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Servizio di Maurizio Longhi @riproduzione riservata
Si sta parlando solo dei cori razzisti nei confronti di Koulibaly, roba stomachevole e avvilente di gente verso cui il disprezzo non è mai abbastanza, e degli incidenti che, purtroppo, hanno provocato un morto, episodio triste, nefasto e lontanissimo dai valori dello sport. Senza entrare nel merito degli scontri, è sempre sconfortante quando una persona perde la vita gettando nel dolore più atroce una famiglia. In questo articolo, preferiamo spostare il baricentro dell’attenzione sul rettangolo di gioco e c’è da commentare un Napoli incommentabile. Si pensava che Ancelotti avrebbe motivato a dovere la squadra dopo la cocente partita di Liverpool che ha sancito l’eliminazione dalla Champions, invece, nelle tre gare successive, l’ha spuntata solo nei minuti di recupero a Cagliari grazie ad un calcio di punizione, è stato salvato da un grandissimo Meret contro la Spal e a Milano non è mai stato propositivo. Per tutto il primo tempo, c’è stato un dominio nerazzurro, è vero che Meret non ha corso grossi pericoli, ma il pallino del gioco era in mano agli uomini di Spalletti.
Nella ripresa, l’Inter è un po’ calata, i ritmi si sono abbassati e il Napoli s’è leggermente alzato, Icardi, il pericolo numero uno, era stato depotenziato dall’asfissiante marcatura di Albiol e Koulibaly. Nei minuti finali è successo di tutto, Koulibaly, che aveva giganteggiato fino a quel momento, si è fatto ammonire per aver trattenuto Politano in ripartenza e, in gesto di stizza, il senegalese ha applaudito il pessimo Mazzoleni che, applicando il regolamento, ha estratto il doppio giallo mandando il colosso azzurro anzitempo negli spogliatoi. Nonostante l’inferiorità numerica, è stato il Napoli a sfiorare il vantaggio con Zielinski, il quale, ha tirato a botta sicura, ma Asamoah, disastroso con la Juve ma provvidenziale contro gli azzurri, s’è immolato salvando sulla linea un gol già fatto. Quando ormai si stavano esaurendo i tre minuti di recupero, Lautaro Martinez ha trovato il jolly vincente approfittando dell’immobilismo degli azzurri in versione belle statuine. Una sconfitta che abbatte il morale di un Napoli che ha finito di convincere, mentre l’Inter, nonostante i suoi innumerevoli difetti, ha trovato al fotofinish tre punti che le consentono di sperare nel secondo posto.
Alla luce del pari della Juve a Bergamo contro una stoica Atalanta, il Napoli avrebbe potuto ridurre il gap dalla capolista, invece, deve guardarsi dagli assalti di una Inter che ora ha il morale dalla sua parte. Se il Napoli scende in campo privo di ferocia e consapevolezza è anche responsabilità di Ancelotti, il cui valore non può essere messo in discussione, ma che per il momento non sta rendendo secondo le aspettative che inevitabilmente si porta dietro chi ha vinto ovunque. Il Napoli è fuori dalla Champions, pur sottolineando il fatto di averla disputata ad altissimi livelli contro corazzate come Psg e Liverpool, e in campionato ha perso già tre partite, ha pareggiato in casa contro l’ultima in classifica, ne ha vinte diverse solo grazie alle prodezze di un singolo, ciò che si imputa da anni alla Juventus, diciamo che l’impronta di Ancelotti non s’è vista.
Al Napoli manca ancora la mentalità vincente, quella che si sperava portasse con sé il tecnico di Reggiolo, che è ancora in tempo per recuperare la stagione, si può essere protagonisti in coppa Italia e in Europa League, purché si scenda in campo con un atteggiamento diverso. Le squadre vincenti si contraddistinguono da una caratteristica particolare, sanno vincere le partite prima ancora di giocarle, non per una punizione in pieno recupero o per i miracoli del proprio portiere contro chi lotta per non retrocedere. Alcuni campanelli d’allarme vanno colti dopo le vittorie, quando la maggior parte della gente tende a minimizzarli, poi nel momento in cui affiorano negli appuntamenti importanti, si parte con i processi. Ciò che deve fare il Napoli a partire già da domani è tornare alla vittoria per difendere il secondo posto per poi concentrarsi sulle altre due competizioni nelle quali provare a recitare il ruolo di protagonista onde non rendere anonima la stagione.
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