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E’ la domanda che in tanti si pongono. Un parallelo tra due periodi, entrambi importanti, che hanno visto il Napoli tra le squadre più forti d’Italia. Quindi il quesito è d’obbligo, resterà nei ricordi dei tifosi e non solo napoletani, quale periodo? Diego Armando Maradona, Antonio Careca e Alemao da una parte, Khvicha Kvaratskhelia, Victor Osimhen e Piotr Zieliński dall’altra. Due scudetti, una coppa Uefa e una coppa Italia con el pibe de oro, uno scudetto, una coppa Italia (con Zieliński) ed una super coppa. Abbiamo provato a chiederlo a chi ha giocato a calcio e non ai soliti opinionisti. Partiamo con Piero Fraccapani ex Milan, Salernitana ed Avellino: “Senza ombra di dubbio il Napoli di Maradona. El pibe de oro, da solo faceva la differenza“. La palla passa a Franco Colomba un passato da calciatore con Bologna ed Avellino, allenatore degli azzurri e tante altre compagini di massima serie. “Mettiamola così, se ci fosse stato Maradona in qualsiasi periodo dagli anni ‘70 (‘80’ e ‘90 lo abbiamo visto) e negli anni successivi dal 2000 in poi ,nei periodi di Sarri, Mazzarri, Benitez, Ancelotti, il Napoli avrebbe avuto almeno cinque o sei scudetti in più. Spostava gli equilibri, migliorava i suoi compagni, lottava sempre per vincere, anche nelle amichevoli. Un uomo, un trascinatore, un leader. Il fuoriclasse arriva fino ad un certo punto, poi arriva lui. Un pensiero per due grandi amici, Totonno Juliano ha giocato con Sivori (il Maradona di quei tempi) ed hanno dato spettacolo e Beppe Savoldi. Se avesse avuto Maradona il Napoli di Vinicio avrebbe stravinto già allora”. Stefano Trevisanello, ha indossato nella sua lunga carriera anche le maglie di Venezia, Verona, Pescara, Padova, Reggiana, Monza ed Avellino. “Meglio il calcio degli anni ottanta. Beppe Savoldi con la marcatura a uomo era insuperabile nel gioco aereo. Ora con il lassismo del marcamento a zona su palla inattiva andrebbe in doppia cifra solo di “testa”. Se poi consideriamo la magnanimità nell’assegnare oggi il calcio di rigore sarebbe andato sempre sopra i “venti” gol”. Pasquale Casale, un passato con Napoli, Pisa, Cagliari, Avellino, Atletico Catania e Benevento. Ha fatto la prepeparazione pre-campionato con Maradona per poi passare all’Avellino. “Negli anni ottanta andava in Champions una sola squadra ovvero quella che vinceva lo scudetto, poi solo in seguito anche la seconda classificata. Se si fosse applicata la stessa regola anche allora gli azzurri avrebbero partecipato in più occasioni. In Italia arrivavano, sistematicamente i migliori calciatori al mondo per confrontarsi in quello che era il più spettacolare campionato, adesso, invece, chi ha vinto un mondiale sceglie anche l’Italia ma i grandi campioni scelgono, prioritariamente, di approdare in Spagna Germania e Inghilterra. Maradona era il calcio, tutto il resto è superfluo”. Marco Ballotta è stato tra i più longevi calciatori italiani. Ha indossato, tra le tante compagini, le casacche di Bologna, Lazio, Inter e Parma. “Penso che la squadra di Ferlaino, con Maradona, Careca, Giordano, Alemao, senza dimenticare gli altri, fosse davvero una squadra forte. È indubbio che facendo un mix sarebbe diventata una squadra imbattibile, ma penso che probabilmente la squadra di Maradona fosse più forte, anche perché in Champions League ci andava una sola squadra che vinceva, era un campionato completamente diverso. E’ difficile fare paragoni, ma ho visto meglio la squadra di Maradona”. Andrea Agostinelli ex Lazio, Napoli, Atalanta, Genoa, Lecce, Pistoiese ed Avellino “Assolutamente quella di Ferlaino, anche se sinceramente, come spettacolarità questa gli è molto vicina. Quella degli anni ottanta era più una squadra di single, quindi erano assolutamente fuori dalla norma. Quelli dell’anno scroso erano più votati per un gioco di squadra, quindi ripeto, quella con Maradona è più forte in assoluto. Sotto il profilo