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Servizio di Maurizio Longhi @riproduzione riservata
Era importante vincere contro la Fiorentina per il morale ma lo era poco per la classifica. Le partite da vincere erano altre e il Napoli le ha steccate, l’ultima quella contro la Roma che poteva riaprire i giochi per secondo e terzo posto. Invece, contro una squadra giallorossa a dir poco imbarazzante, gli azzurri sono stati capaci di perdere ottenendo la quarta sconfitta consecutiva in trasferta. In casa, invece, dopo due pari consecutivi, è arrivata questa vittoria contro una Fiorentina imbottita di seconde linee. Un successo netto, perentorio, inequivocabile, con un costante dominio degli azzurri su cui non c’è alcuna obiezione. Resta la sensazione che se il Napoli fosse stato a pochi punti dal podio con la gara accompagnata da una maggiore tensione emotiva, si sarebbe fatto soggiogare dalla paura e non avrebbe fornito una prestazione simile. Perché, più volte, c’è stata la dimostrazione che questa squadra non ha carattere, non ha personalità, ma sono tante le cose che non ha: come la qualità a centrocampo, come la coesione tra i reparti, come l’attaccamento alla maglia (a parte pochi casi). Da qui a dire che il ritiro punitivo indetto dal presidente sia servito a qualcosa, ce ne passa, contro la Fiorentina è stata una vittoria di Pirro, quasi senza senso se non quello di poter ambire al consolidamento del quarto posto. E già se il Napoli arrivasse terzo non ci sarebbero i motivi per essere soddisfatti, figurarsi non ottenere neanche quello, come succederà a meno di una Caporetto giallorossa. Che, tutto sommato, non desterebbe neanche tutta questa sorpresa visto che la squadra di Garcia è davvero in ambasce, tornando con un solo punto dalla trasferta granata, è stata anche superata da una Lazio stratosferica. Ma che la Roma stesse sulle gambe, lo si è visto anche contro il Napoli, con gli azzurri che si sono fatti prendere dal timore di segnare quando un’altra squadra sarebbe stata corsara senza problemi. Il Napoli aveva otto punti di vantaggio su quella Lazio che ora è seconda, un suicidio perfetto quello partenopeo, si poteva stare alle spalle della Juve, invece, si deve difendere il quarto posto. Quella Lazio ha anche eliminato Higuain e compagni dalla coppa Italia, andandosi a prendere la finale contro la Juventus, un’altra umiliazione atroce, come se non bastassero quelle già subite. Intanto si avvicina la gara con il Wolfsburg, allettante sotto il profilo del fascino e del prestigio ma pensare che questo Napoli possa impensierire i lupi di Germania è quasi impensabile. Nel calcio tutto può succedere ma gli uomini di Benitez hanno riscosso una fiducia così scarsa che, qualora dovessero tornare con un risultato positivo dalla Volkswagen Arena, potrebbero dilapidare tutto al San Paolo. Se ci è riuscita la Lazio a passare il turno a Fuorigrotta, a maggior ragione potrebbe farlo la vice-capolista della Bundesliga. Il Napoli è una squadra senz’anima, senza gioco, che non suscita entusiasmo, e non può bastare una vittoria in una partita quasi inutile, per riacquistare credibilità agli occhi della gente. Quella gente che aveva sognato qualcosa di grande per questa stagione ma a cui è stato offerto il peggio in rapporto alle aspettative e ai proclami presidenziali.
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