13 Settembre 2024
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Stendardo: Lotito, programmi oppure lasci

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A Salerno, disputò una stagione che nessuno dimentica. Quando il patron Aliberti, a gennaio smobilitò tutto, cedendo i pezzi pregiati, ed ingaggiando un po’ alla cieca giocatori per fare numero ed andare in campo. In mezzo a quel nugolo di mestieranti del pallone, vi era lui. Promettente centrale, cresciuto nel Napoli, e proveniente dalla Sampdoria. Ebbe coraggio a venire in quel momento, e fu premiato. In 17 gare, segna anche 4 goals, giocando sempre a buon livello. Chissa se il ripescaggio fosse giunto prima…. Magari restava in granata. Oggi non le manda certo a dire Guglielmo Stendardo, difensore centrale attualmente in forza all’Atalanta. Il centrale, originario di Agropoli, è intervenuto ieri sera nel corso della trasmissione “Zona Mista”, in onda su Tv Oggi e condotta da Eugenio Marotta. Il difensore-avvocato è ottimista ed è pronto a scommettere sulla salvezza della Salernitana: “E’ stata una stagione tribolata, i tifosi della Salernitana avrebbero meritato un campionato sicuramente diverso – ha dichiarato Stendardo – I numeri schiacciano le parole e dicono che questa squadra ha fatto tantissima fatica: 9 vittorie, 18 pareggi e 15 sconfitte sono un dato di fatto. Indicativo, poi, anche il numero dei gol subiti. Dispiace tanto, ma credo che siano stati i primi sei mesi ad incidere in maniera negativa, visto che da gennaio le cose sono relativamente migliorate. Recuperare, poi, non è mai facile. Le cause? Posso limitarmi a dire che quando ci sono risultati così negativi le cause sono diverse: le scelte della società, le responsabilità dei calciatori. Bisogna salvarsi per il tifo, la Salernitana ha una media spettatori da urlo che può fare la differenza anche contro il Lanciano nei playout. Il tecnico saprà come preparare la squadra, anche se la sua caratteristica è quella di difendersi e poi ripartire e credo che farà così anche a Lanciano, per poi giocarsi tutto nel fortino Arechi. Di solito chi è piazzato meglio raggiunge l’obiettivo e lo auguro alla Salernitana che, nonostante una stagione disastrosa, può ancora difendere un patrimonio inestimabile come la serie B. Al termine della stagione, poi, bisognerà fare tesoro degli errori e ripartire. Da avvocato – ha continuato l’ex difensore della Salernitana parlando del caso Lanciano – credo che i fatti siano inequivocabili, anche se a volte vengono fatte interpretazione diverse. In questo caso, però, sono fiducioso nella giustizia sportiva ed il risultato finale sarà proprio questo: giustizia“. Presente, ma non solo. Perché Stendardo fa un breve salto indietro e commenta anche le scelte operate dalla società in sede d’allestimento della rosa, prima di dare un personalissimo giudizio sulla fase difensiva della Salernitana che troppe volte ha lasciato a desiderare: “Credo che bisognerebbe analizzare attentamente quel che è successo. Ora, però, non è il momento e bisognerà farlo a bocce ferme, quando tutto sarà finito. Ripeto, quando i risultati sono negativi la colpa non è mai di una sola persona ma sempre di una serie di elementi. Per quanto riguarda i tanti gol credo che il problema sia collettivo: la fase difensiva inizia dagli attaccanti, ma se vuoi puntare a qualcosa di importante devi curare al meglio la fase di non possesso, è il segreto di tante vittorie. Tutta la squadra, non solo la difesa, dovrebbe fare le due fasi all’unisono. Quando si prendono tanti gol il problema è di tutta la squadra e quando accade questo puoi fare ben poco, a meno che tu non abbia Buffon tra i pali, bravo a salvare spesso anche i suoi difensori dai vari errori. Perché scelsi il numero 25 alla Juve? Alla Lazio avevo il numero 2 e alla Salernitana, quando ho esordito, il numero 5. Mi sono portato dentro un po’ di granata perché Salerno è stato un trampolino fondamentale, indispensabile per arrivare in A: non fu una grandissima stagione, ma a livello personale non andò tanto male. Segnai 4 gol, ritornai a casa dopo alcuni anni a Genova e per me era davvero bello. Un’esperienza significativa per la mia crescita, mi diede tanto e fu per me un brutto colpo non riuscire a continuare in granata dopo la retrocessione. Io sarei rimasto a Salerno tutta la vita, peccato che il ripescaggio venne ufficializzato solo a fine agosto” . Tanta serie A per Stendardo, tra Atalanta, Juve e Lazio, soprattutto, dove ha avuto modo di conoscere il co-patron granata Claudio Lotito: “La Salernitana è un investimento importante – ha affermato il centrale orobico – e per la serie B ha un pubblico incredibile. Ovviamente la città e i tifosi meritano un palcoscenico ed una squadra diversa. Nel caso in cui la società non dovesse adempiere quelle che sono le aspettative dei tifosi, io credo che sarebbe meglio lasciare, perché un campionato come quello di quest’anno sarebbe straziante. Ci sono tutti gli elementi ed i presupposti per affrontare un campionato di serie A a Salerno. Ho vinto una causa per mobbing contro Lotito, dando 104mila euro in beneficenza. Volevo far valere il principio, con la squadra in ritiro noi restammo a Formello e a me non sembrava giusto. Non so se per Salerno Lotito sia un bene o un male, a questo punto però deve dimostrare che vuole puntare in alto. Meglio Lanciano o Livorno per i playout? Queste sono partite secche, dove l’aspetto mentale è decisivo e quindi credo sia meglio il Lanciano. Il Livorno è una bella squadra ed alcune decisioni arbitrali sono state decisive, ma la Salernitana ha tutte le carte in regola per salvarsi. La questione fisica, mentale e tecnica, però, supera tutte le altre. La coppia con Zoppetti? Grande coppia, purtroppo nel calcio bisogna trovarsi nel posto giusto al momento giusto e lui è stato sfortunato. Aveva tantissime qualità e non è riuscito a sfondare. Io mi reputo una persona fortunata, la realtà ha superato i sogni e ringrazio Dio per questo. Da chi ripartirei? Da Tuia, ragazzo bravissimo che ho conosciuto quando ero alla Lazio. Spero arrivi presto la sua consacrazione perchèélo merita. Fondamentale, però, – ha concluso – è investire nel settore giovanile. L’Atalanta lo fa come pochi altri, investendo milioni e milioni di euro che però poi ti regalano anche soddisfazioni. Basti pensare a i vari Consigli, Sportiello, Bonaventura, senza citarne tanti altri in giro per la serie A. Si crea prima l’uomo e poi il calciatore, vedi Pazzini e Montolivo, cresciuti in un contesto esemplare, rispettando delle regole ed andando a scuola. Se tornerei alla Salernitana? Certamente, sono legatissimo a questa maglia ma non solo. Sono campano e faccio il tifo per tutte le squadre della Campania, per rivendicare le nostre origini come fanno al nord”.

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