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Servizio di Angelo Bosio @riproduzione riservata
Dopo otto vittorie consecutive, contro avversari decisamente inferiori sul piano tecnico, a parte la Fiorentina, la Roma ha affrontato un altro test impegnativo all’Olimpico contro la robusta Inter di Roberto Mancini. Una squadra che non è bella da vedere, ma brava a chiudere gli spazi e a ripartire con qualità. Il 4-2-3-1 scelto dal tecnico nerazzurro, sulla carta, sembrava spregiudicato. Invece, le tre mezze punte hanno occupato il centrocampo e impedito alla Roma di fare gioco. I giallorossi, soprattutto nel primo tempo, a parte un quarto d’ora di spinta iniziale, non sono riusciti né a fare la partita, da brava squadra di casa, né a ripartire in contropiede. Perotti ha disputato la peggior partita da quando indossa la maglia della Roma. Sempre pressato e ben contenuto dagli ottimi centrali interisti, non è mai riuscito ad accendersi e a seguire gli inserimenti senza palla degli esterni o dei centrocampisti. Spaesato. Le due frecce ai lati, Salah ed El Shaarawy, si sono impegnati, hanno corso tanto, ma non sono riusciti a trovare lo spunto vincente. Ma almeno, a differenza dell’ex giocatore del Genoa, ci hanno provato. Il peggiore, però, è stato “bello de nonna” Florenzi. Il calciatore romano, e romanista, ha dimostrato ancora una volta che sta studiando da terzino, ma deve superare ancora tanto esami. Ha sofferto Perisic per tutti i novanta minuti. Sia quando doveva affrontarlo nell’uno contro uno, sia quando era chiamato a rincorrerlo perché nel frattempo si era spinto in avanti. Ritenta, Alessà. La squadra di Mancini, nella ripresa, dopo un magistrale contropiede rifinito da Brozovic, il migliore in campo, e concluso da Perisic, si è portata in vantaggio. A quel punto, Luciano Spalletti ha rotto gli indugi: dentro Dzeko, per fare a sportellate con Miranda e Murillo, apparsi insuperabili fino a quel momento. Il bosniaco, dopo un buon colpo di testa, si è di nuovo segnalato per un errore clamoroso, da giocatore di terza categoria. Una mummia avrebbe maggiore mobilità. Per fortuna è arrivato il pareggio, messo a segno da Nainggolan dopo un tiro sbagliato. Indovinate di chi? Uno a caso. E per la mummia la gloria non è finita lì. Salah, sempre raddoppiato, è riuscito a liberarsi in piena area e a tirare a botta sicura. La sua conclusione, però, è stata respinta in pieno. Non da un difensore avversario, che sarebbe anche normale, ma dalla sfinge egizia. Cacciatelo. Non può essere questo il centravanti della Roma. A causa della sua imprecisione, la Roma non è riuscita a vincere una partita che ai punti non avrebbe meritato, perché non ha giocato bene, ma che poteva comunque archiviare con altri tre punti. Qualsiasi velleità di secondo posto è definitivamente sfumata. L’obiettivo unico è e resta il mantenimento della terza piazza.
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