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Servizio di Isidoro Niola @riproduzione riservata
Con un rotondo 3-0 la Juve liquida allo Stadium la Lazio e mantiene inalterato il vantaggio sul Napoli a +9 a quattro giornate dalla fine. Comincia il count down finale per il quinto scudetto consecutivo, il trentaquattresimo della storia bianconera, che potrebbe arrivare già matematicamente domenica prossima al Franchi di Firenze se i bianconeri dovessero vincere contro i Viola, indipendentemente dal risultato del Napoli all’Olimpico contro la Roma del 25 aprile. 23 vittorie su 24 partite, due soli gol incassati nelle ultime 24 gare, di cui uno su rigore (Belotti nel derby), ottava vittoria consecutiva dopo lo 0-0 di Bologna. Numeri impressionanti per questa Juve, un rullo compressore, una schiacciasassi, capace di risalire dal dodicesimo posto alla decima di andata e di vincere praticamente tutte le partite. Lo ripetiamo: gli alibi dei presunti favori arbitrali, delle congiure di palazzo, dei complotti a favore della Juve sono, con tutta probabilità, le giustificazioni dei perdenti al cospetto di una squadra, di una società e di una storia calcistica che, al momento, non hanno rivali in Italia. Per venire alla partita, la Lazio di Simone Inzaghi poco ha potuto al cospetto dello strapotere bianconero. Già decimata dagli infortuni di Candreva, Klose e Matri, i biancocelesti hanno retto per un solo tempo. A ciò si aggiunge l’espulsione di Patric all’inizio della ripresa che ha costretto la Lazio all’inferiorità numerica quando la Juve conduceva per 1-0. Da parte juventina grande protagonista è stato l’enfant prodige Paulo Dybala, autore di una doppietta (un gol su rigore), e funambolico giocoliere che, in taluni frangenti della partita, ha mandato in visibilio gli spettatori, juventini e non, dello Stadium. Con la doppietta rifilata alla Lazio, l’argentino è giunto a quota 16 reti in campionato, 19 in stagione. Note di merito anche per Mandzukic, che ha sbloccato la partita, e per la linea difensiva in cui ha eccelso Daniele Rugani, il giovanissimo difensore che pian pianino si sta ritagliando un ruolo importante come vice Chiellini. La Juventus era scesa allo Stadium con il classico 3-5-2 con Bonucci, Barzagli e Rugani davanti a Buffon. In mezzo Hernanes sostituiva l’infortunato Marchisio, poi Pogba, Khedira e Lichtsteiner ed Alex Sandro esterni. In avanti Mandzukic e Dybala. Parte forte la Juve che in almeno tre occasioni sfiora il vantaggio. Prima Dybala, servito splendidamente da Lichtsteiner, si fa respingere di piede il pallone del vantaggio da Marchetti. Poi è la volta di Pogba, che tutto solo in area, tira sul portiere laziale. Ci prova Alex Sandro dalla distanza ma il suo sinistro sibila di pochissimo alla destra di Marchetti. Il vantaggio arriva attorno al trentesimo: Hernanes dalla bandierina crossa per Pogba, il francese con un destro mette in mezzo per l’accorrente Mandzukic che fa secco Marchetti deviando in rete. Per il croato e’ il nono gol in campionato. La ripresa si apre sotto cattivi auspici per i ragazzi di Simone Inzaghi: il giovane Patric, già ammonito, si becca il secondo giallo per una ripetuta trattenuta su Dybala e l’arbitro Mazzoleni lo manda anzitempo sotto la doccia. A questo punto la Juve dilaga. Su cross in area dalla bandierina di Dybala, Gentiletti trattiene Bonucci che cade: Mazzoleni decreta il penalty che Dybala trasforma. Il terzo gol arriva attorno al ventesimo della ripresa: Khedira in progressione penetra in area, assist per l’accorrente Dybala che di destro batte Marchetti. Il tempo per annotare le sostituzioni di Sturaro per Khedira e Zaza per Dybala, uscito tra gli applausi dello Stadium. Missione compiuta per la Juve che adesso, a quattro giornate dal termine, ha cucito sulla maglia tre quarti di scudetto. Il final count down è appena iniziato.
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