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servizio di Vincenzo CAPRETTO © riproduzione riservata
La Juventus suona la nona sinfonia: i bianconeri battendo il Napoli per due a zero alzano per la nona volta nella loro storia la Supercoppa Italiana.
La prima domanda da porci è: il risultato è giusto? Difficile dare una risposta senza incorrere in polemiche. E’ stata una partita bruttissima, è questo l’unico dato veramente oggettivo che è emerso ieri. E sicuramente non può essere data solo la colpa al campo disastrato. Triste sentire a fine gara da un campione come Pirlo, “le finali sono sempre brutte”. Potremmo fare un elenco lunghissimo di finali entusiasmanti viste negli ultimi anni.
Partita equilibrata. La Juve ci mette più determinazione, più voglia, più cattiveria e, forse, c’era da aspettarselo dopo la figuraccia di domenica contro l’Inter. Il Napoli sin dalle prime battute sembra essere eccessivamente accorto e con fin troppo rispetto per gli avversari. Nonostante questo, le palle goal più clamorose sono degli uomini di Gattuso in apertura e fine di match. Solo uno strepitoso Szczęsny nega il goal a Lozano in entrambe le circostanze. Il match è deciso da episodi: Ronaldo si ritrova il pallone tra i piedi dopo una doppia carambola e non perdona, Insigne sbaglia il rigore del pari al 90°. Tanto possesso bianconero, poco mordente azzurro. Questo è il riassunto del match. Senza senso i cambi nel finale di Ringhio. Non si vincono le partite lanciando in campo tutti gli uomini offensivi senza dare una logica ed equilibro alla squadra. Su questo il mister deve ancora maturare, ma va perdonato. Il tempo è dalla sua parte.
Non ci sentiamo di dare sentenze. La Juve non è quella degli ultimi anni e sembra un azzardo, come si è sentito da qualche parte, sostenere che sia “tornata”. Certo vincere fa sempre bene, ma ci vorrà dell’altro per vincere tutto, lo sa bene Pirlo nonostante l’apparente sicurezza mostrata nel post gara.
Il Napoli continua nella sua altalena di prestazioni e, probabilmente, se non riesce a trovare presto un equilibrio di gioco, ma soprattutto mentale, i tifosi partenopei saranno costretti a passare dalla stelle alle stalle in continuazione con una chiara incertezza su quale sia il risultato finale. Oggi gli azzurri potrebbero ambire allo scudetto, ma per assurdo potrebbero arrivare anche fuori dalla Champions. Stesso discorso vale per le altre competizioni dove i partenopei sono ancora in corsa: ogni partita sembra essere diventata una roulette russa.
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