16 Giugno 2025
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Milan, Immobile e gli immobili: una pioggia di errori

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Nel calcio, ci vuole anche fortuna. Puoi essere la Roma e saltare l’insidioso terreno del Ferraris a piè pari. Oppure puoi essere il Milan e restare imbrigliato nei teloni anti-pioggia, dimenticandoti di far la guerra alla Lazio nel suo Olimpico. Si gioca, non si gioca, alle 15 o alle 16. Alla fine, i rossoneri decidono, forse per protesta, di entrare in campo con 60 minuti di ritardo. Sessanta minuti, sessanta, nei quali Immobile sconfessa il “nomen-omen”, facendo a fette la retroguardia di Montella. Regalando alla Lazio una vittoria pesantissima e ai giornali infiniti spunti per demolire alla terza giornata (terza di 38, ndr) il “Milan dei cinesi”.

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Perfino Raiola è costretto a dissociarsi dal “nuovo progetto”, dopo una debàcle del genere, col tempismo di un avvoltoio che ricorda alla preda (Donnarumma, ndr) la scelta “di cuore” di qualche mese fa. Con tanto di dito puntato e il classico “Te lo avevo detto”.  Lo avevano detto, anche a Montella, che forse non era il caso di insistere su Borini, puntare su un Biglia ancora convalescente e dare a Cutrone tutto il peso di un big-match a 18 anni. Eppure l’aeroplanino non se n’è curato, insistendo sulle sue convinzioni e su quel 3-4-3 che Simone Inzaghi ha incatenato con dovizia e astuzia. Basta ha stravinto il duello con Suso, costretto a ripetere in loop la sua finta a rientrare in maniera sterile. Così come De Vrij, Bastos (dopo l’infortunio di Wallace) hanno sommerso di “attenzioni” il giovane Cutrone, costretto ad alzare bandiera bianca e lasciare spazio, nella ripresa, al più esperto collega Kalinic. Per non parlare di Biglia che resta vittima dei fischi biancocelesti piovutigli addosso impietosi e della cerniera Parolo-Leiva.

E pensare che Ciro Immobile è lo stesso che Fassone e co. avevano cercato, a un certo punto del mercato, quando Belotti e Aubameyang erano diventati lingotti d’oro impossibili da raggiungere. Venti minuti terribili, come il centravanti col 17 sulle spalle, quelli che accompagnano i rossoneri negli spogliatoi e probabilmente ce li lasciano per un altro quarto d’ora. Esattamente il tempo che serve alla Lazio per demolire le certezze di un cantiere, quello rossonero, ancora troppo fragile per reggere all’urto dei meccanismi ben oleati di Inzaghi. Gli stessi che gli hanno permesso, in estate, di strappare una (Super)coppa alla iper-vincente Juventus.

Troppo ingenuo Kessiè nel cadere nel tranello di Luis Alberto e tirarlo giù, per un rigore che nemmeno la VAR può contestare. Troppo facile per Immobile, pochi minuti dopo, raddoppiare i conti con una volèe stilisticamente perfetta, su cui Bonucci sonnecchia in chiusura. Una manciata di minuti della ripresa e ancora un sonnellino in area milanista permette a Parolo di beffare le belle statuine e regalare ad Immobile la chance per la tripletta. A chiudere la questione è chi l’aveva aperta, ovvero Luis Alberto, che raccoglie l’assist dell’onnipresente Ciro e infila il poker al povero Donnarumma. L’onore delle armi se lo regala l’ex capitano Montolivo, in un rigurgito di orgoglio da ex capitano che non sortisce rimonte accettabili. 

Quali cure, dunque, per i primi malanni stagionali, dopo un’estate di bagordi sul mercato? A Montella la diagnosi, che dovrà essere piuttosto celere, per non perdere il treno Champions. Dal “congresso di Vienna”, dove giovedì i rossoneri torneranno a calcare i palcoscenici d’Europa (League), capiremo se la difesa a 3 può essere una variante percorribile, oppure si cercherà di cambiare qualcosa nel cuore del centrocampo. Bonucci, Musacchio e Romagnoli stuzzicano per il triumvirato, ma anche un semplice 4-2-3-1 potrebbe essere una panacea da non sottovalutare. L’importante è vaccinarsi in fretta contro la crisi epidemica, che di questi tempi non è per nulla scontato.

Servizio di Valerio Lauri ©riproduzione riservata
Twitter: @Val_CohenLauri

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Nato nella Nola di Giordano Bruno e cresciuto a pane e calcio. Amante della parola scritta, evasione dalle indigestioni di matematica e informatica universitarie. Appassionato di musica a 360 gradi e lettura, nostalgico ma teso alle novità.

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