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Luciano Spalletti parla alla vigilia della sfida con l’Inter
Come sta la squadra dopo il ritiro invernale in vista dell’Inter?
“Abbiamo sviluppato questo periodo di break e abbiamo fatto quello che dovevamo fare. Siamo andati a lavorare in profondità sulle qualità che riteniamo opportune. Abbiamo valutato i calciatori tornati dal Mondiale e quelli che sono andati in vacanza abbinando la tipologia di lavoro. Abbiamo avuto delle buonissime risposte. Per noi non è un ripartire, siamo rimasti con la testa dove avevamo lasciato. Abbiamo iniziato questo bellissimo viaggio cinque mesi fa, anzi da quando sono qui e in questo viaggio non ci sono fermate o stazioni intermedie. Ci fermeremo solo quando sapremo come sarà andata a finire”.
Il Napoli è la squadra da battere. E’ uno stimolo ulteriore o un’insidia?
“Per il ruolo che abbiamo e per i professionisti che siamo, non pensiamo ad alcun tipo di complotto. Ma se in tanti e spesso tirate fuori questi discorsi, è il segnale che il nostro sistema sia migliorabile. E’ un momento in cui la credibilità è tutto, dobbiamo lavorare con estrema attenzione ed essere bravi nei nostri comportamenti per non alimentare questi dubbi. Noi dobbiamo fare allo stesso modo, usare l’amore di Napoli per questo sport. Vogliamo dare felicità alle persone che ci vogliono bene e giocare delle belle partite. Ripeto, l’aspetto fondamentale è comportarsi in maniera corretta”.
Come stanno Lobotka e Kvaratskhelia dal punto di vista della condizione?
“Si sono applicati in questo periodo in maniera corretta. Contro la Juve Stabia è venuto fuori un bel match, è stato un avversario di tutto rispetto. Kvara e Lobo hanno disputato una prestazione di buonissimo livello nel tempo che hanno giocato. Siamo tranquilli sulle loro qualità”.
Che lavoro sta facendo su Kvaratskhelia dal punto di vista mentale?
“Si gestisce da solo. Ha grandissime qualità, è imprevedibile, può sempre fare giocate eccezionali. Per noi è un grande valore aggiunto”.
Cosa pensa della designazione arbitrale di Sozza?
“Non capisco la domanda. Dobbiamo comportarci meglio tutti e pensare in maniera corretta. Questo fa parte di un modo di ragionare che va combattuto”.
Come sta Rrahmani?
“Amir andrà giudicato nella prestazione per la delicatezza del periodo che ha attraversato. Ci vorrà la prestazione per trarre le conclusioni sulla sua condizione. E’ chiaro che diventa facile dire che il rientro sia stato graduale. E’ stato seguito passo dopo passo da Cacciapuoti. Noi siamo fiduciosi, ma in questo caso ci vuole il risultato della partita per poter giudicare”.
Qual è l’obiettivo adesso?
“Noi non arriviamo a giocare questa partita, così come accadrà con le successive, forti della posizione in classifica oppure forti di non aver mai perso. Abbiamo la consapevolezza di ciò che sappiamo fare in campo. Questo per noi è fondamentale. Su questo svilupperemo le nostre prossime gare. Affronteremo una grande squadra come l’Inter, non ci potrà salvare quello che abbiamo fatto, ma ciò che faremo. Cercheremo cose nuove. Giocheremo il nostro calcio che è piaciuto a tanti e ha dato beneficio alla squadra stessa. Molti calciatori si sono esaltati”.
Quali sono le sue sensazioni in vista di domani? Sono le stesse di qualche mese fa?
“Le sensazioni sono sempre giuste. Voglio essere sotto pressione al massimo per quello che è il mio lavoro. Così interpreto questa professione. Sono felice così. Quando sei al massimo, mi aspetto una risposta corretta dai miei calciatori considerando l’attesa dei nostri tifosi e del nostro popolo”.
Che tipo di Inter si aspetta?
