22 Ottobre 2024
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VISTO DA DESTRA – TITTY E L’AFRO NAPOLI UNITED

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Caro Stefano, 

ormai ci conosciamo da un po’ di tempo e nonostante le nostre divergenze politiche, la stima (spero reciproca) è intatta. Confrontarsi con te è sempre un enorme piacere. Oggi mi hai pungolato su un tema rovente: la vicenda dell’esclusione di Titty Astarita dall’Afro United. Il motivo lo riporto brevemente, per semplificare la vita al lettore. In pratica, Titty Astarita, calciatrice e capitano dell’Afro Napoli United, è stata messa fuori rosa dalla società per la sua candidatura con una lista civica alleata con il partito di Salvini. L’Afro United è una bellissima realtà del calcio locale che promuove valori etici come l’integrazione degli immigrati nel tessuto sociale attraverso lo sport.  Tuttavia, questa volta credo che la società abbia fatto un autogol. Non clamoroso, ma comunque evitabile.

Alla base di tutto c’è una piccola miopia politica. Non è vero che la sinistra è divisa in un arcipelago di sigle, movimenti, partiti e associazioni, mentre la destra è un blocco monolitico a difesa del suo capo coalizione. Questa visione è troppo semplicistica. Chi scrive è di destra, ma non è mai stato una delle etichette appioppate dalla controparte ai suoi avversari/nemici. Tradotto: non sono stato fascista nel passato nostalgico, nè berlusconiano in quello prossimo e tantomeno salviniano o salvinista nel presente. Che cosa voglio dire? Semplice: si può essere di destra e provare disgusto per la chiusura dei porti ordinata dal ministro degli interni, si può essere di destra e ritenere oscena la campagna denigratoria nei confronti del sindaco di Riace, giusto per fare qualche esempio.

E lo stesso motivo vale per Titty Astarita. Tra l’altro, mi preme sottolineare un’altra cosa. Titty Astarita è candidata in una lista civica della sua città e non direttamente con il partito di Salvini. Quindi l’equazione Astarita=Salvini vale fino a un certo punto. Ricordo in passato, per esempio, i caravanserragli delle coalizioni di centro-sinistra: c’erano ex democristiani e portatrici di cilicio in coabitazione con atei, agnostici e radical laicisti. Eppure, caro Stefano, nonostante questo non mi sembra che la Binetti sia sia trasformata in una abortista e la Bonino in una focolarina. In una coalizione si possono e si devono manifestare idee diverse.

Anzi, ti dirò di più. Titty Astarita sarebbe un’ arma in più contro il razzismo e i razzisti perché potrebbe veicolare all’interno di quella alleanza politica i valori di rispetto, integrazione e solidarietà che ha toccato con mano durante la sua esperienza nell’Afro Napoli United. Potrebbe spiegare che stare a destra non fa rima con xenofobia, ghettizzazione e dio solo sa cos’altro ancora. Pensi sia impossibile? Ti dico che invece si può, perché troverebbe una sponda efficace in tanti (ex) elettori di quella sponda politica che non si riconoscono nel partito di Salvini. Sono pochi? In realtà sono più di quello che pensi o vedi. Io stesso sono uno di questi. 

Esprimo un altro dubbio sulla vicenda.  Ma qui il discorso curva negli angusti vicoli dei cavilli legali. Spero, pertanto, di non annoiarti. In sintesi l’Afro Napoli United ha una dichiarazione di principi chiarissima che rende la società una realtà molto particolare nel calcio campano. Tuttavia, trattandosi di una squadra dilettantistica non credo che Titty Astarita abbia firmato un contratto con un clausole e vincoli ben precisi sulla candidatura politica. Finora, almeno da quel che ho potuto desumere dalle discussioni sulla pagina ufficiale dell’Afro United, mi sembra di capire che si siano “limitati a chiedere” di sposare un progetto “antirazzista”.

Dichiarazione nobile  ma poco precisa da un punto di vista giuridico e facilmente aggirabile dalle stesse parole della diretta interessata: “Mi sono candidata con una lista civica, non sposo le politiche di Salvini e non mi farei un selfie con lui. Avrei capito se mi avessero chiesto di restituire la fascia di capitano, non mi aspettavo mi chiedessero di ritirare la candidatura per restare”. Per farla breve, qualora Titty Astarita avesse firmato un contratto in cui  accettava il divieto di  candidarsi con una lista coalizzata a Noi con Salvini, la società avrebbe ragione, in caso contrario no e la stessa dichiarazione di principio sarebbe solo una consuetudine non codificata da uno statuto normativo, un po’ come il Piacenza made in Italy degli anni’90. 

Perdonami, mi sono dilungato. Ma ho altre due riflessioni da fare: la prima di natura politica. Titty Astarita aveva in passato militato nell’NCD di Alfano. Adesso, sull’ex ministro  dell’interno ne abbiamo dette tante nel passato e continuiamo a dirne altrettante nel presente. Ma tutto si può dire, meno che sia un razzista. Non a caso era uno dei più bersagliati dalla propaganda leghista. Infine, mentre scrivo, ho saputo che l’Afro United ha deciso di ritirare la compagine femminile dal campionato. Interpreto questa scelta come un atto di sfida alla squadra che aveva solidarizzato con il proprio capitano. Se non è un autogol, è un assist al bacio alla propaganda di Salvini. L’ennesimo. 

Mariano Messinese

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Vintage nell'anima e nel corpo, look anni '70, letterato, amante del calcio, di Battisti-Panella e di Nietzsche. Perchè vi dico questo? Perchè chi sa solo di calcio non sa niente di calcio.

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