9 Settembre 2024
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Mancano maturità e personalità, e non è più una novità

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Servizio di Maurizio Longhi


A venti minuti dalla fine il Napoli era a due punti dalla Roma, eppure mai come in questo periodo sta dando il peggio di sé. È così perché, perdere due volte consecutive in trasferta contro squadre di media fascia e dilapidare un doppio vantaggio contro un’Inter quasi stroncata, è uno sfoggio di dissennatezza mai registrato in così poco tempo. Se, pur offrendo il peggio, c’era la possibilità di piazzarsi a meno due dal secondo posto, è perché la Roma ne ha pareggiate otto nelle ultime nove uscite, un’altra inseguitrice, probabilmente, l’avrebbe già superata da un pezzo. Invece il Napoli no, quando arriva il momento decisivo, si arena, confermando (anche se il dubbio non è mai entrato in crisi), che a difettare è la personalità. Questa squadra è sempre andata in difficoltà quando è stata chiamata a dimostrare di essere matura, altrimenti non ci si spiega come mai un organico dotato di questi calibri non riesca a sfondare. Con l’Inter era arrivato il tempo dell’autorevolezza e si è toppato, questa squadra viene meno quando o c’è da affondare il colpo o c’è da reagire. Pensiamo alla Supercoppa contro la Juventus, dopo il pari di Higuain in un secondo tempo tutto di stampo partenopeo  in quel momento, bisognava sfruttare una fase in cui i bianconeri erano imbambolati, invece no, ci si è complicati la vita e poi nella disperazione, quando tutto sembrava perduto e la gara era agli sgoccioli, si sono rimesse le cose apposto. Come si spiegano le grandi vittorie contro Borussia Dortmund e Arsenal lo scorso anno? Contro i tedeschi si sapeva che vincere avrebbe avuto dello straordinario e non farlo sarebbe stato normale, mentre contro i Gunners non si aveva più niente da perdere. Contro il Porto, invece, negli ottavi di Europa League, quando c’era da imporsi per passare il turno, le gambe iniziarono a tremare dopo il gol di vantaggio. Per fare un esempio più recente, basta ritornare ad agosto, contro l’Athletic Bilbao, due partite in cui l’obbligo di vincere ha mandato in tilt i cervelli. Ormai quando il Napoli passa avanti, bisogna avere paura che indietreggi, smetta di giocare e subisca l’avversario, mentre quando va sotto non riesce a reagire come farebbe una grande squadra. La partita contro l’inter è stata la vera fotografia degli uomini di Benitez. Squadra scintillante fino ai due gol, poi è subentrata sia la paura di vincere che quella di soffrire, e i nerazzurri ne hanno approfittato. Hamsik e Higuain sembravano aver steso la squadra di Mancini, ringalluzzita dal gol di Palacio per poi concretizzare il grande regalo di Henrique che ha portato Icardi a trovare il pari dal dischetto. Nei venti minuti finali è stata buttata alle ortiche la possibilità di insidiare la Roma come mai era stato fatto, ma quando manca la personalità accade questo e altro. Ancora una volta, e sempre al San Paolo, ci si fa recuperare due gol: era successo con il Palermo, era successo col Cagliari e la storia s’è ripetuta. Subire la bellezza di 33 gol a questo punto della stagione, già metà in più di quelli che una squadra di vertice dovrebbe incassare, dice quanto la fase difensiva lasci a desiderare, c’è il rischio di superare quota 40 gol subiti. Inutile poi rammaricarsi per le tante occasioni sciupate, ma ci si rende conto che si era avanti di due reti nell’ultima parte della gara? Ne servivano altri due per stare un pochettino più tranquilli? Magari ad una mezz’oretta dal gong perché, in un tempo intero, il Napoli è capace di farsi rimontare anche quattro gol di vantaggio? Come si può pensare che una squadra simile possa andare avanti in una competizione come l’Europa League in partite in cui la personalità viene prima di qualsiasi sagacia tecnico-tattica o brillantezza fisica? Il Napoli ormai ha capito di non potersi spingere al di là di una determinata linea di demarcazione, come fosse stato installato un divieto tale da alzare la guardia contro l’ignoto pericolo. Quand’anche una Roma qualsiasi mollasse completamente la presa, gli azzurri non avrebbero le spalle sufficientemente forti per prenderne il posto.

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Giornalista pubblicista e' uno dei fondatori di www.footballweb.it

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