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Servizio di Luca Alvieri @riproduzione riservata
Terza sconfitta consecutiva in campionato, non che seconda subita in casa. Questi sono i numeri del Milan dopo la partita con la Samp, che nonostante abbia creato poco e concluso di meno, si ritrova con 6 punti in tasca dopo Roma e Milan. Finisce qui il sogno di tornare nell’Europa che conta, dopo appena una stagione alla guida di Vincenzo Montella, che in questa sconfitta, ci ha messo del suo. E’ vero che siamo in emergenza difesa, ma due terzini ce li avevamo; inutile, a mio avviso, rinunciare alla sicurezza centrale di Romagnoli, spostato a sinistra e alle incursioni di Kucka, inventato terzino destro. Poi il cambio Bacca per Lapadula (attaccante per attaccante), sul punteggio di 0-1, è senza senso.
Nel complesso però, questo “strano” Milan non gioca una brutta partita, anzi e va vicino al gol in due tre occasioni nella prima frazione di gioco. Prima con due belle conclusioni da fuori da parte di Bertolacci, oggi messo regista per far riposare mentalmente Locatelli e poi con Suso, che in una delle sue innumerevoli discese sulla destra, ubriaca l’esterno doriano e mette dentro un cross tagliato che solo grazie ad un riflesso di Viviano, non arriva a Pasalic, che sicuramente avrebbe segnato essendo ad un metro dalla porta. L’unica vera occasione della Samp, arriva ovviamente su un passaggio orizzontale sbagliato, stavolta da parte di Deulofeu (unico errore dello spagnolo. Nel complesso, bella partita), che lancia un contropiede fotocopia al gol dei Thereau ad Udine, stavolta però, prontamente parato da Donnarumma, che respinge a meno aperta.
La seconda frazione di gioco, è un monologo rossonero, però, per nulla concreto. Il Milan fa molto possesso palla e riesce, allargando spesso sulle fasce, ad evitare l’asfissiante pressing dei blucerchiati. L’occasione più grande della partita, arriva non molto dopo l’inizio della ripresa: classico cross dalla destra verso il centro da parte di Suso, Pasalic in ritardo, Viviano respinge con i pugni e palla che arriva sui piedi di Deulofeu, che controlla, tira…e la stampa sul palo interno. In questa azione però, non c’è solo la sfortuna di un palo interno che la ributta fuori, ma c’è anche la clamorosa incapacità di segnare sulla respinta da parte di Carlos Bacca, che invece di realizzare comodamente il tap-in vincente a porta spalancata, decide inspiegabilmente di stoppare la palla di sinistro e di farsi recuperare. Cinesi per lui non ce ne sono?
Fatto sta che dopo questa occasione il Milan continua ad attaccare e dopo due conclusioni di Pasalic, dove la seconda esce di pochi centimetri, arriva l’episodio che decide la partita: palla persa ingenuamente da Zapata sulla linea di centrocampo, che lascia partire il contropiede della Samp con Quagliarella, che viene steso in area da Paletta e procura un calcio di rigore che sa di beffa. Infatti, dal dischetto, Muriel mette dentro il pallone dell’1-0, non che, unico pallone toccato da parte della Samp nella seconda frazione di gioco. Dopo lo svantaggio, i rossoneri non riescono a reagire in modo ordinato, tanto che Sosa, si fa espellere nel giro di 5 minuti. Sbilanciati in attacco, gli uomini di Montella rischiano il colpo del k.o. sull’incursione del neo entrato Djuricic, che tira fuori. Ma l’ultima, vera occasione della partita, capita sui piedi di Gianluca Lapadula, che imbucato alla perfezione da Suso, non riesce a tu per tu con Viviano, a mettere in rete quello che sarebbe stato il gol del giusto pareggio.
Finisce cosi, 1-0 per la Samp, che torna a vincere a San Siro dopo 4 stagioni e con un Milan che non riesce proprio a ritrovare la strada della vittoria, che manca ormai da 4 partite. Sconfitta figlia un po di tutto, di Montella, della sfortuna e della mancata concretezza dei giocatori. Un mix letale che sta lentamente sopprimendo l’entusiasmo del Milan, che dopo Doha, era arrivato alle stelle. La Champions è ormai distante 10 punti e questo sogno ormai, è destinato a rimanere tale. Almeno per quest’anno. Per il 5° posto invece, si può ancora sperare, però bisogna ritrovare quella spensieratezza di un Milan giovane, voglioso e affamato, che fino ad ora ha contraddistinto il prodigioso cammino dei rossoneri in campionato. Game over, reset, restart!
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