9 Settembre 2024
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Il Milan e l’esorcismo anti-Sassuolo

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Valerio LauriServizio di Valerio Lauri ©Riproduzione riservata


Risultati immagini per locatelli milanCuori deboli, state lontani. Il Milan di questi tempi non è roba per chi ha le coronarie suscettibili. E nemmeno per chi soffre di stomaco, per certi versi. A San Siro, nel tardo pomeriggio di un campionato sempre più spezzatino, con buona pace delle nonne (auguri!) intente a prolungare il pranzo all’infinito, va in scena l’ennesima epopea di Milan-Sassuolo. Mai dubitare della spettacolarità degli scontri tra rossoneri e neroverdi, che in comune non hanno solo il presidente neroverde Squinzi (milanista dichiarato), ma parecchie storie tese, legate a filo doppio dal grande assente Domenico Berardi. L’attaccante che decise, di fatto, l’esonero di Allegri e il conseguente graduale declino rossonero non è stato della partita, per fortuna dei padroni di casa.

PURGATORIO – Dantescamente parlando, la maledizione Sassuolo viene esorcizzata in tre fasi di gara, in cui i novanta minuti appaiono come una vita intera. La gara parte coi migliori auspici di un Bonaventura finalmente intraprendente, che si conquista la rete del vantaggio con un bel tiro in corsa, deviato dall’ex milanista Acerbi. Il gol che manda in estasi San Siro dura un battito di ciglia, perchè Politano riporta tutti all’amara realtà. Abate, autore dell’assist al contrario, con un retropassaggio sciagurato, è l’emblema della negligenza e della superbia, di chi si sente tanto sicuro del posto da potersi permettere una vagonata di leggerezze ogni qual volta calca il terreno di San Siro. Non a caso, Calabria ultimamente gli ha quasi soffiato il posto. Luiz Adriano sembra venire dalla Valletta dei Principi, per quanta indolenza mostra nel giocarsi le sue chances da titolare. Gomez è l’ultimo arrivato, ma è chiaramente gravato dall’ombra di Romagnoli, con una punta di invidia che lo rende una riserva anche quando gioca da titolare. Montolivo, più che iracondo, galoppa tra gli iracondi fischi del pubblico, nonostante indossi la fascia di capitano. Patisce la fame e la sete il goloso Bacca, che in zona gol è una macchina infallibile, ma quando si tratta di creare è abulico come pochi. Così, i pochi che nel primo tempo ci mettono un minimo di decenza (Donnarumma, Paletta, Bonaventura) sembrano inoltrarsi in fiumi di fuoco di un Sassuolo che rischia già di portarsi in vantaggio. Adjapong ci riuscirebbe pure, ma l’arbitro Guida non ha propriamente le palpebre cucite da fil di ferro e allora annulla e ammonisce l’italo-ghanese per aver insaccato con la mano. Succede poco altro nel purgatorio del primo tempo.

INFERNO – Gli oscuri presagi di un inizio ripresa da incubo, vedono la giusta prefazione nell’espulsione a fine primo tempo di Montella, per proteste all’arbitro. Il tecnico è costretto a seguire i secondi 45 minuti dalla zona vip di San Siro, dove riesce ad elargire lo stesso suggerimenti ai suoi e al suo secondo Russo. Nel secondo tempo, Luiz Adriano viene lasciato negli spogliatoi a meditare sul suo futuro, con molta probabilità lontano dal Milan a gennaio. Anche col corpo, s’intende. Dentro Niang e il francesino è proprio quello che guida il tentativo di riscossa. I primi dieci minuti della ripresa fotografano un Milan arrembante, che riesce a concretizzare poco. Il Sassuolo, nonostante una formazione quasi B, riesce a tenere botta. E non solo. Come nel più spaventoso degli horror, a sconvolgere l’allegra famigliola rossonera, arriva la nemesi Acerbi, che incorna proprio sotto la Sud ed esulta. Alla faccia degli ipocriti. Il peggio deve ancora arrivare, perchè dopo sessanta secondi Pellegrini manda i rossoneri nel baratro, inventandosi una serpentina tra i birilli milanisti, conclusa con un sinistro a giro sul palo lontano alle spalle di Donnarumma. Sconforto totale sugli spalti di San Siro, ormai già pronto ad accettare l’ennesimo schiaffone neroverde.

PARADISO – Sembra tutto perduto, ma Montella si desta dal torpore e tira fuori uno spento Montolivo, per inserire il giovane Locatelli, dandogli le chiavi del centrocampo (finalmente). E del paradiso. Ci vogliono dieci minuti, ma il Milan si scuote. Niang ha già dato di prova di non avere piedi educatissimi quando arriva al tiro, ma quando si lancia in velocità è un’ira di Dio. Nasce così il rigore concesso da Guida al 24′: il francesino si infila tra due strettissime maglie neroverdi e si procura un contatto. In realtà, in partenza trattiene Antei, poi è furbo da incrociare la corsa davanti alle gambe dei difensori: tanto basta a Guida per abboccare. Dal dischetto, Bacca fa quello che sa fare meglio e cioè bucare la rete con precisione. Da qui inizia la “Stairway to Heaven” per dirla alla maniera dei Led Zeppelin. La lunga scalata al Paradiso ha il viso angelico del putto diciottenne Locatelli, che infila Consigli per il 3-3 con un sinistro spettacolare di controbalzo all’incrocio. L’esultanza commossa con tanto di corsa alla Tardelli è roba da telenovela, lacrime a profusione. Sembra già tutto perfetto così, ma San Siro si gode la gloria inaspettata grazie all’ascensione di Paletta in cielo, ad incornare il 4-3 conquistato con tre reti in otto, incredibili, minuti.

Il resto è cronaca, una paratona di Donnarumma, un rigore chiesto a gran voce dalla panchina neroverde (che vorrebbe la compensazione per quello su Niang) e non concesso da Guida, fino al fischio finale che fa esplodere San Siro. A fine gara, le lacrime di Locatelli fanno da contraltare a tutto quello che si era visto per un’ora di gioco, con molti titolarissimi. Questa vittoria, questo esorcismo della maledizione Sassuolo e questi 13 punti che valgono il terzo posto sono solo il punto di partenza obbligatorio per una risalita del Milan. Montella sa che la strada è ancora lunga e tortuosa, ma il carattere mostrato dai suoi è un bel segnale. Ovviamente, non mancheranno le riflessioni per il tecnico milanista, che dovrà rivedere magari le sue gerarchie. Ciò che contava erano i tre punti, ciò che conterà sarà dargli un seguito.

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Nato nella Nola di Giordano Bruno e cresciuto a pane e calcio. Amante della parola scritta, evasione dalle indigestioni di matematica e informatica universitarie. Appassionato di musica a 360 gradi e lettura, nostalgico ma teso alle novità.

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