16 Giugno 2025
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Il grido di chi ci crede ancora

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Servizio di Maurizio Longhi (foto di Carmine Galano) @riproduzione riservata


Era il massimo che il Sorrento potesse ottenere, perché in pochi pensavano che la gara del “Guariglia” tra Agropoli e Valdiano potesse finire diversamente. In casa rossonera, la paura era che, dopo la sconfitta di una settimana fa, potesse subentrare un blocco mentale e, quando non si è sereni mentalmente, il pallone scotta, finisce col pesare come un macigno. In effetti, dopo la prima frazione di gioco, la sensazione era proprio questa, di un Sorrento timoroso e poco propositivo, in balìa più di se stesso che degli avversari. Generosa la Virtus Avellino e in più occasioni anche pericolosa, clamoroso il salvataggio sulla linea di Guarro, passare in svantaggio sarebbe stata una mazzata tremenda per i rossoneri. I quali, però, hanno saputo resistere, hanno sofferto il predominio irpino senza mai mollare di un centimetro, hanno rischiato di capitolare, è vero, ma tenendo sempre duro, come solo quelli che hanno un grande obiettivo sanno fare. Bisognava resistere, era questo il mantra, l’Agropoli aveva già preso il largo contro il Valdiano ma lo si immaginava, l’importante era trovare il gol in qualche modo, poi la storia sarebbe cambiata.

Nel settore ospiti erano assiepati tantissimi tifosi provenienti da Sorrento, loro ci credevano, non hanno mai smesso di farlo e si facevano sentire. Per chi non l’avesse ancora compreso, il grande tifo rossonero si è riacceso ed è pronto a divampare ancora, come una fiamma alta, intensa e scoppiettante. Loro erano lì, in attesa del colpo di scena, perché non poteva finire così, maledetto calendario che ha riservato un finale thrilling dopo un campionato da applausi. Alla Virtus Avellino bastava il pareggio per assicurarsi i play off ma voleva trovare il gol per tutelarsi da spiacevoli sorprese, quelle che il calcio tiene sempre in serbo. E fu così che il giovanissimo Falanga, classe ’98, gelò il “San Michele” di Serino. Una zampata in area su una seconda palla e i fantasmi si sono dileguati. C’erano ancora venticinque minuti più recupero da giocare, dopo la traversa di Cifani, nell’occasione l’ariete costiero è stato anche costretto a dare forfait per infortunio, è stata una apnea fino all’ultimo. Proprio nel recupero, i padroni di casa si sono lamentati dopo il gol annullato per fuorigioco, le proteste sono state reiterate e patron Genovese, che non ha lasciato un grande ricordo a Sorrento, è andato in escandescenze lasciandosi andare a dichiarazioni al vetriolo.

Nonostante la prova non brillante e la sofferenza indicibile, il Sorrento si è guadagnato i tre punti che gli consentono di disputare lo spareggio contro l’Agropoli, per una sfida infinita, e chissà che l’inerzia non sia cambiata. I delfini, dopo il blitz del “Campo Italia”, pregustavano già la promozione diretta, in pochi pensavano che il Sorrento avrebbe avuto la forza mentale di risollevarsi dopo una cocente delusione e con una trasferta tra le più insidiose all’orizzonte. Evidentemente anche l’amore dei sorrentini è stato fondamentale perché la mente non andasse completamente in tilt, quell’amore che deve essere riversato in dosi ancora più copiose in vista di questo spareggio. Che l’Agropoli sia una squadra più attrezzata è inutile negarlo, hanno sperato fino all’ultimo nel ripescaggio in D, ma il Sorrento ha un cuore grande e, di solito, dopo due sconfitte consecutive contro una squadra, se è necessario ancora un terzo incontro, significa che il pronostico può essere ribaltato. Peccato che si dovrà fare a meno per squalifica di un elemento chiave per gli equilibri tattici della squadra come Pepe, saranno da valutare le condizioni di Cifani, presentarsi mutilati ad una finale non è proprio il massimo, ma è nelle difficoltà che si dà il meglio. Lo insegna la battaglia di Serino. Resistenza, colpo letale, trincea e conquista.

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Giornalista pubblicista e' uno dei fondatori di www.footballweb.it

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