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Sei punti nelle ultime cinque giornate, uno nelle ultime due. La Salernitana ha rallentato la marcia proprio quando il campionato è entrato nel vivo, frapponendo sul cammino della truppa di Menichini le prime concorrenti alla corsa promozione diretta. Marco Mezzaroma non fa drammi, ridimensiona il tono della sconfitta interna patita col Lecce e chiede equilibrio nei giudizi. Al solito più pungente l’analisi di Claudio Lotito che ha disertato gli spalti assistendo alla gara in televisione. Al co-patron non è piaciuta la lettura tattica di Menichini che – va detto per onestà intellettuale – non disponeva di un ventaglio ampissimo di scelte da utilizzare per sostituire lo sfortunato Nalini, finito per la seconda volta in ospedale nell’arco di pochi giorni. Fabiani, sornione, resta in silenzio ma di certo non può aver gradito la scoppola patita per mano dei salentini di Lerda. Bravissimo, quest’ultimo, nel rivoltare nell’intervallo la squadra come un calzino e mutare di fatto la storia della gara di fronte ad un Menichini a dir poco impietrito. Già sulla graticola il tecnico di Ponsacco che di contro appare sereno, tranquillo, forse addirittura troppo visto il secondo tempo offerto dalla Salernitana dinanzi alle telecamere Rai. Al di là del discorso tecnico/tattico a risaltare è stato il gap fisico ed atletico con gli avversari, a dir poco preoccupante. Ancor più perché la storia recente del torneo di Lega Pro ha dimostrato inequivocabilmente che classe e tecnica nulla o poco valgono se non accompagnate da robuste dosi di dinamismo ed atletismo. Un quadro dai contorni ancora sfumati cui il maestro Menichini dovrà ben presto fornire una precisa identità. Matera peraltro è già alle porte (di mezzo la Coppa Italia col Messina). Una settimana importante, quasi decisiva: se non ultima spiaggia, di certo crocevia fondamentale per i destini dell’Ippocampo e del suo tecnico.
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