16 Giugno 2025
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Milan, meno male che Lapa c’è

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Servizio di Valerio Lauri ©riproduzione riservata


Finchè il Milan va, lascialo andare. Purchè si ricordi presto di essere l’ex club più titolato al mondo, detentore di 7 Champions’ League e tante altre cose nostalgicamente rilevanti. La squadra rossonera vista ieri a San Siro col Crotone è solo una lontana parente delle famose “big” di una volta. Il livellamento verso il basso della nostrana Serie A permette a un gruppo arcigno e compatto, ma certamente non spettacolare, di riuscire a rimanere a pochi passi dalla cima della classifica. Il secondo posto restituisce a Montella e pargoli i meriti per la cattiveria agonistica, la voglia di non mollare mai punti o quanto meno di provarci. Se la qualità latita, il cinismo e la grinta no.

Prosegue il momento NO per Niang

PETITE PESTE – A meno che non si parli di M’Baye Niang. Il francesino, dopo un inizio di stagione scoppiettante, è tornato ad essere spettacolarmente vacuo. Dribbling azzardati oltre il limite dell’umana fantasia, individualismi dissacranti dello spirito impartito dall’allenatore e una caterva impressionante di errori tecnici. Dallo stop all’indietro mentre si avviava a tu per tu con la rete, allo sprint solitario contro il centometrista Rosi, fino ad arrivare all’errore dal dischetto. La presunzione con cui il tuffatore casalingo professionista strappa il pallone dalle mani di Lapadula è lo specchio fedele della cresta fin troppo Balotelliana delle sue ultime partite. La punizione divina è la manona che Cordaz gli stampa in faccia sul rigore che avrebbe evitato i patemi rossoneri fino al minuto 86.

FLOP FRESCHI DI GIORNATA – L’attaccante non è la sola nota stonata dell’aperitivo milanese (e milanista) al Meazza. Appare piuttosto evidente che Mister Miglior Giocatore della Süper Lig turca 2015/16 sia sempre più un corpo estraneo a questo Milan. Il ‘principito’ Sosa è un’opera astratta esposta in un museo di opere realiste: un fantastico condensato di tecnica inutile, incompreso ai più, che è giusto sfoderi le sue doti in altri campionati o quanto meno lontano da questo gruppo. C’è anche chi ce la mette tutta, come Mattia De Sciglio, ma la maglia rossonera appare sempre più uno zaino pesante per l’ex scolaretto del vivaio. Con la casacca della nazionale, il terzino sfodera spesso prestazione di livello, mentre col Milan fatica non poco. Anche ieri, in più di una occasione, è apparso svagato oltre l’accettabile. In occasione della rete del vantaggio calabrese, la distanza dai centrali era abissale. E’ riuscito ad evitare il fallo da rigore sullo svedese Rohden, in un recupero forsennato, ma non l’assist a Falcinelli per il clamoroso vantaggio dei pitagorici. Duole scriverlo, ma anche la gara di Locatelli è stata al di sotto delle aspettative. Sia chiaro, la giovane età e l’impiego senza sosta nel ruolo di direttore d’orchestra del centrocampo sono una notevole attenuante. Il tutto, però, provoca una serie di complicazioni di cui si farebbe volentieri a meno. A partire dalla palla persa su cui il diffidato Kucka è costretto al fallo curativo, per impedire la pericolosa ripartenza rossoblu, che gli costa un giallo pesante e lo terrà lontano dallo scontro diretto con la Roma, per la squalifica che ne consegue.

Gianluca Lapadula, sempre più idolo dei tifosi rossoneri

L’UOMO DELLA PROVVIDENZA – Qualche ruga in più, qualche infarto rischiato e qualche coronaria saltata, ma l’antico vaso è stato portato in salvo. Un bottino da 13 punti nelle cinque gare “facili” con Pescara, Palermo, Inter, Empoli e Crotone è stato messo in cascina, per far fronte al rigido inverno che arriverà nelle prossime gare. Almeno sulla carta. Contro la Roma si potrà contare su un Suso ancora in grande forma, che telecomanda il pallone e gli avversari dove gli pare. Lo spagnolo resta uno dei migliori in campo anche col Crotone: corre, inventa, tira, copre e, se lo cercassero con più frequenza, magari continuerebbe pure a segnare. Per fortuna, il gol non è un problema da quando Montella ha smesso di tenere Lapadula in castigo sulla panchina. Bacca, in tribuna, è impegnato a recuperare punti coi tifosi rossoneri tra selfie concessi ai fan e selfie con famiglia al seguito. Il “Lapa” in campo, invece, mastica le caviglie degli avversari con famelica voglia di gol. Anche quando commette carica su Cordaz non perde occasione di buttarla dentro con un riflesso involontario del piedino. Preludio alla freddezza eroica con il quale trasforma una palla vagante in area nel digestivo perfetto per il pranzo domenicale dei milanisti. L’esultanza è un’altra di quelle cose che infiammano i cuori rossoneri, pazienza per l’ammonizione rimediata col vizietto di togliere la maglia. L’italo-peruviano trasuda amore per la maglia rossonera da tutti i suoi tatuatissimi pori e aizza l’urlo di San Siro porgendo l’orecchio ai suoi tifosi. E’ l’emblema della macchina imperfetta da punti di Montella, che registra persino la prima rete italiana di Mario Pasalic, il biondone croato venuto dal Chelsea per cancellare il fantasma di Van Ginkel. Per ora, la missione è ancora incompleta, ma per lo meno ha la bravura di trovarsi al posto giusto quando si tratta di ribadire in rete la spizzata di Paletta, in occasione dell’1-1.
Non c’è dubbio: con la Roma servirà una prestazione fatta di attenzione, sacrificio e cinismo. Per cambiare la storia del campionato, un Milan magicamente operaio. Sembra quasi uno slogan elettorale. O forse è stato già usato?

Twitter: @Val_CohenLauri

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Nato nella Nola di Giordano Bruno e cresciuto a pane e calcio. Amante della parola scritta, evasione dalle indigestioni di matematica e informatica universitarie. Appassionato di musica a 360 gradi e lettura, nostalgico ma teso alle novità.

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