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Servizio di Maurizio Longhi @riproduzione riservata
È una città che conserva un grande richiamo storico, nel suo ventre ci sono quegli Scavi che custodiscono la dimensione di un’altra epoca che resiste al tempo che passa. Il suo nome richiama Ercole, una figura leggendaria famosa per le dodici fatiche, nel corso delle quali fondò Herculaneum, da cui prende il nome l’attuale società di calcio. Una storia avvincente ma una società imberbe che, dopo aver riportato la squadra in Eccellenza e aver terminato lo scorso campionato sull’ultimo gradino del podio, ora vorrebbe continuare a sognare in grande. L’obiettivo dichiarato è quello di migliorare il piazzamento dello scorso campionato e, dopo un terzo posto, alzare l’asticella significa rivolgere l’attenzione sempre più su. Si preannuncia un campionato ad alto contenuto emotivo, se lo scorso anno la nobile decaduta era la Turris, aggiudicatasi la leadership del girone, nel prossimo bisognerà fare i conti con la voglia di rinascita del Savoia. Certo che, per una questione di prestigio e campanile, già fa un certo effetto pensare ad una carovana di tifosi che dalle strade della vecchia Resina si prepara ad invadere la terra oplontina (sperando che non ci siano divieti). L’Herculaneum fa sul serio e, nella conferenza stampa di presentazione della prossima stagione, i membri della società fanno chiarezza su alcuni punti e danno pubblicamente il benvenuto ai due volti nuovi dello staff: il tecnico, Pasquale Vitter e il direttore sportivo, Marco Mignano.
Il primo a prendere la parola è il presidente onorario, Alfonso Mazzamauro che tocca tantissimi punti, dalle criticità alle migliorie, ma la premessa è un atto d’amore: “Sto imparando ad amare la città e i cittadini di Ercolano. Ci tengo a sottolineare che noi siamo l’Herculaneum e, con questa denominazione, abbiamo vinto un campionato e siamo arrivati terzi in Eccellenza. In merito alla nostra solidità, posso affermare che abbiamo pagato fino all’ultimo centesimo i collaboratori, e questo è motivo di vanto. In vista del prossimo campionato, abbiamo scelto un grande tecnico, un grande diesse e cercheremo di fare il massimo in linea con il nostro budget. Paghiamo 17mila euro di fitto al campo e gli allievi giocano fuori Ercolano. Noi stiamo dando molto alla città ma riceviamo poco. Il nostro pubblico è favoloso, ma una parte, perché ce n’è un’altra che entra senza biglietto visto che, la nostra, è una media di 700 spettatori a partita ma con 60 paganti, qualcosa non quadra. Inoltre, il Comune ci ha chiesto anche la vigilanza che noi paghiamo. Prima della campagna elettorale, ho parlato con il candidato che sarebbe stato eletto sindaco della città, il quale, un’ottima persona, mi ha detto che si sarebbe interessato al campo. Avevo chiesto all’ex sindaco di fare una sala stampa a mie spese, non mi è stato concesso. Abbiamo un diesse – lo indica – che non sorride molto ma fa i fatti. Assicuro che ci saranno nomi importanti ma preferiamo mantenere un certo riserbo, per evitare che possano nascere aste al rialzo. Chi rimarrà deve avere la mentalità vincente. Capitan Salvati – anch’egli presente al tavolo della conferenza – vive di calcio, ma si è ridotto il compenso perché ha capito i nostri sacrifici. Puntiamo ad un campionato migliore dell’anno scorso. Faccio parte del mondo dell’impresa e la mia professione mi ha insegnato che un imprenditore deve vedere il proprio personale come una famiglia allargata e non come una mucca da mungere, stesso discorso anche per un presidente di calcio. Infine, rivolgo il mio più grande in bocca al lupo a mister Ulivi, per il quale parlano i risultati, ma si doveva aprire un altro ciclo e abbiamo individuato in Vitter l’uomo giusto”
Lapidario ma incisivo il presidente, Francesco Annunziata che si è soffermato sui problemi a cui la società deve far fronte: “Che difficoltà ci sono? Mancano sostegni di sponsor e dell’amministrazione comunale, e dobbiamo contare sulle nostre forze per foraggiare le ambizioni e costruire un organico competitivo. Voglio evitare proclami, mi limito ad affermare che da parte nostra c’è tutta l’intenzione di migliorare e fare sempre meglio. Sono orgoglioso di far parte di questa società, la cui parola d’ordine è serietà”.
