14 Giugno 2025
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Paganese-Monopoli, i Top e Flop azzurrostellati

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Servizio di Stefano Sica @riproduzione riservata

Vicoli stretti e imprevisti. E forse la prigione di una crisi epocale che oramai ha messo a nudo l’irreversibilità dei limiti tecnici e caratteriali del gruppo. Sabato col Monopoli, purtroppo, non è stato un gioco. Ma semplicemente la reiterazione di uno strazio che potrà aver fine solo con una rivisitazione seria e approfondita dell’organico. Gennaio è lontano, certo. E, comunque, bisognerà cercare di limitare i danni per non vedersi tagliati fuori già in inverno dalla lotta salvezza. Che la Paganese adesso sia ultima in classifica, in condominio con la Fidelis Andria (uscita indenne da Catanzaro), è solo un dettaglio che poteva essere messo in preventivo, per quanto amaro. Ma è il dato formale che in un certo senso racchiude, oltre che un quadro tecnico desolante, uno scoramento ambientale senza precedenti, culminato nel disappunto dei pochi, soliti intimi presenti al Torre. Il Monopoli ha preso, incartato e ringraziato, conscio persino di aver raccolto più di quanto meritato. Ed è qui che l’amarezza si fa sconcerto: contro i pugliesi, gli azzurrostellati hanno disputato una partita tutt’altro che negativa. Almeno fino al vantaggio risolutivo di Paolucci. Buono (finalmente) l’approccio, apprezzabile l’ordine delle trame e, ancor più, l’assenza di frenesia nelle giocate. E’ sembrata una squadra tranquilla e senza ansie, quella di Favo. Consapevole magari di poter gestire la gara ed arrivare all’obiettivo in un arco temporale più esteso. L’ennesimo ribaltone tattico (il ritorno al 4-3-3 con Regolanti centrale e Scarpa interno di centrocampo) non ha creato particolari destabilizzazioni, anzi. Di cronico c’è purtroppo una sterilità offensiva che ad oggi condanna gli azzurrostellati non solo dal punto di vista statistico (peggior attacco del girone seppur in coabitazione con altre quattro squadre ugualmente relegate in basso), ma anche della produzione di occasioni da reti vere, tangibili. Sotto questo aspetto, la Paganese ha provato a fare male solo in apertura con le fiondate di Cesaretti e Scarpa. Poi il buio. E nuovamente un paio di fiammate a metà ripresa con la traversa dello stesso Cesaretti e un paio di traversoni invitanti ma mai finalizzati a dovere. Insomma, la montagna ha partorito il topolino e tanta generosità, unita ad un possesso palla soddisfacente, non è servita. Comunque vada, anche quando ci si riesce ad esprimere sufficientemente, ostacoli strutturali ed episodi estemporanei vincono su ogni razionalità. Perché i soliti errori di concetto, scaturiti nel gol di Paolucci, hanno vanificato i piccoli progressi intravisti in partita tramortendo definitivamente la tenuta psicologica – già fragile – della squadra, incapace di reagire con piglio e freddezza. Il blitz dell’attaccante biancoverde è l’esempio di come una mancanza di reattività e di lettura dell’azione avversaria, possa essere fatale. Sbaglia Picone non provando l’anticipo volante sull’apertura improvvisa di Scoppa per Mercadante, ma non fa meglio Piana, la cui esitazione nello scappare dietro lo costringerà a trovarsi “morso” pochi secondi dopo tra Sounas e lo stesso Paolucci. A Siracusa, sabato prossimo (ore 14.30), servirà una vera e propria impresa per far punti. Finora al De Simone, gli aretusei hanno raccolto due vittorie ed altrettante sconfitte, con un solo pari conseguito proprio contro quell’Andria (0-0) che sta facendo compagnia alla Paganese in questa via crucis. Attacchiamoci, per ora, malinconicamente a questo. Di seguito i Top e Flop azzurrostellati.

TOP

TASCONE – Anche stavolta il mediano napoletano non tradisce e dà fondo a tutte le proprie energie. Esce forse per una botta ricevuta ma non prima di aver garantito la solita forza specifica in mediana.

LA RIPRESA DI SCARPA E CESARETTI – In realtà, entrambi non dispiacciono affatto nel primo tempo, provando anche la soluzione personale. Ma è dopo l’intervallo che ognuno di loro dà il meglio di sè. Scarpa, instancabile nel ruolo di mezz’ala, aumenta dinamismo e corsa negli ultimi 20 metri, andandosi persino ad allargare a sinistra in una fase offensiva disegnata praticamente sul 4-2-4, con Cesaretti che si accentra nei pressi di Regolanti. Con l’ingresso di Baccolo, va a destra nel tridente e sforna l’assist che Cesaretti manda di testa sulla traversa. Positiva anche la performance dell’ex Empoli, che le prova tutte per garantirsi superiorità numerica a sinistra e pure buoni inserimenti per vie centrali. A volte è impreciso, ma anche assai sfortunato.

FLOP

PIANA – Il suo spiovente involontrario nel primo tempo, per poco non manda in gol Genchi. Una brutta leggerezza. E, come detto, anche una lettura sbagliata sull’iniziativa di Scoppa (da cui nasce il gol di Paolucci) risulta letale per gli azzurrostellati. Un peccato perché, per il resto, fa una gara dignitosa.

CARCIONE – Non è nel suo pomeriggio migliore. Sbaglia qualche appoggio di troppo, corre poco (e questo indebolisce la tenuta del centrocampo) e spesso si intestardisce nei lanci lunghi. Dopo lo 0-1, Favo lo toglie a beneficio di Negro in un 4-2-4 che si pone l’obiettivo di sfruttare con le palle alte la fisicità del doppio attaccante. Idea giusta ma missione fallita. Perché, in quel momento, la Paganese è già sull’asfalto e non riesce a coordinare gambe e cervello.

BACCOLO – Va inizialmente in panchina perché reduce da un attacco influenzale. Una condizione che non gli permette evidentemente di essere l’impact player che Favo si aspetta. E infatti il biondo centrocampista bresciano, subentrato a Talamo, si limita a passeggiare in campo, risultando inconsistente in entrambe le fasi. Il suo utilizzo è l’unico errore di valutazione commesso in partita dal trainer azzurrostellato il quale, con questa mossa, pensava di riportare Scarpa nel suo ruolo naturale, puntando nello stesso tempo sulla qualità in zona offensiva di un giocatore che, se al meglio, può essere un valore aggiunto. Esperimento bocciato.

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Giornalista pubblicista e' uno dei fondatori di Footballweb

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