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Servizio di Isidoro Niola @riproduzione riservata
E sono undici. Undicesima vittoria consecutiva per la Juve che allo Stadium batte la Roma e continua a rimanere nella scia del Napoli, a sole due lunghezze dai partenopei che hanno vinto a Marassi contro la Samp. Una vittoria di misura, 1-0 che porta la firma di Paulo Dybala sempre più il leader ed il valore aggiunto di questa squadra che sta viaggiando a ritmi impressionanti. Roma ricacciata a -10, l’Inter e la Fiorentina a -4. Risultati impensabili fino a tre mesi fa quando prima della partita di Reggio Emilia con il Sassuolo i bianconeri occupavano il quattordicesimo posto in classifica. La Juve ha acquisito consapevolezza dei propri mezzi, ha tirato fuori uno spirito e una voglia di vincere simili a quella degli anni scorsi e attorno alla vecchia guardia (parliamo di Buffon, Marchisio, Bonucci e Chiellini) e ai giovani (ci riferiamo a Dybala, Pogba, Morata) ha costruito un gruppo di acciaio semplicemente inossidabile. La vittoria ottenuta contro la Roma del nuovo corso di Luciano Spalletti va ben al di là del risultato. E’ il frutto di una caparbietà e di uno spirito combattivo ben sintetizzato dal motto “fino alla fine” che simboleggia i valori sportivi e non di questa squadra e di questa società. Ha sofferto la Juve ma non perché la Roma abbia creato occasioni da gol (alla fine Buffon è rimasto totalmente inoperoso) ma perché il bunker creato da Spalletti che ha schierato a Torino una formazione imbottita di centrocampisti, ha praticamente bloccato tutte le iniziative juventine. E così la gara poteva essere risolta solo da un colpo di genio ed il genio si chiama Paulo Dybala, al suo dodicesimo gol in campionato. Allegri ha schierato il solito 3-5-2 con tutti i titolarissimi mentre la Roma giocava a specchio almeno fino alla metà campo, con il solo Dzeko di punta apparso abbandonato a se stesso e mai pericoloso. Gli stessi Pjanic e Salah sono risultati evanescenti mentre De Rossi, nervosissimo e ammonito nei primissimi minuti di gara, non sembra aver interpretato al meglio i nuovi compiti affidatigli dal mister di Certaldo. Dicevamo di una partita bloccata che però la Juve aveva cercato di sbloccarla con le iniziative di Dybala e Pogba apparsi subito in vena. L’argentino impegnava Scezny su punizione mentre il francese offriva ad Evra un buon pallone che però il terzino calciava a lato. Nella ripresa il clichet della partita non cambiava e così Allegri decideva di inserire Cuadrado al posto di Lichtsteiner attorno al ventesimo. Il colombiano diventava una spina nel fianco per Digne e con le sue accelerazioni mandava in crisi il settore sinistro della difesa giallorossa. La Juve sfiorava il vantaggio con Evra, servito magnificamente da una invenzione sull’asse Pogba-Mandzukic ma il tiro del terzino veniva respinto con la pancia da Sczezny. Al minuto 32 della ripresa la Juve passava: lancio filtrante di Pogba per Dybala che entrava in area e con un tocco di interno sinistro angolatissimo batteva Sczezny. Spalletti a questo punto toglieva Florenzi ed inseriva il giovanissimo Sedik nel tentativo di sfruttare le palle aeree mentre Allegri sostituiva Dybala per Morata. La partita praticamente finiva così con la Roma che inutilmente ma senza costrutto cercava il pareggio. Al triplice fischio finale di Banti i bianconeri potevano esultare consapevoli di aver vinto una partita di fondamentale importanza per il prosieguo del campionato e per la rincorsa al vertice della classifica. Adesso appuntamento a mercoledì prossimo per la prima semifinale di Coppa Italia: allo Stadium e’ di scena l’Inter.
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