16 Giugno 2025
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Qui Salerno: la metamorfosi granata

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Servizio di Raffaele Cioffi ©riproduzione riservata


Stamane in città, non si parla della tornata elettorale, ma della prova maiuscola con la quale i granata, hanno messo una serie ipoteca sulla salvezza. Tifosi contenti senza dubbio, ma non dimenticano le sofferenze e le delusioni patite finora. Sia per errori di gestione societaria, sia per l’atteggiamento della squadra in alcune partite. Ieri dal cilindro ne è uscito un coniglio bellissimo, sotto forma di prestazione monstre. A farne le spese un Lanciano vittima delle sue certezze tecniche che, però, ben presto sfociano in un’inattesa ed arrendevole presunzione. Troppo forte ieri la truppa di Menichini per sperare di contenerla con un insieme raffazzonato di convinzioni fallaci. Troppo netta, a parità di motivazioni, la differenza tecnica tra le due squadre. Enorme il divario di carisma e personalità palesatosi nell’arco dei novanta minuti. Una compagine, quella granata, pregna fino ai capelli del desiderio di liberazione espresso dal suo popolo, che ha vissuto come sospeso in un’atmosfera irreale per ben quindici giorni. Estremamente lunghi, fitti di incertezze e interrogativi che finivano per alimentare inquietudini e paure del passato, mai dome ed ancora impresse indelebilmente nella mente. I ragazzi di Menichini sono entrati nell’agone dello stadio frentano accompagnati dalla consapevolzza di non poter sbagliare e, allo stesso tempo, consapevoli di avere tra l’opportunità di restituire ai loro encomiabili sostenitori una sorta di risarcimento per tutte le sofferenze patite in dieci lunghi mesi. Una Salernitana meticolosa e chirurgica, fredda e determinata, concentrata e vogliosa di archiviare la pratica ancor prima di imbattersi nel prevedibile e festante muro umano che tra quattro giorni l’attende nel suo stadio. Una prestazione da far impallidire l’illuminante ed illuminata perizia mostrata in sala operatoria da un genio della medicina. Un capolavoro riassunto in una singola contesa, che, come per incanto, trasforma una stagione sciagurata in un’annata finalmente sopportabile. Troppo spesso, e giustamente, abbiamo evidenziato le oggettive colpe e le superficialità operative della proprietà e dal direttore sportivo in sede di costruzione estiva dell’organico. Così come abbiamo diffusamente scritto sulla discutibile gestione di tante situazioni extracampo e sull’incomprensibile tempistica alla base di molte delle scelte effettuate. Ma nel calcio, così come nella vita, una possibilità di riscatto non è mai stata negata a nessuno. Pertanto, con l’onestà intellettuale che da sempre contraddistingue il nostro modo di fare informazione, va riconosciuto alla proprietà ed al ds di aver creato, negli ultimi quindici giorni, le condizioni perfette per far lavorare proficuamente la squadra. Non abbandonando mai la strada della serenità da trasmettere al gruppo, offrendo ai calciatori le basi logistiche ideali per farli lavorare con intensità e nella più assoluta tranquillità. Lotito e Mezzaroma, attenti a non farsi coinvolgere dalle polemiche di basa lega che hanno inondato giornali, televisioni e web, hanno seguito la lunga preparazione della squadra con sobrietà e discrezione, senza esercitare ulteriore pressione su un gruppo già a rischio destabilizzazione per l’inevitabile tensione procurata dall’evento. E meriti vanno dati anche al direttore sportivo Fabiani, tanto abile nell’ostentare pacatezza e tranquillità d’animo al cospetto di taccuini e telecamere, quanto battagliero e spartano nell’ultimo discorso tenuto alla squadra alla vigilia del match contro gli abruzzesi. ”Ci aspetteranno, vorranno umiliarci, ci aggrediranno per punirci (insieme ai nostri presunti favori ‘politici’) e terminare alla grande il loro campionato”: questo, parola più parola meno, il concetto trasmesso al gruppo dall’operatore di mercato granata. Contenuti sintetici ed efficaci che, insieme alla necessità di non tradire ulteriormente le attese della propria tifoseria, hanno fatto scendere in campo Pestrin e compagni con una concentrazione adrenalica che non si era mai vista prima in questa stagione. Altri quattro giorni e questo calvario calcistico calerà finalmente il sipario, regalando alla Salernitana ed ai suoi tifosi un nuovo torneo di serie B. Che dovrà essere ‘altro’ rispetto alle tante figuracce messe insieme in questa stagione. Intanto, però, è tempo di godere pienamente il momento e di distribuire qualche merito anche a chi è stato spesso nel mirino della critica. Se stamane, al risveglio, i tifosi granata hanno goduto un paesaggio finalmente avvolto da una luce calda e tenue, poetica come un dipinto di Lorrain, il merito, oltre che alla squadra, va dato anche a chi ha saputo governare con grande esperienza e lucidità le due lunghe e snervanti settimane che hanno preceduto la gara in terra abruzzese.

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