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Servizio di Isidoro Niola FBW Partner @riproduzione riservata
È il terzo minuto del secondo tempo supplementare quando dalla panchina si alza Alvaro Morata. Milan e Juve sono ancora sullo 0-0 nella finale di Coppa Italia e tutto fa pensare che si andrà ai calci i rigore. Il canterano viene buttato nella mischia da Max Allegri a rilevare un opaco Hernanes. Passano soltanto due minuti dall’ingresso in campo dello spagnolo quando una veloce ripartenza sull’asse Alex Sandro-Lemina-Cuadrado mette quest’ultimo nella condizione di affondare sulla destra e di crossare per Morata ben appostato in area di rigore. Il piatto destro di Alvarito e’ preciso e tagliente come la lama di un bisturi ed il pallone si insacca nell’angolino alla destra di Gigi Donnarumma. E’ il gol che regala alla Juve l’undicesimo trionfo in Coppa Italia, la terza accoppiata scudetto- Coppa nella storia, la seconda consecutiva. Una rete che sintetizza alla perfezione la crudeltà del gioco del calcio perché il Milan, spinto dall’orgoglio e anche dalla disperazione, aveva tenuto validamente botta a questa Juve, ieri non particolarmente brillante, stanca, affaticata e orfana dei suoi uomini migliori, ieri la brutta copia di quelli ammirati durante il campionato. La vittoria – dunque – arrivata dalla panchina, come tante in questa stagione, a testimonianza che se si vuole vincere bisogna avere una rosa competitiva. Dicevamo di una Juve poco brillante, ieri scesa in campo col classico 3-5-2, dove in difesa, orfana dello squalificato Bonucci, Allegri aveva optato per Rugani insieme con Chiellini e Barzagli davanti a Neto, portiere di coppa. A centrocampo Pogba, Hernanes e Lemina con Evra e Lichtsteiner esterni. In avanti Dybala e Mandzukic. Il Milan aveva validamente tenuto il campo al cospetto di questa Juve che ben poco aveva combinato. Anzi, i rossoneri avevano avuto la migliore occasione per passare in vantaggio con Bonaventura il cui destro veniva parato in due tempi da Neto. La Juve si affacciava dalle parti di Donnarumma solo con Pogba ma la sua conclusione si perdeva tra le braccia dell’estremo difensore. Nella ripresa, complici il cattivo stato di forma di Evra e di Lichtsteiner, Allegri mandava in campo Alex Sandro e Cuadrado e la Juve, se non altro guadagnava campo grazie alle accelerazioni sugli esterni. La Juve creava qualche pericolo al Milan quando una bella azione Alex Sandro-Lemina consentiva al Franco-gabonese di servire in area Mandzukic che però veniva anticipato da Zapata. Era però il Milan a sfiorare il vantaggio quando una rovesciata di Bacca sfiorava la traversa. Si andava ai supplementari sul risultato di 0-0. Primo extra- time con le due squadre stanchissime che non imbastivano nulla di concreto. E poi, al terzo minuto del secondo tempo supplementare, l’ingresso in campo di Morata al posto di Hernanes… Juve quindi che bissa l’accoppiata scudetto-coppa per il secondo anno consecutivo. Il Double realizzato per la quarta volta dai bianconeri dopo le imprese del 1959/60, 1994/95, 20014/15. Sessantunesimo trofeo che arricchisce la bacheca della società di Corso Galileo Ferraris di Torino. Ennesimo trionfo per questa squadra e questa società che più che mai consolida la propria leadership in Italia.
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