Il suo volto non trasuda emozione, come se, da esperto e professionale uomo di campo, non volesse perdersi in chiacchiere sottraendo tempo al suo lavoro. È chiamato ad un compito non facile ma che, allo stesso tempo, si configura come una sfida stimolante che ha accettato consapevole delle sue capacità: “Sono orgoglioso di far parte di questo progetto in una piazza storica come Ercolano. Ho accettato la proposta perché Mazzamauro e Annunziata sono persone serie, che fanno sacrifici e che mettono nelle condizioni migliori per lavorare. Ci vogliamo togliere tante soddisfazioni, abbiamo attenzionato giocatori di prima fascia. Stiamo trovando difficoltà perché i giocatori hanno pretese eccessive a livello economico, ma la chiamata dell’Herculaneum deve onorare per storia e prestigio. Mi spiace dirlo, ma un giocatore come Casonaturale, al 90%, andrà altrove perché non ha accettato un’offerta importante. In questa società, si respira la voglia di fare calcio ma ci deve essere riconoscenza. Il nostro presidente non dorme la notte per non far mancare niente ai tesserati. Questa societa’ ha qualcosa di speciale, perché c’è una famiglia unita impegnata nel calcio. Una chiosa per i tifosi: spero che siano un valore aggiunto, nutriamo massimo rispetto per loro che, ogni domenica, possono essere il dodicesimo uomo in campo”.
È uno che sa come si vincono i campionati di Eccellenza, Pasquale Vitter, dopo aver contribuito alla salvezza della Sarnese in serie D, è sceso di categoria per sposare il progetto granata. Per farlo, significa che le sue motivazioni sono altissime : “Voglio procedere sulla linea degli ultimi cinque anni, dove ho vinto tre campionati e salvato una Sarnese in un difficile campionato di serie D dove le campane hanno sofferto oltremodo, forse il “demerito” è quello di aver raggiunto troppo presto una posizione tranquilla. Nella mia carriera, ho guadagnato tutto sul campo, sono partito dal basso per poi scalare le categorie. Mi dispiaceva abbandonare la serie D ma non potevo rifiutare la chiamata del duo Mazzamauro-Annunziata. C’è dentro di me la voglia di regalare qualcosa di bello a questa piazza, anche se sarà un campionato difficile, ci scontreremo con realtà importanti, ma dico ai tifosi di stare tranquilli e di avere fiducia. Non ho un modulo fisso, in D non andava bene il 4-2-3-1 che mi aveva permesso di vincere i campionati a Torre Annunziata e a Sarno, mi adatterò ai giocatori che avrò a disposizione. Tra me e Mazzamauro è nata subito un’intesa e questa è stata una spinta ulteriore per non avere esitazioni nell’accettare questo progetto. Per quanto riguarda quella che sarà la lotta ai vertici, non c’è solo il Savoia, ma altri club si stanno muovendo bene, quindi, sarà importante partire con il piede giusto, creare un clima di entusiasmo e avere il supporto della tifoseria. Ci tengo a menzionare il mio predecessore, che ha vinto un campionato e ne ha disputato un altro più che dignitoso in Eccellenza, mi lascia una buona base e uno spogliatoio unito. Se arriverà qualche giocatore dalla Sarnese? Diciamo che quando un allenatore cambia aria, vuole portare con sé qualche fedelissimo, stiamo lavorando in tal senso e vedremo se ci riusciremo. Il sogno è di vincere il campionato, ma serve sempre l’unione di tanti fattori, possiamo garantire massimo impegno e di uscire dal campo sempre a testa alta”.
Due battute anche per il pilastro della retroguardia dell’Herculaneum, un nome intorno a cui costruire una squadra vincente. Nando Salvati è il capitano dei granata e alle parole preferisce i fatti, ma quelle che rilascia hanno un significato particolare: “Stare qui è un onore, dobbiamo fare bene e onorare questa societa. Ercolano deve tenersi strette queste persone che fanno calcio per passione e che profondono sacrifici degni di encomio. Esorto i miei colleghi a non avanzare pretese esorbitanti, posso assicurare che i pagamenti sono sempre puntuali e di questi tempi è una fortuna. E poi si sente forte il senso di famiglia, visto che sono frequenti cene che sono occasioni in cui la società dimostra di essere vicina alla squadra”.
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