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Servizio di Enzo Paudice @riproduzione riservata
God save the Rock, the Queen e soprattutto la Fiorentina. Perché se il primo continua a vivere sotto altre vesti e la seconda è sopravvissuta addirittura al Punk, la squadra di Pioli regredisce ormai a vista d’occhio. La partita di ieri ci ha consegnato, oltre a tanta delusione, una squadra senza più identità, priva di un gioco che la renda riconoscibile, distinguibile da tutte le altre. La Fiorentina si è totalmente persa. Cinque pareggi e una sconfitta. Una manovra di gioco inesistente e l’impressione di non spaventare mai l’avversario. Senza contare l’involuzione di alcuni, che sembrano tutto fuorché dei calciatori professionisti.
“Si può essere tutto ciò che si vuol essere” cantava Freddy in “Innuendo. Certo, ma la Fiorentina sembra abbia scelto di non essere nulla per ora. Né carne, né pesce; un gruppo di giovani che ancora non ha deciso cosa realmente voglia fare da grande. Il rischio di passare ancora una stagione tra l’anonimato, spaziando tra il condizionale passato dell’ “avremmo potuto…” e il congiuntivo imperfetto del “se avessimo…”, è alto. La sconfitta di ieri è di quella che ti tagliano le gambe, che ti fanno perdere la fiducia, che ti fanno tremare ad ogni errore. Anche perché l’avversario era la rivale di sempre, la sfida dell’anno, che la sola vittoria ripaga l’intera stagione. Andata in frantumi (per non dire altro) la sfida più importante dell’anno, c’è bisogno di uno sforzo importante da parte di tutti: ancora una stagione nel limbo della mediocrità risulterebbe insopportabile.
Stay Rock and Forza Viola
DA13
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