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E’sicuramente un Walter Taccone amareggiato quello intervenuto oggi sulle frequenze di radiopuntonuovo per fare il punto della situazione generale che sta vivendo il suo club in vista dell’esordio ufficiale in tim cup previsto domenica prossima a Bassano del Grappa.
Oltre alla questione stadio, che malgrado le buonissime intenzioni della società biancoverde, già da maggio pronta ad accollarsi tutte le spese per la trasformazione del manto erboso da naturale in sintetico in modo da poter essere sfruttato 365 giorni all’anno anche dalle formazioni giovanili e la riqualificazione mai avvenuta del campo B finalmente dotato di un manto erboso adatto ad un campionato professionista, c’è anche l’inaspettata e immeritata squalifica del massimo esponente del club di piazza libertà che paga in prima persona la scellerata gestione del settore giovanile dello scorso anno che pure sembrava essere iniziato sotto i migliori auspici visto la formazione di un convitto in cui riunire tutti i giovani calciatori e l’assegnazione delle varie squadre giovanili a quei comuni dell’alta irpinia capaci di fornire campi idonei ad ospitare gare valevoli per campionati giovanili professionistici.
Essere squalificato per essersi affidato a persone incapaci di gestire un settore delicato difficile e dispendioso, come quello del settore giovanile non è sicuramente una cosa bella per un personaggio amato e ammirato da tutti i tifosi dell’Avellino.
Ecco lo sfogo ufficiale riportate nell’intervista rilasciata alla radio ufficiale del club irpino: “In questa estate sta succedendo un po’ di tutto: lo spostamento della gara di Coppa, il campo Partenio Lombardi, e poi questa sentenza che a quanto leggo sui social sembra voglia mettere in discussione il rapporto fra me e il DS De Vito. Questi signori della procura hanno avuto il coraggio di scrivere che io ho scaricato le responsabilità della gestione del settore giovanile su Enzo De Vito, questo è assolutamente falso. De Vito va escluso da questa situazione. Sono le persone incaricate che devono pagare. Il presidente – prosegue Taccone – può essere responsabilizzato insieme alla società per una mancata vigilanza. Questa sentenza fa ridere. Mi volevano dare diciotto mesi, neanche se avessi ucciso una persona. Noi non ci fermeremo e faremo ricorso. Hanno scritto delle cose davvero ridicole. Il rapporto con De Vito resta idilliaco. Nessun provasse a creare problemi tra di noi“.
Capitolo Partenio-Lombardi, Taccone spiega: “In questi giorni sono al mare, ma abbiamo creato dei gruppi su whatsapp con tutti coloro che si occupano dei lavori. Il 18 agosto il campo dovrà essere pronto“