamo con un progetto, il presidente stesso lo vuol vedere e ci vuole indicare un progetto. Bisognerà mettere ulteriori puntini sulle i”.

Sabato abbiamo visto una Nazionale con Immobile, stasera un’altra Nazionale con Raspadori. Perché stasera Immobile non c’era?
“E ce ne sono anche altri fuori, come Scamacca o come Kean. Staremo attenti a sbagliare il meno possibile e staremo ancora più attenti. Abbiamo fatto tutti la nostra parte stasera, oggi chi aveva già giocato ha sofferto più degli altri perché il campo di Skopje ha lasciato a tutti i calciatori delle scorie e dei veleni nelle gambe”.

E’ più difficile non convocare un giocatore o mandarlo in tribuna?
“Più difficile mandarlo in tribuna. Ci sono dei ruoli però che sono particolari, tipo il centrale difensivo. Ne va portato uno in più, così come va portato un centravanti in più. Mi è piaciuto come è arrivato Orsolini. Berardi, ad esempio, aveva appena giocato un’amichevole e aveva un po’ di problemini. Si può tentare di fare al contrario: invece di convocarne tantissimi se ne convoca meno e si allertano 7-8 che verranno chiamati dovesse succedere qualcosa. E’ un’idea”.

Stasera è nata la tua Nazionale?
“La Nazionale è sempre di tutti. In Federazione ho trovato gente perfetta che lavora lì e ha dato un contributo notevole”.

 

Tris dell’Argentina in Bolivia: a segno anche Nico Gonzalez

Non c’è Messi, ma ci pensa Di Maria: è l’ex juventino, con due assist, a guidare l’Argentina alla vittoria in Bolivia, permettendo alla Seleccion di restare a punteggio pieno dopo le prime due partite di qualificazione al prossimo Mondiale. Come sempre temuta quando gioca in casa, in altura, la Bolivia si scioglie nel primo tempo, dando una mano agli argentini con il rosso che Roberto Fernandez si becca alla mezz’ora. Poco prima l’aveva sbloccata Enzo Fernandez, subito dopo raddoppierà Tagliafico mettendo il risultato in cassaforte. Non serve nemmeno l’ingresso in campo di Lautaro, al quale vengono concessi solo i minuti finali, quando il viola Nico Gonzalez trova il 3-0.

About Redazione 10592 Articoli
Redazione Footballweb. Inviaci i tuoi comunicati alla mail: footballweb@libero.it (in alternativa sulla pagina Facebook) e provvederemo noi a pubblicarli. La redazione non si assume la responsabilità circa le dichiarazioni rilasciate nei comunicati pervenuti.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.