“L’Inter è sicuramente una squadra di livello top. Negli ultimi tre anni e mezzo ha fatto investimenti da squadra di livello top e ha questa grande capacità di dilatare facilmente il campo. Avrà il doppio centravanti e noi dovremmo stare sempre attenti per avere un equilibrio tattico. L’Inter ha fisicità e qualità tecnica. Noi dovremmo essere bravi a mantenere equilibrio e a mantenere il comando della partita. Lukaku? Perché Dzeko, Lautaro e gli altri non sono forti? Non c’è soltanto lui. Alcuni li conosco benissimo, li ho allenati. Le insidie sono tante”.
Come stanno i cinque giocatori reduci dal Mondiale?
“Stanno tutti bene. Probabilmente c’è quello che sta benissimo e quello che sta bene e basta. Sono tutti utilizzabili e pronti a giocare questa grande sfida. Noi sapevamo da quando uscì il calendario che quella del 4 gennaio sarebbe stata una grande sfida. Noi siamo entrati in una fase eccitante e godibile del nostro lavoro. Siamo dentro il percorso di un grande campionato e ce lo giocheremo con le altre. Non è soltanto la nostra sfida, ma di una città intera. Sono questi grandi appuntamenti che consegnano a chi li affronta in maniera corretta una grandezza. Così si diventa grandi. Dobbiamo evidenziare le grandi qualità che abbiamo. Dobbiamo andare a giocare liberi da tutto. Noi dobbiamo giocare bene oltre ogni dubbio. I miei giocatori sono pronti”.
La sosta può cambiare gli equilibri dell’alta classifica?
“L’anno scorso abbiamo fatto un buonissimo lavoro. Ho visto tutti impegnarsi al massimo. Noi dobbiamo continuare in questa maniera qui. Dobbiamo essere bravi a capire che tutto sia possibile. Ognuno dovrà offrire il suo contributo per il lavoro di squadra, è un aspetto fondamentale”.
La voglia delle rivali di tentare l’aggancio cosa provoca?
“Assolutamente nulla. A volte stiamo al gioco e dibattiamo su punti e virgole. Noi dobbiamo staccarci da tutte queste cose ed entrare in sintonia il più possibile con l’amore della nostra città. Quello che sviluppiamo può far felice molti bambini e molte persone che magari sono meno fortunate di noi. Questo rappresenta un monito importante per noi. Non ci interessa nulla di cosa pensano gli altri di noi”.
Ci sono stati scandali nell’ultimo periodo, che idea si è fatta?
“Ci vorrebbe molto tempo per svilupparle. Posso solo richiamare ciò che ho detto prima. Dobbiamo domandarci se stiamo facendo del nostro meglio affinché il calcio diventi più credibile e sia quella molla giusta nel sociale per creare nuove possibilità ad altre persone”.
Come pensa che sarà il campionato dopo la sosta?
“Si può utilizzare l’entusiasmo che ha avuto il popolo argentino dopo il Mondiale. Quelle immagini trasmettono energia pura per il nostro calcio. Abbiamo visto grandi partite in Qatar: partite combattute, come la finale, e qualità assolute. Ne usciamo arricchiti”.
Il Napoli può essere come l’Argentina?
“Questo abbinamento ci porta a chiederci ogni due secondi a vincere lo scudetto. È la vostra ossessione, non la mia. La mia ossessione è un’altra: voglio vedere impazzire di gioia questa città, forse più pazza di quella che già è. Adesso mi sento napoletano anche io. Mi piacerebbe tanto far esplodere Napoli di passione ed entusiasmo”.
Un suo ricordo su Pelé?
“E’ stato un altro grandissimo dispiacere che abbiamo dovuto subire in questo periodo. Messi, Maradona, Pelé sono e sono stati i calciatori – anche se in diverse fasi della storia – che hanno lasciato un marchio indelebile su questo sport. Su Pelé voglio dire una cosa: è stato ungrande a non chiedere di togliere la maglia”.
Quindi anche il Napoli deve inserire di nuovo la 10?
“Quello di avere il numero dei grandi calciatori corrente e sviluppante delle azioni di gioco in campo è una cosa che ritengo assolutamente corretta e giusta. Non si mette nell’armadio o in una teca: va mostrata sempre in modo da far tornare in mente le giocate del campione che la indossava”.
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