16 Giugno 2025
  • www.footballweb.it e’ una testata giornalistica
  • registrata presso il Tribunale di Napoli Nord –
  • Numero registrazione 22 cronologico 4288/2016.
  • Editore: Gianni Pagnozzi;
  • Direttore Responsabile: Michele Pisani

Salernitana: 18 anni fa granata in A, Aliberti ricorda…

Views: 0

Ad oggi sono esattamente diciotto anni, che la Salernitana Sport era in festa per la conquista dello storico ritorno in massima serie dopo 50 anni. Aniello Aliberti, ex patron del cavalluccio, ha ricordato quegli anni – con passaggi importanti anche sull’attualità – in un’intervista concessa al quotidiano La Città. “Furono lacrime di gioia perché restituire la Serie A a Salerno dopo 50 anni era davvero un’impresa. Compiuta dominando. Oggi provo solo un diffuso senso di malessere – ha dichiarato l’imprenditore vesuviano – Pensare a undici anni di lavoro e di sacrifici, per carità anche di errori e negligenze, ripensare a una società che con serietà e caparbietà aveva creato un modello perché non c’era solo la prima squadra ma pure un settore giovanile di livello, cancellate e distrutte in modo indegno, continua a farmi male. È un dito in una piaga che non si sanerà mai. Hanno voluto cancellare la Salernitana Sport, hanno usato due pesi e due misure. Lo so, l’ho detto mille volte: ma questa è la verità. Mi attengo ai fatti, anzi agli atti: la nostra volontà di risolvere la lite temeraria con l’Agenzia delle Entrate è stata l’unica a non essere stata accettata, quella di altri invece sì. Genoa, Udinese, Reggina e Chievo nel 2008 vengono condannate – è negli atti ufficiali della Figc – a 400mila euro di multa per aver falsificato i dati del bilancio della stagione 2004/2005. Non si sarebbero potute iscrivere e invece furono premiate. Forse avevano santi in paradiso, magari fiscale. E poi tra Roma e Salerno c’era un’asse che spingeva alla distruzione per prendersi la Salernitana dalle ceneri. Noi dovevamo 18 milioni di euro all’Erario, la Lazio 163. La legge non è uguale per tutti: siamo in Italia, no?”. Il paragone Aliberti-Lotito, frequente e immancabile. La Lazio che fu iscritta in quell’estate era diventata da pochissimo proprio dell’attuale co-patron granata, che aveva ereditato i debiti prodotti dalla gestione Cragnotti. Chissà, forse per questo la transazione fu concessa ai biancocelesti più facilmente rispetto a una Salernitana che, invece, avrebbe dovuto sanare posizioni debitorie innescate da meccanismi della stessa proprietà. “Aliberti per undici anni ha pensato a fare solo calcio, non si è mai preoccupato né della politica in senso stretto né di quella della Figc. Il mio interesse era solo sul calcio, sulla Salernitana. Non ero legato a carrozzoni parlamentari o federali, né dovevo ricevere o elargire favori. Lotito è diverso: è un uomo di potere, con tanti interessi, e ben inserito in certi ingranaggi. Niente contro di lui. E all’epoca, cioè nel 2005, fece quanto la legge gli consentiva – prosegue Aliberti – Multiproprietà? Nulla in contrario ma la squadra e la società vanno non solo amministrate ma anche seguite. Non è più il mio calcio: ai miei tempi il presidente era il padre di famiglia. Ora invece ci sono cinesi e malesi, americani e indonesiani. Ad Avellino avevo una compartecipazione ma il progetto era diverso, solo calcistico. A Campobasso era solo serie D e poi era solo un aiuto. Un legame di amicizia che mi ha spinto anche adesso dare qualche consiglio, ma solo perché mi è stato richiesto”. La situazione attuale di classifica non è delle più rosee, qualcuno contesta la società attuale. “Salerno è una piazza meravigliosa che merita passione, competenza, rispetto. Il granata mi è entrato nelle vene. Lotito tifoso? Della Lazio non so, della Salernitana non credo proprio. Ha preso la società con un bando. Per carità, bel percorso: ripartire dalla D e arrivare in B in cinque anni non è facile. Ha investito ma bisognerebbe capire fino a quanto ci ha creduto e quanto ci crede ancora. Nel calcio si può sbagliare. Succede a tutti, può accadere pure a Lotito. Certe volte è stato irruento con la città che lo ha accolto più che bene. Avrà dato, ma anche ricevuto molto”, il commento di Aliberti prima di esprimere un giudizio sulla conduzione della stagione: “Dipende da tante componenti, anche a chi ti affidi, al tempo che hai per seguire la squadra, alla capacità di reagire e di intervenire nei tempi e nei modi giusti. Qualche stagione difficile l’abbiamo vissuta pure noi. Però tutte le componenti seppero far quadrato, compattarsi, cementarsi. Quest’anno mi pare che a compattarsi siano stati solo i tifosi. In 22mila all’Arechi col Modena sono una dimostrazione d’amore incondizionato. Per me non è una sorpresa. Anzi potevano essere pure molto di più se ci fosse stato un altro tipo di rapporto tra club e città. I tempi sono cambiati. La mia Salernitana, ad esempio, era fatta da giovani, da italiani, da ragazzi che avevano voglia, spirito, che respiravano la passione della città e della provincia. I tempi sono cambiati, e parlo in generale. Serve che la società segua passo passo ogni sospiro, che detti la linea e tenga il polso. Se è mancata programmazione? Quando andai a riprendermi Delio Rossi era metà aprile: la squadra la costruimmo allora. Ad esempio Giovanni Tedesco era già nostro con mesi di anticipo. Senza basi non si va da nessuna parte. Auguro alla Salernitana di salvarsi: certo a Cagliari troverà un ambientino… Noi campani siamo visti come il diavolo. E fortuna che non ci sia più Cellino“. Fare calcio è sempre più difficile, a Salerno la proprietà ha garantito salti di categoria importanti in questi anni e puntualità svizzera nei pagamenti. I risultati in questo campionato non stanno sorridendo e da qualche parte si capta insofferenza. “Non vedo fila di gente disposta a investire nel calcio, e non vedo esposto nemmeno il cartello ‘vendesi’. E poi, chi verrebbe, lo farebbe per cosa? Per una richiesta politica? Per una questione commerciale? Sono scettico. Questo calcio non mi piace e dico tra l’altro che ora sarebbe più facile vincere: basta avere un minimo di programmazione – conclude Aliberti – Lotito è uno orgoglioso. Se dovesse andar male resterebbe di sicuro, magari se la Salernitana si salvasse forse potrebbe pure pensarci. Riprendermi la Salernitana? Nella vita tutto può succedere, mai dire mai… Certo, se dovessi tornare nel calcio lo farei solo con la Salernitana. Lotito non dà gratis nulla. Aspettiamo gli sviluppi”.

 

Raffaele Cioffi

About Mariano Messinese 528 Articoli
Vintage nell'anima e nel corpo, look anni '70, letterato, amante del calcio, di Battisti-Panella e di Nietzsche. Perchè vi dico questo? Perchè chi sa solo di calcio non sa niente di calcio.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.