Views: 4
La tempesta dopo la quiete. Invertendo il teorema leopardiano ne scaturisce la beffa a cui è stata costretta l’Ischia sabato scorso al “Manlio Scopigno” di Rieti nell’anticipo con la Lupa Castelli. Grida ancora vendetta, infatti, il penalty decretato dal senese Zingarelli per un presunto fallo di mani di Moracci in area di rigore. Tuttavia, anche dalle immagini al rallentatore, si è avuta conferma di ciò che era apparso lampante anche in campo, col centrale gialloblù che ha toccato il pallone con la parte alta della spalla dopo aver perso l’equilibrio in area. Una dinamica di gioco che deve aver tratto in inganno il direttore di gara toscano, che non ha avuto dubbi nella concessione del tiro dagli 11 metri.
Vibranti le proteste dei giocatori isolani e poca voglia di parlare anche da parte dello staff ischitano presente al gran completo nell’impianto reatino (il presidente Luigi Rapullino seguìto da ds e dg gialloblù, Ciro Femiano e Mario Aiello, e dal socio Marco Manna). Anche da parte di alcuni dei 20 tifosi ischitani presenti in uno Scopigno praticamente deserto, si è alzata qualche voce di disappunto per una vittoria sfumata al fotofinish: particolarmente beccato Moracci ed un invito, abbastanza inequivocabile, a fare le valigie a chiunque non se la sentisse di continuare nel progetto. I due punti sfumati sul più bello hanno lasciato l’amaro in bocca anche al tecnico Antonio Porta, che nella giornata di oggi dovrebbe rientrare alla Berretti per far spazio a Nello Di Costanzo. “Moracci ha preso il pallone con la spalla – le sue parole -. Ci siamo rimasti male anche perché i ragazzi ce l’avevano messa tutta sfiorando anche il tris.
E, se poi andiamo a vedere un’altra circostanza, c’era poco prima un rigore su Palma. Usciamo da questa partita un po’ delusi per certi episodi. Nel primo tempo, inizialmente, abbiamo sofferto un po’.
Loro avevano cambiato molti giocatori e noi avevamo delle assenze importanti. Abbiamo dovuto fare di necessità virtù ma la reazione è stata positiva”. E, in effetti, l’appoccio isolano al match non era stato del tutto positivo, con un paio di miracoli di Iuliano ed una traversa colpita da Petta. Un inizio choc cancellato strada facendo da una prestazione gagliarda su un campo pesante e poco favorevole per giocate di un certo tipo. Anche se, paradossalmente, della manomissione del manto erboso reatino non ne hanno risentito le gambe morbidi di Kanoute, autore di una pregevole doppietta impreziosita da una prestazione di grande cuore e sacrificio, come è nel suo dna.
Speculari i moduli (4-3-3) ma solo tanta buona volontà da parte dei laziali, che nella ripresa hanno provato ad accelerare senza però mai rendersi davvero pericolosi.
L’Ischia, se una pecca l’ha avuta, è stata quella di non aver chiuso la sfida come era nella sue possibilità. Anche se, ad un certo punto, la stanchezza ha preso il sopravvento inducendo gli isolani a gestire gli eventi piuttosto che ad affondare la lama.
Anche perché, in settimana, la rosa aveva iniziato a registrare i primi scossoni con le partenze di Izzillo (Juve Stabia) e Patti (Catanzaro), a cui si aggiungevano i lungodegenti Fall, Orlando e Mancino, non convocati al pari di Meduri, fermo da qualche giorno per un problema al polpaccio. Con gli uomini contati, Porta è stato obbligato giocoforza a portare con sé una panchina composta da soli under con l’aggiunta del neo arrivo Modesti (per Di Vicino si attende il transfer dall’Estonia). In ogni caso, il trainer di Procida ha voluto imporre subito una propria impronta tattica, con la scelta del 4-3-3 che ha azzerato il teorema dei trequartisti targato Bitetto.
Con Iuliano in porta, le chiavi del pacchetto arretrato sono stati affidate al duo Filosa-Moracci in difesa, supportati da Florio a destra e Bruno a sinistra, centrocampo con Spezzani in regia, coadiuvato da Calamai a sinistra e Palma a destra, tridente con Kanoute, Porcino a sinistra e Armeno a destra. Con l’uscita di Porcino e l’ingresso di Guarino, i gialloblù si sono poi piazzati con un 3-5-2.
Oggi, dicevamo, potrebbe essere il Di Costanzo-day: con la società è stato oramai raggiunto l’accordo economico mentre si continua a discutere sui programmi tecnici relativi ai nuovi innesti e alle eventuali partenze. Di sicuro l’organico andrà implementato anche alla luce di qualche altro elemento che andrà quasi certamente via. Tramontate le piste Marco Cari e Roberto Carannante, e preso atto del rifiuto di Benny Carbone, la scelta è ricaduta sull’ex trainer del Messina che, ironia della sorte, potrebbe debuttare proprio contro i peloritani domenica al “Mazzella”. Oggi pomeriggio, alle 14.30, la ripresa degli allenamenti. Quartier generale ancora il “Kennedy”, ma forse soltanto per altre due settimane. Dopo la trasferta di Martina Franca (ma non è escluso un anticipo sulla tabella di marcia), il gruppo dovrebbe far ritorno definitivamente ad Ischia, la sua casa naturale. Problemi logistici hanno impedito di anticipare il rientro sull’isola già da oggi, come promesso ai tifosi nell’incontro della settimana scorsa. Ma l’Ischia riabbraccerà a breve i suoi appassionati, tentando di ricucire tutte le componenti e ricreare un nuovo ambiente. C’è un obiettivo importante da raggiungere, ieri troppo esiguo rispetto ai sogni di partenza e alla qualità della rosa, ma ad oggi tutt’altro che scontato: la salvezza. Ma, per raggiungerlo, occorre che si chiuda a doppia mandata la finestra di mercato invernale e che il club completi il cantiere. Con più certezze per tutti, ed una ritrovata serenità
Lascia un commento