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Questo play out, sta assumendo i contorni della partita del mistero. Un mistero a metà. Perché l’unica squadra certa di disputare i playout al momento è proprio la Salernitana. Ma anche quella paradossalmente più svantaggiata. Perché è anche l’unica a preparare la doppia sfida che ha il valore di un’intera stagione senza avere certezza di quella che sarà l’avversaria. Bisognerà attendere il 1° giugno inoltrato per averne contezza. Tradotto in soldoni, Menichini e Bonatti avranno appena due allenamenti – quello del 2 giugno e la rifinitura della vigilia – per definire in dettaglio le contromisure da adottare contro l’undici che contenderà la salvezza ai granata. Decisamente troppo poco. Molto più saggio lavorare preventivamente su un doppio binario, studiare al videotape sia Lanciano che Livorno, ragionare su entrambi i fronti nelle prove tattiche dei movimenti da contrapporre a due compagini che adottano moduli completamente differenti. Sicuramente più agevolato il lavoro di Maragliulo e Gelain, già consapevoli del nome dell’avversaria e relativi pregi e difetti. Il club granata s’è cautelato opzionando due strutture per il ritiro che dovrebbe essere anticipato con sosta a Roma, dove la squadra potrebbe fermarsi al ritorno dalla trasferta. Per non parlare dei tifosi. Il calcio è della gente. O sarebbe meglio coniugare il verbo al passato. Perché la telenovela Lanciano, l’infinita disputa su chi tra frentani e labronici disputerà i playout, penalizza principalmente i tifosi salernitani. Che solo il mercoledì 1° giugno potranno organizzare la trasferta che vale un’intera stagione. C’era chi avrebbe voluto e potuto muoversi per tempo sfruttando il ponte lungo del 2 giugno. Nulla di fatto. La prevendita, vista anche la concomitanza col giorno festivo, potrebbe addirittura partire solo il giorno prima della partita, con conseguenti file, resse e disagi. Il solito pastrocchio all’italiana che lascerà tutti scontenti.
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