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Servizio di Stefano Sica @riproduzione riservata
Tra incubo e surrealtà. La Frattese buca clamorosamente la prima uscita ufficiale al Vallefuoco di Mugnano contro l’Afro Napoli e cade malamente (0-4) nel primo turno di Coppa Italia fase regionale al termine di una prestazione disarmante e preoccupante nella sua inconsistenza. Troppo Afro per una squadra fragile, spesso lunga tra i reparti e squarciata come il burro sulle corsie laterali. Quello di Sasà Ambrosino, già trionfatore lo scorso anno sulla panchina del Monte di Procida, è un team costruito dichiaratamente per vincere il campionato di Promozione. Forse costato persino qualcosa in più della Frattese targata Rocco D’Errico e sicuramente forte e assai qualitativo in tutti i reparti. Tanti, però, quattro gol di scarto. Sì, perchè dove finiscono i meriti dei partenopei iniziano i demeriti dei nerostellati, mentali e in qualche caso anche fisici. Per Andrea Ciaramella ci sarà molto da lavorare, soprattutto sulla testa di un gruppo che si è consegnato con troppa passività agli avversari, quasi stretto da un destino giudicato inconsciamente ostile.
SCELTE TECNICHE – La formazione iniziale ricalca, in chiave under, quella che è la strategia studiata da Ciaramella nel corso del ritiro. Spazio ad un giovane per ogni reparto, con l’esperto D’Auria in porta. Sulla linea dei difensori, nel 4-3-3 di fabbrica, c’è il ’99 Iengo a destra, con Capaldo che va sulla corsia opposta e la coppia centrale composta da Petrarca e Terracciano. Costanzo ispira la mediana (ma neanche lui vivrà un pomeriggio particolarmente “illuminato”) e a supportarlo ci sono il ’98 Castaldo e Ammendola. Spilabotte guida l’attacco con Muro a sinistra e il 2000 Passeri a destra. Modulo speculare per Ambrosino, con un tridente offensivo da urlo che vede Babù a destra, il bomber Arcobelli al centro e la freccia Dodò a sinistra. E, come se non bastasse, in mediana c’è la classe di elementi come Rinaldi e Marigliano a completamento di un undici titolare dai valori sproporzionati per la categoria.
MONOLOGO AFRO NAPOLI – La Frattese sa che le uniche due armi per potersi contrapporre ad un competitor così potente sono organizzazione tattica e tenacia. Ma in campo non si vedrà nulla di tutto questo. Perché l’Afro comincia ad imporre subito i propri ritmi, iniziando a creare qualche grattacapo a D’Auria e prendendo gradatamente le misure ad un avversario che mostra segni di impotenza precoce. Ci prova il terzino sinistro partenopeo Gentile, ma D’Auria è attento. Poi è Suleman a preparare una sassata che sfiora il palo alla sinistra del numero uno nerostellato. Gli stimoli sono diversi, ed anche lo smalto. La Frattese, incapace di organizzare una minima trama degna di nota, non si affaccia mai nella zona rossa partenopea. E alla mezz’ora (30′), i padroni di casa colgono il meritato vantaggio con Marigliano che dai 30 metri scaglia un missile con parabola discendente che finisce per beffare D’Auria. Nella circostanza, Castaldo subisce un colpo duro in piena area da parte di un avversario e resta per qualche minuto a terra. Gol evidentemente da non convalidare ma troppo distratti i nerostellati che si fermano in attesa di un fischio arbitrale.
DODO’ SUPER – E’ soprattutto da quel momento che inizia lo show di Dodò: passo, qualità e imprevedibilità non possono che silenziare Iengo, che esce un po’ malconcio da questo duello personale. Le superiorità conquistate dal giocatore capoverdiano sono veleno per gli ospiti, costantemente in affanno anche perché latitano i ripiegamenti dei due elementi che gravitano sul lato del terzino e che potrebbero essergli d’ausilio: Passeri ed Ammendola. Come in una partita a scacchi, nella ripresa Ciaramella decide di piazzargli Capaldo alle calcagna, trovando però la contromossa immediata di Ambrosino che cambia l’africano di fascia. Proprio Dodò, dopo un dribbling ubriacante, fa sfilare la propria conclusione a lato, poi l’ex Spilabotte, servito maldestramente da Velotti, si impappina palla al piede sciupando una gustosa ripartenza. Tocca anche a Babù illuminare la manovra napoletana e un suo servizio trova Arcobelli pronto a girare a rete: palla di poco a lato anche per il contrasto provvidenziale di Petrarca. Si arriva così al bis griffato Arcobelli (43′): Dodò mette ancora a tacere Iengo e la sua palombella dal fondo viene capitalizzata di testa dall’ex Sant’Agnello, appostato sul secondo palo. In chiusura di tempo, la Frattese ha un sussulto con Passeri che manda fuori a porta vuota con una inzuccata a colpo sicuro, ma ormai la frittata è fatta.
TIMIDA REAZIONE FRATTESE – Nella ripresa, i nerostellati provano a dare qualche segno di vita. Petrarca – tra i migliori nonostante la giornata choc dei compagni – svetta come un angelo sugli sviluppi di un corner, ma il suo colpo di testa finisce di un nulla sopra la traversa. E’ una telefonata per l’inoperoso D’Errico la conclusione di Costanzo dai 30 metri, quindi Dodò si divora per l’ennesima volta la fascia sinistra trovando il tap-in alto di Babù. Superata la breve fase di gestione, l’Afro Napoli riprende a giocare a memoria e a ritmi impressionanti. Babù spedisce di un soffio a lato il proprio sinistro a giro, stessa sorte per il destro di Marigliano che, in questo caso, sollecita i riflessi di D’Auria. Per i partenopei è il momento di capitalizzare e Suleman (27′) raccoglie il traversone chirurgico di Dodò timbrando prima la traversa e poi mettendo la palla nel sacco sulla ribattuta. E’ ormai in letargo la Frattese quando al 43′ la squadra di Ambrosino cala il poker (negli ospiti c’è tra i pali il 2000 Fusco, subentrato a D’Auria): Rinaldi inventa, Dòdò finalizza con un bel diagonale a coronamento di una prestazione personale formidabile.
LAVORO LUNGO – Tutto troppo bello (e facile) per l’Afro, ma assai irridente per i nerostellati che, ad inizio secondo tempo, avevano inserito Capasso per Passeri spostando poi il primo a sinistra con l’ingresso successivo di Allegretta (rimasto a destra) per Muro (spazio poi anche ad Agrillo e Gervasio Costanzo). Una lezione di calcio esemplare da parte di Sasà Ambrosino. Per la Frattese, invece, un campanello d’allarme da non sottovalutare. E che, forse, chiamerà Ciaramella ad aggiustamenti tattici sul versante under oltre che al ricompattamento di un gruppo apparso svogliato. Si vedrà.
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