13 Settembre 2024
  • www.footballweb.it e’ una testata giornalistica
  • registrata presso il Tribunale di Napoli Nord –
  • Numero registrazione 22 cronologico 4288/2016.
  • Editore: Gianni Pagnozzi;
  • Direttore Responsabile: Michele Pisani

Juve, le stelle stanno a guardare di Italo Cucci

Views: 2

Di Italo Cucci

Risultati immagini per juventus real madrid

I gufanti che dall’altra sera impazzano liberi e felici al bar sport, in famiglia o sui social, esaltati dalla brutale sconfitta della Juve, prima o poi torneranno coi piedi per terra – sul terreno di gioco – e capiranno che il Real non ha battuto solo Madama ma tutto il calcio italiano che da sei stagioni (per non dire da un secolo) è succubo della Signora che tentò di farsi Regina e non ci riuscì. Perché? Non stupite se trarrò la risposta dal mondo dell’auto e vi dirò ” ci voleva Marchionne”. Ovvero il manager che, diventando leader della Ferrari, prima pagò l’inesperienza assicurando “quest’anno vinciamo” quando già la partecipazione sarebbe stata un successo; mentre l’anno seguente – questo, felicemente rosso – accortosi che in un GP Raikkonen aveva fatto flanella, non lo risparmiò e sarcasticamente gli chiese se per caso aveva altri impegni. Andò giù duro, s’è vista la reazione. In Casa Juve è successo quel che mai sarebbe accaduto ai tempi di Boniperti e Trapattoni, le felici stagioni in cui la Juve autarchica cominciò a vincere Coppe internazionali: è scoppiata una epidemia di ottimismo, mal calcistico trasmesso da Andrea Agnelli – eppur logico il suo incoraggiamento – e perfino da Max Allegri, talmente convinto di avere il gatto nel sacco che non ha potuto trattenere il disappunto per la sconfitta togliendosi di dosso – sgraziatamente e in mondotivù – la medaglia del secondo. Che come insegnava Enzo Ferrari è solo il primo degli ultimi. Pensate dunque cosa sono la baldanzosa Roma e il Napoli supergulp che la finale l’hanno vista solo in tivù. Temo avesse ragione Fabio Capello quando disse che il campionato italiano è poco “allenante”, e non produce sulla scena europea i successi che la Juve coglie in Italia. Conte non gradì ma i fatti continuano a dare ragione a colui che osò vincere una Liga con il Real giocando all’italiana. Ho sentito dire – e ho letto – che il Real ha dato alla Juve una grande lezione di calcio: non è vero, le ha solo ricordato che le partite si vincono a centrocampo, proteggendo la difesa e sostenendo gli attaccanti; e questa – già dalla parola “centrocampo” coniata da Brera – è arte italiana; non a caso Zidane ha studiato chez nous e sa cosa fare di un Modric e dell’ingannevole Izco. Per non dire del trascinatore Ramos e di Cristiano Ronaldo che viene sottratto a qualsivoglia disciplina, lasciando che sia il suo genio a decidere. La Juve è caduta nel tranello, si è consumata nel primo tempo con tanti “quasi gol” eppoi è scoppiata non di fatica ma come la rana che s’era gonfiata troppo. La più bella Signora ch’io ricordi e quella del magistrale 0-0 di Barcellona. Dopo – per farla breve – è successo che Allegri ha voluto farsi Sarri. Già da gennaio, infastidito da troppi successi di misura, aveva inventato il Modulo Cinque Stelle, il 4-2-3-1 con cinque attaccanti insieme, Pjanic, Cuadrado, Mandzukic, Dybala e Higuain. “M’è venuta una bella idea ” – disse a se stesso. E Dybala, più entusiasta degli altri, parlò di un modulo che piace perchè “siamo tanti in avanti, gli avversari fanno fatica a prenderci perché ci muoviamo bene. In alcune situazioni, però, dobbiamo cercare di uscire meglio da dietro, ma credo che il nuovo sistema di gioco sia perfetto. Poche squadre sono riuscite a fermarci quando ci presentiamo in campo con questo modulo”. Il Real, evidentemente, non era stato avvertito. O meglio, Zidane aveva visto come di recente funzionava il M5S: 1-1 con il Napoli, 2-2 con l’Atalanta, 1-1 con il Toro, e quel 3-1 beccato all’Olimpico dalla Roma avrebbero destato qualche preoccupazione nel gruppo e invece giuro che in mezzo secolo di viaggi con la Juve nelle contrade d’Europa per le Coppe l’idea di un clamoroso successo – da Triplete – non era mai stata coltivata con tanta sicumera, superando il pur imbarazzante tonfo di Atene ’83. La volta che Trapattoni s’era dimenticato a casa il gatto. Qui non si tratta di fare i catenacciari, qui si è vista demolire la difesa più bella del mondo, insieme al suo grande portiere, per privilegiare la giostra del gol. Fermati Higuain e Dybala – praticamente nulli – la Juve non ha saputo tornare all’antico modulo sicurezza. C’è stata una inversione di ruoli: il Real ha fatto la Juve e ha vinto. Spiegatelo agli juventini in lutto e anche ai gufanti estremi che spero non vorranno gioire – come dopo l’Heysel – per la tragedia di Piazza San Carlo.

About Michele Pisani 2918 Articoli
Giornalista sportivo, iscritto all'albo dopo una lunghissima gavetta. Una passione malcelata per la Formula Uno.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.