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Due a zero per l’Arsenal. Classico risultato all’inglese. Il Napoli di Carlo Ancelotti, a lungo atteso all’appuntamento più importante della stagione, stecca la prima. “Ci può stare”, avrebbe detto Rafa Benitez. Ci può stare perché questa piccola grande squadra, come più volte ribadito, non ha la mentalità vincente delle corazzate e soprattutto non è abituata ai grandi palcoscenici. Contro le mediocri compagini del campionato nostrano, i partenopei sono spesso padroni del campo. Palleggiano con la tranquillità di chi sa di essere più forte, di fronte al timore reverenziale dell’avversario di turno che non osa scoprirsi e pressare più di tanto per recuperare la palla. Così i vari Allan, Zielinski, Callejòn, Fabian Ruiz, i terzini, sembrano formidabili giocolieri.
Varcata la frontiera di Chiasso, purtroppo, non funziona così. Già contro il Salisburgo, che gioca in Austria, si erano palesate le prime difficoltà, mascherate però dai gol e dal passaggio del turno. Ieri, all’Emirates Stadium di Londra, è accaduto quello che in serie A al Napoli accade di rado. Essere pressato, senza paura e con cattiveria agonistica. Infatti, i gol di Ramsey e Torreira sono nati da due giocate speculari e negative degli azzurri. Mario Rui ha sbagliato una verticalizzazione, lanciando il micidiale contropiede dei “Gunners” orchestrato e chiuso da Ramsey, futuro giocatore della Juventus. Contro Frosinone, Spal, Chievo, Bologna, Genoa, per fare qualche esempio, l’avrebbe pagato il Napoli quell’errore? Forse no, con grande probabilità. Il raddoppio della squadra di Emery, ancora, è maturato per un eccesso di confidenza tecnica di Fabian Ruiz, troppo abituato a fidarsi del suo sinistro e della capacità di eludere l’intervento degli avversari italiani. Invece Torreira, ex della Sampdoria e trattato anche dallo stesso Napoli, ha creduto nella possibilità di rubar palla al gigante spagnolo e di involarsi verso la porta. Break, accelerazione centrale, tacco destro a rientrare sullo stesso Ruiz, che ha poi cercato di rimediare. Sappiamo com’è finita.
E qui sono iniziati tutti i limiti dell’Arsenal. Dopo un primo tempo ad altissimi livelli, i londinesi sono calati alla distanza. Il Napoli ha preso coraggio e il possesso del campo per larghi tratti della ripresa, ma ha più volte rischiato di subire altri gol. Che però non sono arrivati. Ramsey si è visto sfuggire dalle mani la palma di migliore in campo, per un errore clamoroso che avrebbe significato, contestualmente, il 3 a 0 e una seria ipoteca sulla qualificazione.
La cronaca, spietata e sincera come una lastra o un’ecografia, ha detto e scritto che l’Arsenal è una sorta di Dott. Jekyll e Mr Hyde. Belli, letali e spettacolari tra le mura amiche quanto pavidi e rinunciatari in trasferta, gli uomini di Emery. Insomma, in casa leoni, fuori casa cogl…ci siamo capiti.
Nella Premier League, l’Arsenal è solo quinto. In Europa League, ha subito tre gol in Francia dal Rennes, non esattamente il Barcellona di Messi. Questo vuol dire che la qualificazione è ancora aperta. Ci vorrà un Napoli diverso, ma il passaggio del turno non è ancora deciso.
Foto da Tuttosport
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