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“Dopo l’incidente (la notte del 3 agosto 1993 si schianta a forte velocità con la sua Porsche che dopo l’impatto, prende fuoco. Dopo quel grave incidente finisce in coma per mesi e ne compromette, irrimediabilmente, la sua carriera ndr.) non riconoscevo più le persone e le cose, ricominciai a parlare come un bambino.
Ora posso dirlo, quell’incidente ha bruciato in un attimo la mia carriera.
Mi ha tolto tutto.
Anche Fabio Capello ha contribuito a stroncarmi.
Nella finale con l’Ajax, nel ’95, stavo veramente bene, ma lui mi fece giocare solo 5 minuti: quella notte, a Vienna, decisi di mollare per sempre il grande calcio. Avevo 25 anni.
Marco Materazzi? Non ci sono le parole per descriverlo. Una persona sleale. A quei tempi in campo c’erano meno telecamere e lui faceva di quelle cose che non si possono raccontare.
Non è un giocatore di calcio.
Il mio passaggio dal Torino al Milan?
Lo ricordo come se fosse adesso, mi sentivo un traditore. Poi però è successo che ci siamo rimessi insieme, e anche il Toro mi ha scaricato.
Avevo 31 anni, ero ancora giovane.
Mondonico è stato come un padre, per me: l’ho amato e odiato.
Ci insultavamo tutti i giorni ma senza rancore, il nostro litigio finiva in quel momento”.
[Gianluigi Lentini]
Fonte: Mediaset Premium “La Tribù del calcio”
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