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Non ha impiegato tanto tempo Carlo Ancelotti a smentire e a spazzare via quelle sempre più rumorose critiche su un Napoli poco realizzativo. Come un mago che dal cilindro tira fuori un coniglio, così il leader calmo gioca l’asso nella manica, Dries Mertens. Non che il belga non fosse di per sé incisivo, ma il bisogno di un attaccante che segnasse era grande e così a Ciro Mertens non è rimasto che portarsi a casa l’ennesimo pallone da riporre in bacheca. Sono 3 i gol grazie ai quali ha punito i ragazzi di Andreazzoli, partendo da titolare. Un gioiello dopo l’altro sui quali nulla ha potuto l’estremo difensore dell’Empoli Provedel costretto più volte a raccogliere la palla in fondo al sacco.
Oltre ad un Insigne sempre più strepitoso, ancor più vicino alla doppia cifra nonostante una prestazione non alla sua altezza, fondamentale è stato il gol di Arek Milik. Ad un attaccante non chiedo mai di fare gol, ma di giocare in armonia con gli altri giocatori. Nonostante le parole di Ancelotti che lo avevano di fatto scagionato dopo qualche occasione sprecata contro la Roma, il polacco ha finalmente fatto centro scrollandosi di dosso qualche insicurezza.
A pochi giorni dalla sfida che vedrà Cavani e compagni approdare al San Paolo, era necessaria una risposta. Se da un lato Ancelotti, con un turn-over necessario per giocarsi la qualificazione Martedì, ha rasserenato i tifosi sul reparto offensivo, meno lo ha fatto sul reparto difensivo. Maksimovic è responsabile sull’ennesimo gol di Ciccio Caputo (ormai fondamentale in quel di Empoli). Il Napoli, che paradossalmente poco aveva subito dal PSG a Parigi, subisce di più in casa con una squadra che certamente esprime buon calcio, ma che non ha individualità paragonabili alle undici azzurre. Non schierando la coppia Koulibaly-Albiol qualche disattenzione c’è stata, disattenzioni che il Napoli pagherebbe care se a tirare non fossero Bennacer o Krunic, ma Neymar e Di Maria (che di fatti proprio sull’unica sua occasione castigò i ragazzi di Ancelotti).
Ma questo Napoli piace e continua a piacere la capacità di Ancelotti di far ruotare al meglio tutti gli uomini a sua disposizione e di capire, come proprio durante questa gara, ciò che insieme potrebbe non funzionare come ci si aspettava (la coppia Rog e Diawara non si è rivelata all’altezza), ma che a volte è necessario se vuoi essere competitivo su tutti i fronti.
E forse tutto si racchiude proprio nella parola che ha usato il mister partenopeo. Armonia. Tutti devono essere come ingranaggi perfetti di un meccanismo, malgrado questo sia molto diverso rispetto a quello di Sarri. E’ sempre un’unione fa la forza e la volontà di segnare deve passare sopra momenti di sofferenza. E’ capitato con il Liverpool, con il PSG sull’1-2, in una fase di partita a svantaggio degli azzurri, e con l’Empoli di dover aspettare il momento giusto per colpire. Ed è certamente un aspetto su cui il Napoli deve migliorare e può farlo contando su elementi come Malcuit e Maksimovic (oltre al rientrante Ghoulam); il primo che si è rivelato un giocatore di buona prospettiva, il secondo totalmente resuscitato (o revitalizzato se si preferisce) dopo aver dovuto far fronte al grande freddo russo.
Quali saranno i probabili undici azzurri nel 4-4-2 anti-PSG?. Insigne, Mertens e Milik hanno chiaramente creato non pochi grattacapi ad Ancelotti. Milik o Mertens a supportare Insigne (che ormai, insieme a Koulibaly, è davvero l’unico indispensabile)?Certo è che la scelta di schierare Mertens in una gara predisposta al turn-over potrebbe far pensare al polacco dal primo minuto e ad un belga pronto a subentrare.
Sul reparto difensivo dovrebbe essere certo il rientro di Albiol al fianco di Koulibaly, assistiti probabilmente da Rui sulla sinistra e Hysaj sulla destra (salvo la sorpresa Maksimovic). A centrocampo la scelta di tenere fuori Hamsik e l’idea di tenere fuori Allan, probabilmente subentrato per le difficoltà causate dai toscani, fanno pensare al brasiliano e allo slovacco dal primo minuto. Stesso discorso per Callejon sul versante sinistro. Ochio al versante sinistro però: il dubbio fra Ruiz e Zielisnki potrebbe persistere. Il numero 20 rende molto di più quando subentra, mentre lo spagnolo potrebbe risultare oggettivamente stanco. Certa, almeno per quello che si è visto finora, la presenza di Ospina fra i pali, più che decisivo in certe circostanze.
Da precisare che il 4-4-2 potrebbe diventare all’occorrenza un 3-5-2 in fase offensiva e un 5-3-2 in fase difensiva. Nel caso in questione, come si è verificato per Liverpool e PSG, Callejon sarebbe l’uomo indispensabile. Maksimovic scivolerebbe terzino in fase d’attacco e centrale (con Callejon che ripiega) in fase difensiva. Questa potrebbe essere la trappola in cui sono già cascati, chi più chi meno, gli avversari azzurri in Champions.
L’arma vincente è stata individuata ed è Ancelotti insieme alla capacità di analizzare la partita, studiarla e agire anche a partita in corso (quella che poi è mancata con Sarri). Il dodicesimo uomo si chiama San Paolo, sempre più presente, sempre più decisivo. In alternativa in alcune gare ci vuole anche un pizzico di fortuna e quel San Gennaro che invochiamo quando la gara non è sulla strada giusta.
Il resto è certamente lo spettacolo offerto da Napoli e Psg in un match che risulta più decisivo che mai, da affrontare con le giuste dosi di cuore e testa.
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