
Views: 1
Di Pippo Trio (Cityweek)
Il trogloditismo tipico di certe forme del tifo calcistico ha voluto che gli anti juventini abbiano festeggiato la sconfitta bianconera come la più prestigiosa delle vittorie dei perdenti, ma siccome tutto il mondo è paese e per dirla con un altro luogo comune, la mamma dei cretini è sempre incinta, anche a Barcellona avrebbero festeggiato un’eventuale sconfitta dei nemici del Real. Tutto questo però non autorizza a pensare che sia una prassi intelligente, ma non perché pretendessimo la cosiddetta lealtà sportiva, sarebbe come pretendere che la politica fosse corretta, o che tutte le donne fossero madonne, però godere di una sconfitta del proprio Paese impegnato a competere con uno straniero significa che più coglioni e perdenti di così non si può. Ma lasciamo perdere i catalani e le loro beghe separatiste, oltre che calcistiche, del resto in Spagna si spartiscono titoli nel calcio ormai da un decennio, quindi potrebbero anche permettersi di sfruculiarsi a vicenda, ma da queste parti non si vince un titolo manco a comprarselo, a Napoli poi non si riesce a festeggiare decentemente nemmeno l’anniversario di chi non vince da circa 30 anni e ci mettiamo a festeggiare le sconfitte di altri italiani? Del resto gli stessi giornalisti locali che hanno salutato la sconfitta della Juventus e di Higuain, un paio di anni fa festeggiavano le sconfitte della loro stessa squadra solo perché l’allenava Benitez, che malgrado tutto aveva vinto due titoli che hanno fatto passare per fallimento ed oggi paradossalmente festeggiano il nulla, perché il Napoli nulla ha vinto…. Valli a capire certi ebeti! Detto questo, ora cosa resterà di questa festa al contrario, che una nazione più volte campione del mondo con la propria nazionale, pluridecorata a livello di club, venga sbeffeggiata dal suo stesso popolo incitando alla sconfitta in nome di tardive guerre borboniche, o fra Guelfi e Ghibellini? Non è solo ridicolo, ma alquanto patetico se non patologico di una nazione ferma e ben contenta di esserlo, altrimenti non si capirebbe. Si possono capire sfottò sdrammatizzanti, ma addirittura sparare fuochi di artificio, o provocare il panico in una piazza, ci sembra francamente eccessivo, per usare un eufemismo. Ma questo è lo specchio dei tempi, dove chi si dovrebbe occupare di cultura, informare la gente e raccomandarsi a comportamenti corretti, è il primo tifoso fondamentalista che aizza le masse attraverso l’offesa faziosa, abusando oltremodo dei mezzi di comunicazione di massa che ha il privilegio di utilizzare, amplificando a dismisura attraverso i social questo tam tam tribale ormai diventato un vero e proprio inno all’odio verso se stessi. Non vogliamo farla più lunga di quanto meriti l’argomento, ma nessuna sconfitta altrui ci erge a vincenti, semmai è il contrario, perché in questi casi la sconfitta assume proporzioni gigantesche che non afferiscono solo al fatto sportivo, ma anche ad altri aspetti che nella scala dei valori di un popolo ci portano sempre più indietro rispetto ad altri. Sarà anche per questo che sia nel calcio che in altri settori il nostro sia un Paese pressoché in caduta libera a causa di questo degrado progressivo! Non ci sono altre parole.
Lascia un commento