22 Ottobre 2024
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A tu per tu con Alessandro Vesce

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Come hai scoperto il calcio “Ho una foto di quando avevo 20 giorni dove mi si vede sdraiato nella culla avvolto in una bandiera del Milan: direi quindi senza dubbio che il calcio l’ho scoperto in famiglia. Grazie innanzitutto a mio padre, grande tifoso rossonero e primo a farmi entrare in uno stadio. Ma un ruolo importante l’hanno avuto anche i miei nonni che mi portavano da piccolo a vedere le partite della Juventus (al mitico Stadio Delle Alpi) e del Novara, la squadra della mia città. Negli anni ’80 in Italia per un bambino piccolo era praticamente impossibile non rimanere contaminato dal calcio”.

Quando hai capito potesse diventare un lavoro “Prima di capirlo, diciamo che l’ho fortemente desiderato. Nel 2005 in quinta liceo ho deciso di abbandonare il calcio giocato, militavo in una Juniores Nazionale lombarda, per riuscire a concentrarmi sugli studi e sull’imminente università. Però il mio legame con questo mondo era così forte che un mese e mezzo dopo essermi ritirato, scrivevo già il mio primo articolo sul Corriere di Novara, il giornale della mia città. E ovviamente era la cronaca di una partita di calcio… Il momento in cui però ho capito che effettivamente sarebbe potuto diventare il mio lavoro è quando ho firmato il mio primo contratto, nel 2009 a Telenova”.

Prima di TeleLombardia dove è cominciata la tua avventura giornalistica. ” Ho iniziato nel 2005 al giornale della mia città, il Corriere di Novara, dove mi sono occupato per qualche anno sia di sport che di cronaca e politica. Poi durante gli anni dell’università ho fatto 3 stage che mi sono stati molto utili: Sportitalia, Tuttosport e Telenova. Alla fine di questa ultima esperienza l’azienda ha deciso di tenermi e mi hanno messo sotto contratto. Era il 2009. Due anni dopo è arrivata la chiamata di Telelombardia”.

Oltre che di calcio ti occupi anche di altro di cosa in particolare. ” Sono conduttore e responsabile del telegiornale news di Telelombardia che va in onda tutte le sere alle ore 19. Sono anche il viceresponsabile della stessa redazione. Un compito che mi piace molto e mi aiuta a lavorare al meglio nel fine settimana sulle trasmissioni sportive: questo perché in settimana non vengo colpito da quell’overdose calcistica che alla lunga rischia di farti raffreddare la passione. “

Quest’anno sono cambiate molte panchine a cosa è dovuto questo fenomeno. “Diversi cicli erano ormai finiti, come per esempio Pioli al Milan e Allegri alla Juventus. Per motivi diversi lo stesso discorso si può fare per Thiago Motta a Bologna e Italiano a Firenze. Credo che sia quindi solo una casualità, il cambio di una panchina ha così tante dinamiche specifiche al suo interno che non vedo collegamenti fra le varie situazioni”.

Avventura Oaktree come la giudichi. “Direi che i tifosi dell’Inter non si potevano aspettare un inizio migliore. Lautaro (capitano) è prossimo al rinnovo, Barella (vicecapitano) ha prolungato fino al 2029 e anche Inzaghi, allenatore fresco di Scudetto, sta per firmare il prolungamento. L’impatto di Oaktree sull’Inter è stato notevole. Mi è molto piaciuto anche il fatto che il vero fuoriclasse assoluto della società, ovvero Marotta, non solo è stato confermato ma addirittura è stato promosso alla presidenza. L’esatto opposto di quanto fatto al Milan con la decisione sciagurata di mandare via Maldini…

Il Milan dove si deve rinforzare. “La prima cosa che mi viene da risponderti, riprendendo la riposta precedente, è proprio nella dirigenza. L’Inter è riuscita senza soldi e con un fronte debitorio notevole a fare la squadra per distacco più forte del nostro campionato. Il Milan, pur avendo speso la scorsa estate parecchi milioni, a gennaio era già fuori da 3 competizioni su 3. Come in tutte le professioni, a grandi livelli non si può improvvisare: serve gente preparata e che conosca il mestiere. Tutto il resto viene dopo e ne è solo la naturale  conseguenza. A livello di rosa, invece, quest’anno sarà fondamentale non sbagliare la scelta del centravanti. E anche un nuovo centrale di difesa, vedendo le difficoltà del reparto e i tanti gol subiti l’anno scorso, mi sembra sia necessario. Poi sarà una mia fissa personale ma finalmente mi auguro dopo tanti anni di rivedere un terzino destro degno di questo nome”.

Var secondo può essere migliorato. “Sono un grande sostenitore del Var e mai vorrei tornare all’era pre-Var: chi non vede i miglioramenti che ha portato al mondo del calcio è sicuramente in malafede. E’ indubbio però che negli ultimi 2-3 anni in Italia non tutto ha funzionato al meglio. Il problema principale è che alcuni arbitri, soprattutto fra i più esperti, si sentono sminuiti a essere richiamati da un collega magari più giovane o meno importante che in quel momento sta davanti allo schermo. Io ho un’idea molto precisa per cercare di migliorare il sistema: arbitri e varisti devono essere due categorie diverse, due compartimenti non intercambiabili. Chi fa l’arbitro fa l’arbitro, chi fa il varista fa il varista. Sarebbe anche un modo per far specializzare sempre di più chi sta davanti al monitor. Io sceglierei poi come varisti solo ed esclusivamente ex arbitri o al massimo arbitri a fine carriera: in questo modo si andrebbe a eliminare completamente anche la parte della sudditanza psicologica e nessun arbitro, anche il più esperto, si sentirebbe sminuito a essere richiamato dal collega più giovane”.

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Sono un bancario con la passione per il calcio ed il tennis. La mia squadra del cuore? Tifo Inter,
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