5 Ottobre 2024
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Mon(z)archia British

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Pioggia, sole, nuvole. Tra tutte le condizioni che hanno caratterizzato questo weekend di Formula 1 a Monza, tredicesimo atto del Mondiale, una sola non ha mai subìto variazioni: il dominio, incontrastabile, di Lewis Hamilton. Capolavoro assoluto quello del fuoriclasse inglese nel Gran Premio d’Italia, che ha dato una lezione a tutti gli altri nelle libere, nelle qualifiche sotto la pioggia, ma sopratutto in gara con l’asciutto.

Monarchia in stile inglese per lui, favorito certamente da una Mercedes semplicemente sublime e perfetta sposa dell’asfalto brianzolo. The Hammer è stato davanti a tutti dalla prima all’ultima curva, rifilando un secondo al giro agli avversari, Ferrari in primis.

L’unico che ha potuto fisicamente osservare da vicino lo show di Hamilton, perchè unico a mantenere il suo ritmo, è stato il suo compagno di team, Valtteri Bottas, abile nel prendersi praticamente subito la seconda piazza e a non mollarla più, fuggendo in scia dell’inglese dopo poche tornate. Impressionante la facilità con cui ha sopravanzato Raikkonen alla curva 4, dopo che il ferrarista era stato bravo in partenza a mettergli le ruote davanti.

Si sapeva, dopotutto, che sarebbe stato un circuito a favore di Mercedes, perfettamente a proprio agio, con quel motore lì, nel “Tempio della velocità“. Una superiorità così netta, tuttavia, era difficilmente pronosticabile, sopratutto alla luce di quanto si era visto non più di sette giorni fa Spa, in Belgio, circuito abbastanza simile a quello italiano. Difficilmente pronosticabile, quindi, ma anche piuttosto avvilente per la Ferrari, specie nel circuito di casa, davanti ad una marea rossa di tifosi che saranno rimasti delusi dalla prestazione di ieri. Le dichiarazioni di Sergio Marchionne a fine gara, in questo senso, sono abbastanza esaustive: “Siamo stati umiliati, prendere un secondo a giro non è roba da Ferrari. Mi girano…”

La gara di Vettel è effettivamente stata troppo in solitaria. Dopo una partenza complicata, al tedesco sono serviti diversi giri prima di trovare il giusto feeling con la vettura; poi, in successione, buoni i sorpassi su Raikkonen, Stroll ed Ocon che gli hanno permesso di ottenere quel podio virtuale trascinato poi fino alla sua realizzazione. Un podio in realtà quasi sofferto, dato il grande rientro di Ricciardo che, partito sedicesimo, ha tirato fuori dal cilindro una gara super, chiusa al quarto posto ed a pochissimi secondi da Vettel, su cui stava recuperando un secondo al giro nell’ultima parte di gara. Ricciardo ha potuto agevolare di una strategia perfetta da parte della Red Bull, che ha scelto di partire con gomma gialla per svolgere l’ultimo stint con gomma SuperSoft rossa, quella più prestazionale, a vettura scarica.

Il minimo e il massimo, per questa Ferrari, in un circuito come quello di Monza.  Il minimo-indispensabile-, perché con le Red Bull che partivano in fondo non si poteva non salire sul podio; il massimo, perché fare più di così era oggettivamente impossibile.
A Maranello c’è forse da preoccuparsi più per la superiorità della Red Bull che per la netta inferiorità rispetto a Mercedes, che sarà certamente minore già a Singapore, prossima tappa del Campionato.

Intanto in cima al Mondiale ci è tornato Lewis Hamilton, che ha compiuto il sorpasso su Vettel dopo ben undici Gran Premi di supremazia rossa. Tre soli i punti di margine sul tedesco, per un campionato che così aperto non era mai stato negli ultimi anni. Si era capito da subito che sarebbe stato un duello epocale, tra due leoni da corsa, ora ne abbiamo la certezza. Non perdetevi allora neanche una sola curva da qui, la parabolica di Monza, all’ultima di Abu Dhabi: tredici gare dopo, la guerra è appena iniziata.

 

 

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