della spettacolarità preferisco, però, questa”. Giovanni Improta ex Napoli, Catanzaro, Sampdoria ed Avellino. “Allora diciamo che il confronto è tra il Napoli di Maradona e quello di Spalletti, perché questa è la differenza che esiste tra le due formazioni. Parliamo del Napoli di Maradona e citiamo il più grande calciatore di tutti i tempi e poi diciamo il Napoli di Spalletti, perché, ovviamente si tratta di collettivo e qui emerge la differenza di un calcio cambiato. Al di là di queste mie considerazioni, penso che il Napoli di Maradona, così come ha già detto qualcun altro, sia praticamente arrivato in Champions League vincendo il campionato mentre, ovviamente, una Champions League più estesa dà la possibilità a tante squadre di accedere alla competizione più importante. Anche quest’anno l’Italia avrebbe potuto attribuirsi la bellezza di sei posti, quindi è evidente che ci sono più chances di conquistare l’accesso alla Champions League. Già questo fa pensare alla differenza tra il Napoli di Ferlaino e quello della formazione dell’anno scorso. Quindi penso che il Napoli di Maradona sia nettamente più forte di quello che ci ha visto esultare nel 2023, perché attraverso il gioco collettivo ci hanno fatto divertire, hanno vinto meritatamente il campionato l’anno scorso ma non c’è assolutamente nulla da confrontare. In quel Napoli di Maradona, oltre a lui, c’erano tanti altri grandi giocatori che accompagnavano il campione che li aveva presi per mano, che aveva guidato loro di vincere due titoli, anche una Coppa UEFA. Insomma, il Napoli di Maradona non ha eguali”. Di parere opposto Rambo De Napoli. “Ritengo molto più forte il Napoli di Kwara e Osi”. Cristiano Bergodi ex Lazio e Pescara, allena in Romania e tra le sue squadre ci sono le più importanti della League 1. “Posso solo dire che, trattandosi di due epoche diverse, è chiaro che in questa era moderna il Napoli di Spalletti ha fatto una grande impresa perché ha vinto lo scudetto dopo 30 anni, ma visto che c’ero io in campo in quella partita, nell’ultimo scudetto del Napoli dell’era Ferlaino, con un gol di Baroni su rigore di Maradona, con un colpo di testa di Baroni. Ero con la maglia della Lazio, in un San Paolo Gremito, considero quella squadra inimitabile perché aveva diversi nazionali italiani e negli anni ’90 era una Nazionale italiana molto forte. Oltre a coloro che giocavano in nazionale, quello che non ha avevo il Napoli di Spalletti, è stato un grande fuoriclasse. Poi è vero che parliamo di epoche diverse, per carità, ma Maradona era Maradona, quindi un giocatore così importante non lo ha avuto il Napoli di De Laurentiis. Ho precisato che sono epoche diverse ma io nutro un forte affetto per quei campioni inq uanto hanno giocato contro di noi per tanti anni. La ritengo la squadra più forte di questi due Napoli di cui parlavi. All’epoca, come hai detto, in Champions League c’era una sola squadra, il primo a vincere il titolo, in Champions League coppa Campioni come si chiamava allora, era più difficile, gli azzurri furono eliminati dal Real Madrid, ma, soprattutto, in campo nazionale, quel Napoli lì era davvero forte e lo è stato almeno per quatto anni di fila, penso che sia stato un Napoli fantastico, straordinario, più forte di quello di Spalletti- De Laurentiis”. Infine le parole di Alberico Turi ex dirigente di Juve Stabia, Campobasso, Afragolese e d Angri. “Non c’è paragone, non si discute proprio. Il Napoli più forte per me rimane quello dell’epoca Ferlaino, a parte Maradona che è stato il più forte calciatore di tutti i tempi, come trofei, come organizzazione, come persone di calcio come struttura societaria. Quel Napoli aveva dirigenti come Italo Allodi, Pier Paolo Marino e Gigi Pavarese ,stiamo parlando di un livello altissimo e non si può fare un confronto. Assolutamente”. Non c’è paragone, almeno secondo le persone intervistate, Maradona batte tutti.
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