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Servizio di Angelo Bosio riproduzione riservata
La Roma di Garcia era forse la squadra più attesa dopo la roboante, sulla carta, campagna acquisti. Gli addetti ai lavori prevedevano un debutto con vittoria contro il Verona di Mandorlini. Invece, i giallorossi hanno solo raggiunto un insperato e immeritato pareggio con Florenzi, generoso nell’applicazione tecnico-tattica quanto spaesato nel ruolo di terzino. Sembrava la Roma della seconda parte dello scorso campionato. Lenta. Prevedibile. Priva di sano furore agonistico. Con poche idee e diversi equivoci tattici. Il buongiorno si è visto dal calcio d’inizio. Verona concentrato e apparso anche in buone condizioni fisiche, Roma compassata e presuntuosa, come se avesse un paio di gol di vantaggio. Salah e Gervinho devono imparare a conoscersi e a intendersi, Florenzi, lo ripetiamo, è solo un adattato nel ruolo di terzino, Castan è rientrato da un brutto infortunio, e c’è una grossa incognita che si chiama Miralem Pjanic. Il bosniaco è stato eletto dalla piazza a erede del capitano. Ha chiesto e ottenuto un sostanzioso ritocco all’ingaggio. Attualmente guadagna intorno ai quattro milioni di euro. Possibile che un calciatore del suo livello tecnico e “contrattuale” non sappia mai prendere in mano la squadra nel momento del bisogno? È accettabile il suo atteggiamento indolente e distaccato? A nostro avviso, no. Anche lo stregone Rudi Garcia non sembra esente da pesanti responsabilità. In primo luogo, per quanto riguarda la preparazione atletica. La Roma va a velocità ridotta da un anno e mezzo. Eppure, a parte Totti e Keita, gli altri sono tutti ragazzi giovani. Anche per il Verona il campionato è appena iniziato. Mica avevano chissà quanti minuti nelle gambe. Eppure arrivavano sempre primi sul pallone. In più, i ragazzi di Mandorlini hanno avuto la prontezza di attaccare e insistere sempre sul lato debole dei giallorossi. Quello di Florenzi. Il gol del vantaggio di Jankovic è arrivato da lì, con un preciso traversone di Hallfreðsson, il migliore dei suoi. Quindi il buon Rudi non ha saputo neanche leggere e porre rimedio a quel problema di natura tattica. Le uniche note positive, le uniche consolazioni, sono state Manolas e Dzeko. Il difensore greco ha fatto subito capire a tutti chi è: il miglior centrale del campionato, insieme ai titolari della Juventus. Ha fermato Toni e gli altri con le buone e le cattive. Ha chiuso tutti i varchi. Dal suo lato non si passava. Dzeko non ha ricevuto palloni giocabili,ma ha i piedi e la testa per fare male a qualsiasi difesa. Insomma, il potenziale c’è. Forse, con un diverso atteggiamento in campo, questa squadra potrebbe rendere molto di più. Intanto, bocciatura secca, senza appelli, per la prima di campionato. Rimandata a settembre, con l’obbligo di essere accompagnata dal presidente e dall’allenatore. E magari pure da qualche tifoso ottuso che si rifiuta di vedere la realtà. Si consiglia ai calciatori in campo di non passeggiare come se fossero a Villa Borghese.
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