16 Giugno 2025
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Il Pagellone 2017

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Nel giorno in cui Alfa Romeo ufficializza il suo ritorno sulle piste di Formula 1 dopo ben 32 anni in qualità di fornitore, per quanto riguarda il motore, di Sauber, proviamo a stilare un pagellone dei protagonisti di questa splendida stagione appena conclusa.

VOTO 10: il massimo dei voti non può che spettare di diritto a Lewis Hamilton. Alle prese con le ruggini del 2016, in cui Rosberg gli ha soffiato il trono mondiale oltre che le priorità nella sua stessa squadra, l’anglo-caraibico ha tirato fuori il meglio di sè quest’anno. Mai un errore, mai una sbavatura, mai un calo di tensione (salvo le qualifiche di Interlagos, con il titolo già in tasca); sempre perfetto nei momenti clou nonostante una vettura che, a differenza degli anni passati, non si è rivelata cannibalesca ma anzi si è ritrovata a combattere (e talvolta soccombere) contro un’altra di pari livello. 4 volte chapeau.

VOTO 9: a Sebastian Vettel. Straordinario protagonista di una stagione che lo ha visto in vetta alla graduatoria fino a metà estate ed a quel terribile trittico asiatico che ne ha distrutto i sogni iridati. Il tedesco ha tirato fuori il meglio dalla sua Ferrari in ogni circostanza, metaforicamente distruggendo il suo compagno di box in ogni circostanza (salvo Budapest) e riportando l’euforia a Maranello dopo ben dieci anni di sofferenze. La perfezione, tuttavia, viene macchiata dall’episodio di Baku, in cui Vettel ha di fatto sfogato la forte pressione che lo attanagliava, compromettendo però il Mondiale. Per il 2018 sarà ancora battaglia, ne siamo certi.

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VOTO 8: a Force India. Scuderia con un’eternità di risorse in meno non solo dei top team, ma anche di altre squadre arrivate dietro a fine anno. Una stagione pazzesca per il gruppo indiano del magnate Vijay Mallya, quarto posto finale nella classifica costruttori e una serie di importanti piazzamenti per Perez ed Ocon, sempre i primi alle spalle dei top-riders. Peccato per aver mancato il podio che, però, li attende in vista del 2018. Sperando che tra i due piloti torni a scorrere buon sangue.

VOTO 7: a Daniel Ricciardo. Doveva essere l’anno della consacrazione per Verstappen, l’anno in cui il giovanissimo talento olandese avrebbe soppiantato il più esperto collega australiano e conquistato i gradi di prima guida in Red Bull. Niente di tutto ciò. Daniel ha corso alla grande per tutta la stagione, in cui ha spesso e volentieri dimostrato la sua velocità anche nei confronti di Max (una vittoria e ben dieci podi) e resistendo al quarto posto nella classifica generale fino all’ultima gara, in cui un guasto idraulico ha permesso il sorpasso di Kimi Raikkonen. Il tutto guidando una vettura davvero deludente, che in rarissime occasioni è riuscita a fare la differenza. Bravo!

VOTO 6 (meno meno): a Kimi Raikkonen. In Ferrari, si è capito, la volontà è quella di schierare un forte cavallo di battaglia al fianco di classiche seconde guide. Fu così con Barrichello, è stato così con Massa, è così con Kimi. Il finnico però non è praticamente mai riuscito ad impensierire il suo compagno di squadra nè tantomeno a guadagnarsi fiducia in ottica campionato, sin dalle primissime gare. Vero, avrebbe potuto vincere in Ungheria, ma sono davvero pochi gli squilli quest’anno. Il quarto posto finale lo salva dalla insufficienza, ma a Ferrari serve un pilota di maggior livello per poter combattere con questa Mercedes.

VOTO 5: a Red Bull. Grande delusione in terra austriaca per come è andato questo 2017. Dopo un 2016 da principali competitos Mercedes ci si aspettava quantomeno una stabilità di livello dalla vettura ideata dal genio di Newey. Purtroppo però Verstappen e Ricciardo hanno faticato sin da subito, pagando una differenza dinamica troppo esagerata nei confronti di Mercedes e Ferrari, e non riuscendo mai a bilanciare con un telaio adeguato. La vittoria fortunosa di Ricciardo in Azerbaijan non basta per ritenersi soddisfatti. Rimandati.

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VOTO 4: alle partenze di Verstappen. Signori, nessuno può mettere in dubbio il talento di Max; la sua velocità, il suo istinto, i suoi sorpassi lo rendono evidentemente un predestinato di questo sport. Qualcuno dovrebbe però spiegargli che i Gran Premi non finiscono alla prima curva, e che non è sempre necessario allungare la staccata senza frenare. Ha compromesso le sue gare e quelle di altri troppe volte per passare inosservato. Ha comunque tempo, eccome se ne ha, per accrescere il proprio senno anche in questo fondamentale.

VOTO 3: a McLaren. Chi ama questo sport non può non soffrire per la situazione della storica scuderia di Woking e per quella di Fernando Alonso, suo primo pilota. Dopo anni travagliati avevano promesso una diversa competitività per questo 2017. Ed invece più ritiri che piazzamenti, per i due piloti. Un sesto posto (di Alonso, all’Hungaroring) e due settimi posti (entrambi di Vandoorne) i migliori risultati. Una semi-tragedia, insomma. La partnership con Honda si è rivelata una sorta di fallimento. Per il 2018 si continua ad ostentare fiducia: staremo a vedere.

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VOTO 2: alla Toro Rosso. Dopo le belle stagioni iniziali sotto l’ala protettiva di Red Bull, oggi la scuderia di Faenza è un team che cambia pilota quasi ad ogni gara, che abbandona un discreto motorista per accordarsi col peggiore del lotto: davvero allo sbando. Sperando in una risalita in vista della prossima stagione, non possiamo che bocciare gravemente Tost e soci.

VOTO 1: a chi ancora critica la “noia” di questo sport. Insopportabile populismo, quello di chi continua a gettare fango sulla Formula Uno in questo modo. Quest’anno si sono viste gare stupende, colpi di scena, imprevisti, duelli da panico in pista e sopratutto una lotta serrata per il titolo tra due diverse scuderie. Il miglioramento è certamente evidente, e poco importa per il soporifero “spettacolo” dell’ultimo appuntamento ad Abu Dhabi. Che quest’anno è stato eccezione, e non regola.

Prossimo appuntamento: Marzo 2018, Melbourne.

 

 

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