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Queste le dichiarazioni dell´ex tecnico del Milan e della Nazionale azzurra Arrigo Sacchi.
“Berlusconi con me è stato perfetto. Sicuramente avrò commesso degli errori, ma mai lui mi ha creato problemi o messo in difficoltà. A me mai ha detto una parola per togliermi autorevolezza. E´ stato perfetto con me. E´ stato un presidente esemplare, oltre che il più grande presidente della storia non solo italiana. Lo dicono i risultati e non solo quelli. La squadra del 1989 non solo ha vinto la Coppa dei Campioni, ma viene considerata la migliore squadra di tutti i tempi da molte testate nel mondo, Uefa compresa, e Berlusconi ne era il presidente. Non scordiamoci che la società, con il suo stile, con le sue regole, con la sua storia, è più importante della squadra, come la squadra è più importante del singolo.
Non mi sento un simbolo del Milan, mi sento fortunato. E sono molto riconoscente a Berlusconi che mi ha segnato la vita. Per me approdare in una società così avanti rispetto alle altre è stato un colpo fortunato. Sono stato fortunato a conoscere un uomo che ha permesso il rinascimento al calcio italiano. Berlusconi è stato trainante, ha smosso un mondo antico. Purtroppo questo è un Paese vecchio che fa fatica a rinnovarsi e ad evolversi. Un Paese in una crisi economica, morale e culturale>.
Berlusconi ha scelto un signor nessuno come ero io e io firmai in bianco perché dissi loro o siete dei geni o siete dei matti. Per fortuna erano dei geni e mi hanno messo nelle condizioni migliori di operare. Berlusconi ha rinnovato il calcio. Faccio un esempio: una volta il premio a vittoria veniva garantivo anche se le squadre retrocedevano. Conosco una società che all´epoca pagò 80-90 milioni di premi ai propri giocatori e alla fine della stagione retrocesse. Berlusconi introdusse i premi solo a obiettivo. Quando arrivai al Milan lui cominciava a dare premi se arrivavamo terzi, perché l´anno prima il Milan era arrivato quinto.
Cosa gli auguro? Una lunga vita serena e tranquilla, lo merita. Ha vissuto questa vita con una intensità, una passione e un entusiasmo così grandi che ci vogliono tre persone “normali” per viverla allo stesso modo.
Direi che la vittoria del 24 maggio 1989 contro la Steaua è il mio ricordo più bello, ma io ero contento tutte le volte che si giocava bene”.
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