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Sta prendendo forma il Napoli del nuovo corso. Dopo la deludente e fallimentare stagione appena conclusasi, il presidente Aurelio De Laurentiis ha preso in mano la situazione e sta formando la nuova compagine dirigenziale. Per il successore di Benitez, approdato al Real Madrid tra le legittime perplessità dei tifosi spagnoli, è stato scelto Maurizio Sarri, per il quale, una volta definiti i dettagli, potrà ufficialmente iniziare la sua avventura sulla panchina azzurra. Si tratta sicuramente di una scommessa, ma il tecnico napoletano di nascita ma toscano di adozione, ha meritato questa opportunità dimostrando di saper fornire grandi garanzie. Non ha il curriculum sfarzoso del suo predecessore, ma è uno che viene dalla gavetta, che si è conquistato con sudore e sacrificio il suo primo anno di serie A dove, alla guida del suo Empoli, ha strappato applausi e consensi. La sua bacheca non può vantare titoli europei ma il suo spirito può essere quello giusto, serve più la fame che la fama e, messo nelle condizioni di lavorare con la massima serenità, può davvero rivelarsi un valore aggiunto. C’è sempre un punto interrogativo legato alla sua (poca) esperienza, ci si chiede se sia maturo per guidare una squadra che punti ai piani alti della classifica, ma stavolta si è deciso di osare scommettendo su un allenatore italiano che sappia conferire equilibrio e identità alle sue squadre. Con lui ci potrebbe essere la valorizzazione e, perché no, anche l’esplosione o l’affermazione (si pensi a Insigne e Gabbiadini) di molti giovani, e magari anche una impostazione tattica suscettibile di varianti e confacente alle caratteristiche dei giocatori in organico. Il nome di Sarri divide un po’ la tifoseria: c’è chi avrebbe puntato su un tecnico di maggiore levatura pensando che la scelta dell’ex Empoli sia dovuta ad un ridimensionamento degli obiettivi, mentre c’è anche chi, avendo visto all’opera la sua ex squadra, immagina un Napoli competitivo e divertente, composto da giovani terribili. Per quanto riguarda il ruolo di diesse, dimessosi Bigon, passato al Verona, è ormai imminente l’annuncio di Cristiano Giuntoli. Anche in questo caso è stato premiato il superbo lavoro dell’ultimo anno visto che è stato tra i principali artefici del miracolo Carpi. Il suo è stato un autentico capolavoro allestendo, con il più basso budget della cadetteria, un organico in grado di stracciare il campionato e di volare in massima serie. Dalla provincia modenese ci dicono che sia un fuoriclasse, la speranza è che, anche in questo caso, gli venga data facoltà di operare senza troppi condizionamenti. Qui deve entrare in gioco la capacità manageriale del presidente che, ingaggiate due figure cui affidare l’occasione della propria vita, deve anche lasciarle libere di lavorare secondo i loro standard. Non si sa che profilo avrà questo Napoli, che è ancora un cantiere aperto, si rincorrono anche tante voci di mercato ma finché non saranno definiti i tasselli societari non potranno partire gli assalti ai giocatori. Si paventano le cessioni di Higuain e Callejon, c’è chi li dà già verso altri lidi, ci saranno sicuramente altri tagli, pare che in mediana non ci sia più spazio per Gargano e Inler, mentre in entrata si fanno tanti nomi tra cui una folta rappresentanza che Sarri vorrebbe portarsi da Empoli. Sepe è uno di questi, ma pare che uno tra Rugani e Tonelli potrebbe piazzarsi al centro della difesa, si fa il nome di Mario Rui per la corsia di sinistra, di Valdifiori a centrocampo, di Saponara per la trequarti. Pare che, comunque, sarà un Napoli che parlerà molto più italiano rispetto agli ultimi anni, in attesa di entrare nel vivo e di aspettare i primi colpi.
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