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servizio di Vincenzo CAPRETTO © riproduzione riservata
Ho aspettato ventiquattro ore prima di esprimermi sul caso Juventus Napoli, direi una grottesca, quanto inusuale situazione. Qualsiasi sia l’esito finale della diatriba ci sarà sempre lo stesso sconfitto: l’italiano.
Sembra assurdo, con tutto quello che sta accadendo, dare così tanta importanza ad una partita di calcio, addirittura solo alla terza giornata di Campionato. E chissà se mai arriveremo alla fine.
Vediamo, quello che sembra allo stato attuale, la situazione in attesa che le indagini siano concluse. Non a caso parlo di indagini, perché in alcuni frangenti ci sono dei veri e propri lati oscuri della vicenda.
La Juve accusa il Napoli di non aver rispettato il protocollo, probabilmente ha ragione. Gli azzurri dopo la positività di Zielinski sembrerebbe che non abbiano creato la cosiddetta “bolla” ritornando dopo gli allenamenti alle proprie abitazioni. La Società ha avvertito l’ASL che ha disposto la quarantena per tutti i giocatori considerandoli cittadini “normali” (quarantena fiduciaria al proprio domicilio) e non calciatori professionisti con un protocollo “speciale” in atto.
Il Napoli, dal canto suo, eventualmente anche sbagliando nella procedura del protocollo FIGC-LEGA-CRT, dichiara di non essere partito per Torino per il divieto dell’ASL e di conseguenza per non commettere un reato. Anche questo è giusto.
La Lega e la Figc sostengono che se il Napoli avesse rispettato il protocollo, l’ASL non sarebbe intervenuta e la partita si sarebbe giocata regolarmente. Probabilmente è vero, anche se in realtà é sempre (al momento) l’Asl ad avere l’ultima parola. Giusto magari aprire un’indagine sul comportamento, a seguito della positività da Covid-19, sul Calcio Napoli, ma perché non aprirlo anche sul Genoa con 22 positivi?!
Chi ha ragione? Sinceramente, nessuno o forse tutti.
La soluzione ottimale era rimandare la partita di un paio di giorni, magari dopo aver fatto una bella call conference tra tutti gli interessati.
La Juve avrebbe avuto il “vantaggio” (involontario) di giocare comunque contro un Napoli orfano di Insigne (infortunato), Zielinski ed Elmas (positivi al Covid-19). A onor di cronaca anche i bianconeri hanno, al momento, le loro assenze (mancano Rabiot, Bernardeschi, Alex Sandro, De Lgt). Il Napoli avrebbe capito che non aveva rispettato il protocollo (volontariamente o no?) e l’ASL, forse, avrebbe inteso che il mondo calcio, la macchina calcio, è un qualcosa a parte e forse prima di intervenire si sarebbe dovuta confrontare con i vertici sportivi (FIGC e LEGA). E soprattutto avremmo potuto vedere se il Napoli sarebbe diventato un nuovo focolaio stile Genoa.
Si tratta, semplicemente, di buon senso in un momento storico eccezionale dove, per una volta, il calcio non la deve far da padrone nella nostra comunità.
Sicuramente ci saremmo evitati settimane e, probabilmente, mesi di polemiche e ricorsi, per non parlare della brutta figura fatta ieri davanti a miliardi di persone collegate alla TV per vedere un match di calcio. La vera tristezza, la vera malinconia è che di fatto ci stiamo dimenticando dell’unico problema, ovvero il coronavirus. E’ lui il solo nemico!!!
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