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VOTO 0 – al magro, magrissimo spettacolo del DERBY. C’era una volta il derby, verrebbe da dire. Storicamente una partita dalla spettacolarità elevatissima, giocata nella “Scala” del calcio. Ormai la di Milano si traduce al massimo in un campionario di errori, agonismo e lotta greco-romana, in cui gli interventi di gente come Muntari, Mexes e Jesus rappresentano il picco massimo di audience. E l’abbassamento improvviso di piastrine di Dodò, dovuto a perdite ematiche ne sa qualcosa. OH MIA POVERA MADUNINA
VOTO 1 – al PARMA. In discesa libera, più dei votanti alle regionali (guarda caso) in Emilia Romagna, più delle possibilità di sanare i debiti della stessa società emiliana, i ducali forniscono l’ennesima disastrosa prestazione. Stavolta la vittima non è capitan Lucarelli, ma il suo sostituto Santacroce, completamente in balia dei toscani dell’Empoli. Cambiano gli addendi, ma il risultato (ovvero la sconfitta) non cambia. MATEMATICO
VOTO 2 – a Sanchez MINO. Doveva essere la rivelazione del calciomercato estivo tra le file dei granata, ma si sta rivelando invece una grande delusione. Il talentuoso (almeno potenzialmente) argentino riesce nell’impresa di sbagliare tutto ciò che gli capita. E, prevaricando le gerarchie, si prende la responsabilità di battere il rigore al posto del designato Quagliarella, sbagliandolo. S-VENTURA
VOTO 3 – a Mateo KOVACIC. Se c’era una certezza nella gestione Mazzarri di quest’anno, era quella di veder brillare la giovane stella di Kovacic a centrocampo. Nella prima partita del nuovo corso, Mancini decide di schierarlo evidentemente fuori ruolo e il risultato è disastroso. La tecnica indiscussa del talentuoso centrocampista croato non riesce a sopperire alla difficoltà di adattamento nella nuova posizione. DISORIENTATO
VOTO 4 – a Vangelis MORAS. Se la Fiorentina sbanca Verona, gran parte del (de)merito è del centrale greco degli scaligeri. Commette alcuni svarioni imperdonabili, talvolta non sfruttati. Soprattutto, permette a Cuadrado di realizzare il gol del definitivo vantaggio viola, facendosi anticipare nettamente. DISTRATTO
VOTO 5 – a Marek HAMSIK. L’insufficienza sarebbe da estendere a tutta la squadra del capitano partenopeo, o per lo meno alla difesa. Tuttavia, è emblematica la difficoltà di questo calciatore ad entrare negli schemi di Benitez. Decisivo poche volte, a differenza di quanto era stato con Mazzarri, riesce quasi mai a pungere e resta un desaparecido in quest’inizio campionato. FUORI FASE
VOTO 6 – a Stephan EL SHAARAWY. Il voto è la somma delle cose buone fatte nel primo tempo (come l’assist dalla sinistra per il piattone a segno di Menez) e gli errori del secondo tempo. Si ritrova a tu per tu con Handanovic e decide, nel dubbio, di spedire la palla sulla traversa, in un’occasione che sarebbe stata probabilmente decisiva per far pendere l’ago della bilancia del derby in favore dei rossoneri. Ritenta, sarai più fortunato. DUE FACCE
VOTO 7 – a Cristian RAIMONDI. Il fedelissimo elemento della banda di Colantuono viene impiegato per arginare le sgroppate di Ashley Cole e riesce pienamente nel compito. Anzi, mette in crisi il terzino inglese più volte, come in occasione dell’assist per il gol del vantaggio orobico siglato da Maxi Moralez (gran prestazione anche de El Frasquito). Niente male per un giocatore dalle 33 primavere. CR77
VOTO 8 – a Diego FARìAS. Segnare una doppietta al San Paolo è sempre una grande emozione. Emozione raddoppiata se si tratta di fermare la corsa del Napoli più in salute della stagione. Istruito a dovere da Zeman sfrutta i buchi dell’Emmental partenopeo, infilandosi come un topino affamato e facendo razzìa di occasioni. SPEEDY FARìAS
VOTO 9 – ad Adem LJIAJIC. Il giovane serbo dà sfoggio di tutto il suo talento in una partita cominciata in salita per la sua squadra. Un gol e un assist per Adem, in due azioni quasi fotocopia con movimento a rientrare dalla sinistra. Piazza la stoccata, grazie alle doti in contropiede, ribaltando il risultato. D’ARTAGNAN
VOTO 10 – a Paul POGBA. Ormai basterebbe il nome, ma elencare le qualità di questo fenomeno francese dà ancor più soddisfazione. Corsa, grinta, fisico, diga, tecnica, inserimenti, piede vellutato (chiedere alla traversa, dopo il tiro a giro stampato sul legno), freddezza sotto porta. Il prototipo perfetto del centrocampista moderno. Il futuro è suo. PREDESTINATO
Valerio Lauri
Twitter: @Val_CohenLauri
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