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Di Ciro Mambella
Napoli Basket, in semifinale Gara5, travolge il Cassino 90-69; approdando in finale play-off. I Partenopei sfideranno la “Palestrina” per ottenere le final four di Montecatini e sognare il ritorno in A2.
La gara ha regalato una gioia indescrivibile, vera, sudata, masticata, aspettata, ad una città, che ha risposto agli inviti del Presidente Ciro Ruggiero per riempire il Palabarbuto e ad una squadra giovane con tanto cuore. I parziali della gara sono: 29-28; 48-38; 66-55.
Tutti i tifosi, appassionati di basket e di sport ieri hanno riempito il Palazzetto; gremito di gente, da anni non accadeva una cosa simile. Napoli mai abbandonata che sia calcio o sia basket, infatti, l’appello del Patron ha avuto seguito portando a ottenere un palazzetto che era una bolgia. Gli Azzurri desideravano a gran voce la rivincita, ottenuto con forza di squadra e spirito di sacrificio; oltre a giocare, inginocchia gli avversari al suo volere.
Zio Vsnijic, a fine gara, risulta miglior marcatore con 23 punti; Nikolic il “nipotino” biondo, stufatosi di essere considerato l’inesperto, padroneggia con semplicità come se fosse un veterano. Bagnoli è nervoso e aggressivo, Petrucci ci prova, Del Testa il più preciso, ma quando hai dinanzi Capitan Maggio, puoi solo sperare che abbia sbagliato giornata. I tifosi fanno capire ai laziali che la loro favola sarà senza lieto fine.
Il coach Ponticiello dà la carica, dirigendo la sua orchestra: Mastroianni al piano, il capitano apre tutti gli spazi chiusi con assist perfetti da essere solo appoggiati a canestro. La Virtus Cassino ci prova, intimorita dai tifosi per l’impressionante tifoseria, ma a fine secondo quarto è a meno dieci. Nella bolgia di Fuorigrotta si va a riposo su 48-38 con 16 punti del “bimbo”.
Barsanti, mitraglietta di canestri, incanta Napoli, che canta e i presenti girano vari video ad una tifoseria che mancava dai tempi di Patron Maione. Fuori lo stadio, alle dieci, c’è molta gente che aspetta in fila, si è sparsa la voce, e ormai è necessario far entrare tutti. Giusto il tempo di iniziare e si aprono le danze offerte da lui, Barsanti, che da Lucca è con i punti sull’arcata cigliare, ma la mano fredda e precisa. Al Palabarbuto il Careca del Basket dirà: “Barsà, Barsà tira la bomba!”. Terminerà con 21 punti. Il terzo atto si chiude a più undici dalla Virtus.
Il Quarto tempo caratterizzato da cori, suoni e da gladiatori scesi nell’arena non perdonano. Vsnijic ruba due palle difendendo l’area, Matrone un vero e proprio pugile che hanno sciolto sul ring; Barsanti è spietato sotto canestro.
Il coach Ponticiello, con le braccia verso il cielo, canta a straccia gola “un giorno all’improvviso”; festeggiando raccoglie gli applausi degli spettatori. L’allenatore paragonato a John Coltrane perché così come lui mixa la musica del jazz, egli mescola innovatività e classicismo in questo sport ed esibendosi nella sua opera ottiene con sudore e le vittorie, il grande pubblico.
Domenica è finale. La gente è in delirio, diminuisce la tensione, cinque partite più complicate l’una dell’altra, che si possono ridurre in un solo abbraccio con le persone accorse al Palazzetto. Domenica è subito il grande giorno per andare a sostenere il Napoli. Il Cassino ci ha creduto e provato in mille modi, ma questo Cuore è più grande e forte, è maestoso. Il grande basket partenopeo di Ciro Ruggiero sta scrivendo belle pagine di storia a cui manca solo l’ultimo tassello; quest’uomo ha riportato la passione per il basket alla gente presente nel palazzetto; ciò lo si legge negli occhi di ogni ragazzo e di ogni singola persona presente.
Una gioia desiderata, ottenuta ma placata, perché c’è ancora da combattere per approdare in A2.
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