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Servizio di Isidoro Niola @riproduzione riservata
Se la Juventus di Antonio Conte era come un cannibale questa di Max Allegri le somiglia tantissimo. Dopo la qualificazione alla finale di Champions ottenuta dopo la battaglia di Madrid e dopo aver mandato in campo le cosiddette seconde linee, la Juve passa anche al Meazza nel derby d’Italia superando per 2-1 l’Inter di Roberto Mancini, sempre più lontana dal fatidico posto al sole europeo dell’Europa League. Ci si aspettava una Juve demotivata, quasi che andasse a fare una scampagnata sul terreno del Meazza dopo le fatiche di coppa, ma anche la Juve 2 ha dimostrato di essere sempre sul pezzo, anzi a tratti è sembrata più feroce di quella dei titolarissimi. Simbolo di questa squadra è stato senza dubbio Marco Storari, riserva di Buffon, che potrebbe fare tranquillamente il titolare in ogni altra compagine della massima serie. Il portiere romano è stato decisivo in almeno due occasioni, la più spettacolare quando a pochi minuti dalla fine ha negato all’Inter il gol del pareggio, prima respingendo un tiro a botta sicura di Palacio e dopo distendendosi con un gran colpo di reni sul tiro ravvicinato di Icardi. Dicevamo di una Juve scesa al Meazza con le seconde linee. Assenti Buffon, Chiellini, Evra, Pirlo, Vidal e Tevez, Allegri mandava in campo una linea di difesa a quattro composta da Bonucci, Barzagli, Lichtsteiner e Romulo davanti a Storari. A centrocampo Sturaro, Marchisio e Padoin con Pereyra dietro la coppia Matri e Morata. L’Inter invece si schierava in attacco col tandem Palacio-Icardi supportati da Brozovic, D’Ambrosio, Shaquiri e Kovacic. La linea difensiva era composta da Juan Jesus, Ranocchia, Vidic e Medel davanti ad Handanovic. Parte bene l’Inter che al minuto 8 passa in vantaggio: Brozovic tira da lontano, la traiettoria e’ deviata da Icardi che beffa Storari. L’argentino e’ un vero e proprio incubo per la Juve, a segno per la qùinta volta tra Sampdoria ed Inter. La Juve non si disunisce e comincia a conquistare il centrocampo. È pericoloso Morata che di sinistro tira di poco a lato. Alla mezz’ora del primo tempo la Juve pareggia: Vidic si fa sottrarre la palla da Matri che si invola in area ma viene atterrato dal difensore. L’arbitro Doveri fischia il rigore e ammonisce il difensore nerazzurro: dal dischetto Marchisio spiazza Handanovic. Nella ripresa la partita diventa più spettacolare. Morata in due minuti fa venire i brividi ai tifosi nerazzurri: prima con un’azione personale sfiora il palo alla destra di Handanovic e poi, su cross dalla destra di Lichtsteiner, di testa sfiora il gol con l’estremo difensore nerazzurro battuto. Risponde l’Inter con un gran tiro al volo di D’Ambrosio che sfiora l’incrocio dei pali. Quando meno te l’aspetti invece la Juve passa in vantaggio: dal limite dell’area Morata di sinistro tirava di drop, Handanovic non bloccava ed il pallone si insaccava alle sue spalle. Una rete sicuramente scaturita dal l’errore dell’estremo difensore nerazzurro ma che premiava la caparbietà dell’attaccante spagnolo, grande protagonista della settimana. Allegri dava il via alla girandola delle sostituzioni inserendo Ogbonna al posto di Lichtsteiner, Pogba per Pereyra e Llorente al posto di Matri. Rispondeva Mancini che rilevava Vidic con Nagatomo. La partita conosceva l’ultimo sussulto a pochi minuti dalla fine con le paratone di Storari raccontate in apertura. La Juve così si aggiudicava il derby d’Italia, una partita che non perde al Meazza dal 2010, anno fatidico del triplete per i nerazzurri. Davanti a Thoir si è imposta una Juve in formazione rimaneggiata che la dice lunga su quanto è ampia la forbice che divide i bianconeri con i nerazzurri e le altre squadre del campionato italiano.
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