16 Giugno 2025
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Napoli. una squadra brutta ed impaurita

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Dopo il tremendo finale di stagione dello scorso anno, che ha depresso una intera città, era importantissimo partire bene, per dare un po’ di entusiasmo ai tifosi. Una buona partenza non avrebbe significato per forza un campionato da protagonisti, ma sarebbe servita tantissimo per ricreare un collante tra squadra e tifoseria. Sarri doveva lavorare su questo, così come ha lavorato Garcia quando ha rilevato la Roma dopo un anno disastroso culminato con la sconfitta nella finale di coppa Italia contro la Lazio. L’inizio fu travolgente dei giallorossi e la città, pian piano, trasformò quei fischi in applausi, quella contestazione in spinta propulsiva e quella fiducia che si creò nella “nuova” Roma risultò fondamentale per ammortizzare un inevitabile periodo di stanchezza. Era proprio quello che bisognava fare nel Napoli, meno nuovo rispetto a quella Roma che aveva potato molti rami per innestare forze fresche. Se pensiamo, invece, al Napoli del secondo tempo con la Sampdoria, con la linea difensiva composta da Maggio, Albiol, Koulibaly, Ghoulam, centrocampo con David Lopez, Hamsik, Jorghinho e in attacco Higuain, Insigne e Callejon, può venire il dubbio di aver fatto confusione con l’anno passato, no, non ci siamo sbagliati, non è la formazione dello scorso anno ma era quello di questo campionato. Che rinnovamento, eh! Intanto il giorno prima il Milan aveva avuto le stesse difficoltà che incontrava lo scorso anno ma con la differenza di avere in campo Bacca e Luiz Adriano che hanno risolto la gara contro l’Empoli. Chissà forse Sarri pensava che per sparigliare la partita contro la Sampdoria poteva bastare un cross di Ghoulam, una verticalizzazione di Jorginho o un tiro di David Lopez, sognando che ogni tanto possa centrare almeno la porta. Ripetiamo, bisognava partire forte e il calendario, offrendo due partite contro Sassuolo e Sampdoria, non era stato poi così spietato e crudele, anzi. Ebbene, in entrambe le partite, si è visto il peggior Napoli dell’era Benitez, contro il Sassuolo c’è stata una sola squadra in campo e il 2-1 finale è stato bugiardo perché i neroverdi più volte sono stati sul punto di dilagare e l’avrebbero fatto se non ci fosse stato un grande Reina. Ecco, il portierone spagnolo è l’unica certezza di questa ennesima campagna acquisti balorda, troppo edulcorante definirla incompleta, con il produttore cinematografico che mai come questa volta, anche se non è la prima, ha preso per i fondelli una intera tifoseria. Stavolta nella maniera più vergognosa e umiliante possibile, e il popolo napoletano non merita di essere umiliato da un soggetto che non ha mai dimostrato amore verso la città. Nel calcio, soprattutto in questo, sono fondamentali concetti come solidità ed equilibrio, quelli che sono mancati nell’ultimo anno con la squadra che viveva sempre di fasi, sia durante la stagione che in 90’. Mentre pareva ammazzare gli avversari, si assopiva fino a farsi beffare e piegare. Lo stesso che si è registrato nelle prime due gare di questo campionato, proprio lo stesso, e ci voleva un’abilità. La differenza è che contro il Sassuolo, il bel Napoli è durato per una quindicina di minuti dove era anche passato in vantaggio con Hamsik, poi è come se fosse finita la partita e il Sassuolo ha ottenuto il massimo risultato con il minimo sforzo, contro la Samp la brillantezza si è fermato al 55’. Non sono bastati i due gol di Higuain e una supremazia territoriale netta e indiscutibile per mettere in ghiaccio la partita, ai doriani sono bastati due minuti per acciuffare il pari con un fenomenale Eder e un imbarazzante Albiol.
Si incensava tanto la difesa alta di Sarri, si diceva che il Napoli avrebbe subito sicuramente molti meno gol: chissà, quattro in due partite, non contro le big del campionato, forse sono ancora pochi?

About Maurizio Longhi 651 Articoli
Giornalista pubblicista e' uno dei fondatori di www.footballweb.it

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